GIARELLI, Francesco
Nacque a Piacenza il 27 sett. 1844 da Carlo, avvocato e patriota, e da Elisabetta Spittaler. Compiuti a Piacenza e Parma gli studi inferiori, nel 1867 si laureò in giurisprudenza a Pavia. Tornato nella città natale, vi aprì uno studio legale, ma sentì irresistibile il richiamo della professione giornalistica nella quale, ancora studente, aveva maturato le prime significative esperienze collaborando alla Gazzetta di Piacenza, quotidiano diretto da G. Bianchi, figura importante soprattutto per la formazione politica del G., improntata a un netto liberalismo democratico e progressista. Fra il 1868 e il 1870 il G. si distinse come compilatore dei Bollettini del gran fatto, speciali numeri unici con i quali tipografi d'iniziativa sopperivano alle lacune dei quotidiani, ancora riluttanti verso la cronaca.
Una vera e propria svolta nella vita del G. si verificò grazie a un processo politico (detto "dei sergenti", in conseguenza di una sommossa tentata il 24 marzo 1870 da un gruppo di sottufficiali della brigata "Modena") celebrato a Piacenza nel dicembre 1870: seduto al banco della difesa, stilò i resoconti delle udienze per il quotidiano Eco del Po, guadagnandosi la simpatia e la stima di F. Cavallotti, che gli propose di trasferirsi a Milano per collaborare alle sue varie iniziative editoriali. Iniziò così una lunga esperienza professionale, che il G. avrebbe poi rievocato con dovizia di particolari nel suo libro di memorie Vent'anni di giornalismo (Codogno 1896), offrendo "un quadro aperto e suggestivo della società letteraria artistica e giornalistica della Milano di quegli anni" (Mariani, 1967, pp. 28 s.).
Nel primo periodo del suo soggiorno milanese, il G. collaborò alla Gazzetta di Milano (dove ebbe come collega G. Rovani, figura cardine della scapigliatura milanese) e, soprattutto, al Gazzettino rosa. Su questo quotidiano, fondato nel 1868 da F. Cavallotti e A. Bizzoni, e capace per alcuni anni di incarnare le ragioni di quanti non si riconoscevano nell'Italia uscita dal processo di unificazione, il G., con lo pseudonimo di Don Lumachino, tenne fino a tutto il 1872 una rubrica fissa, "I suoni dell'anima", in cui toccava gli argomenti più svariati. Molti anni dopo, nella già citata autobiografia, il G. avrebbe ricordato con orgoglio l'esperienza del Gazzettino rosa, laboratorio di ardite novità politiche e letterarie.
Dopo una breve e sfortunata esperienza come direttore e proprietario de La Voce del popolo, il G., pressato da difficoltà economiche, dovette accettare, tra il 1873 e il 1875, saltuarie collaborazioni con piccoli quotidiani. Proprio in quel periodo però egli avviò preziose collaborazioni letterarie con personaggi quali V. Hugo, G. Carducci e A. Boito. Per un breve periodo, e pur nella profondità delle divergenze ideologiche, fu anche vicino al gruppo de La Plebe. Fu ancora F. Cavallotti a promuovere una svolta decisiva nella carriera del G., affidandogli, nel dicembre 1875, la redazione della cronaca cittadina de La Ragione, quotidiano appena fondato. In questo ruolo il G. fu capace di lasciare il segno tanto da essere considerato, insieme con C. Romussi del Secolo, un precursore del giornalismo moderno. Grazie a lui, il cronista non fu più un mero ricopiatore dei verbali della questura, ma un vero e proprio inviato, intelligente, attivo, scaltro; per contro, la cronaca, con una significativa evoluzione nel linguaggio, diveniva racconto, letteratura. In poco tempo la tiratura della Ragione raggiunse le 6000 copie, che per quei tempi, e in una città dominata da colossi quali Il Secolo e il giovane Corriere della sera, costituirono una cifra ragguardevole. Dalle colonne della Ragione il G. ebbe anche il merito, nel 1878, di presentare al pubblico, nelle vesti di poeta, l'allora giovanissimo F. Turati.
Nella seconda metà degli anni Settanta, il G. figurò anche, con lo pseudonimo di Psiche, tra i redattori de La Farfalla, il periodico fondato da A. Sommaruga. Agitando la bandiera del realismo, egli si volse alla Milano povera e delusa, fiorita sulle contraddizioni proprie dello sviluppo industriale, e con le sue Scene contemporanee della Milanosotterra, svolse, al pari di personalità quali P. Valera e L. Corio, un'azione di denuncia dei mali della società, che però non assunse mai il tono dell'accusa violenta e indiscriminata. Nel 1888 il G. figurò anche, insieme con C. Arrighi, tra gli autori de Il ventre di Milano, sorta di tardo esito di quell'ansia di indagine conoscitiva esplosa nel decennio precedente: nei due volumi dell'opera la denuncia lasciava infatti il passo alla semplice descrizione di una serie di dati di fatto, senza alcuna valida proposta di riforma e di rinnovamento.
Nel 1889 il G. (che negli ultimi anni milanesi, rifiutata la proposta fattagli da E. Torelli Viollier di entrare al Corriere della sera, aveva collaborato al quotidiano L'Italia) fece ritorno a Piacenza, ove stese con grande celerità e pubblicò una Storia di Piacenza dalle origini al 1870, commissionatagli dall'editore V. Porta. Risultato del lavoro furono due ponderosi volumi, caratterizzati, secondo l'autore, da una sostanziale imparzialità ideologica. Pur considerata per molti aspetti superata, l'opera rimane tuttora un importante punto di partenza per ulteriori ricerche.
Negli ultimi anni della sua vita il G. fu consigliere comunale e assessore alla Pubblica Istruzione nella città natale. Mentre attendeva alla compilazione del già ricordato volume di memorie Vent'anni di giornalismo (edito nel 1896), scriveva articoli per numerosi giornali di tutta Italia, opuscoli, studi critici e letterari, pagine di storia.
Morì il 16 sett. 1907 a Pontenure, presso Piacenza.
Fonti e Bibl.: Della ventennale amicizia e collaborazione fra il G. e F. Cavallotti si ha testimonianza in un fondo di 52 lettere indirizzate dal primo al secondo fra il 1871 e il 1898 e depositate presso la Fondazione G. Feltrinelli di Milano. Stralci di alcune di esse sono riprodotti in C. Sforza Fogliani, F. G. (1844-1907), pioniere del giornalismo moderno, Piacenza 1961; vedi anche F. Cavallotti, Lettere, 1860-1898, a cura di C. Vernizzi, Milano 1979, pp. 141 s., ove è edita una lettera del 1879 del Cavallotti al G. sul tema del realismo nell'arte. Un colorito ritratto del G. è in M. Borgese Freschi, La contessa Lara. Una vita di passione e poesia nell'Ottocento italiano, Milano 1930, pp. 36-38, 109. Altri riferimenti bibliogr. in: F. Cazzamini Mussi, Il giornalismo a Milano dal Quarantotto al Novecento, Como 1935, pp. 193, 276 s., 328 s.; L. Cortesi, Turati giovane: scapigliatura, positivismo, marxismo, Milano 1962, pp. 6, 23 s., 30, 41, 61; F. Nasi, Il peso della carta. Giornali, sindaci e qualche altra cosa di Milano dall'Unità al fascismo, Bologna 1966, pp. 61, 71-74, 116, 216, 219; G. Mariani, Storia della scapigliatura, Caltanissetta-Roma 1967, pp. 28 s., 40, 61 s., 64, 619, 622-624, 640, 665; Id., Ottocento romantico e verista, Napoli 1972, pp. 500, 505, 509; S.M. Ganci, L'influsso "comunardo" sulle fonti letterarie del secondo Ottocento. Appunti e considerazioni, in Boll. del Museo del Risorgimento di Bologna, XVII-XIX (1972-74), p. 259; A. Galante Garrone, Felice Cavallotti, Torino 1976, pp. 137, 177, 301, 342, 437; R. Bigazzi, I colori del vero. Vent'anni di narrativa: 1860-1880, Pisa 1978, pp. 193-195, 206; V. Castronovo - L. Giacheri Fossati - N. Tranfaglia, La stampa ital. nell'età liberale, Roma-Bari 1979, pp. 18, 109, 113; G. Rosa, Il mito della capitale morale. Letteratura e pubblicistica a Milano fra Ottocento e Novecento, Milano 1982, pp. 11, 55, 58-60, 65, 72, 78, 81, 244, 250 s., 253; C. Giovannini, La cultura de "La Plebe". Miti, ideologie e linguaggio della Sinistra in un giornale d'opposizione dell'Italia liberale, 1868-1883, Milano 1984, pp. 104, 123 s.; G. Carnazzi, Da Rovani ai perduti: giornalismo e critica nella scapigliatura milanese, Milano 1992, pp. 51, 91; P. Murialdi, Storia del giornalismo italiano, Bologna 1996, p. 67; G. Farinelli, Storia del giornalismo italiano: dalle origini ai giorni nostri, Torino 1997, pp. 177, 191, 204 s., 212, 246. Per le note biografiche essenziali sul G. si vedano: A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, p. 502; E.F. Fiorentini, Personaggi piacentini dell'ultimo secolo (1870-1970), Piacenza 1972, pp. 28-30; Nuovo Diz. biogr. piacentino (1860-1980), Piacenza 1987, pp. 133 s.