GALLEANO, Francesco
Figlio di Giuseppe, nacque a Genova nel 1713. Compiuto probabilmente l'apprendistato presso la bottega del fratello maggiore Pietro, dove apprese l'arte dello scolpire il legno, intorno al terzo decennio del Settecento si trasferì a Cadice, attratto dalle possibilità professionali offerte dal vivace e ricco ambiente della città. Il G. visse nella città spagnola per il resto della sua vita; e qui "ebbe molte occasioni di costruire statue" in virtù di un "talento al fratello forse superiore" (Ratti, 1762). L'11 genn. 1743 si unì in matrimonio con Maria Maddalena Repetto, dalla quale ebbe due figli, entrambi morti appena nati (Franchini Guelfi, 1989, pp. 437 s. n. 22).
L'unica opera sicuramente collegata al nome del G. è il Cristo Risorto eseguito per il convento di S. Francesco a Cadice e pagato all'artista nel 1729-30 (Alonso de la Sierra, 1992). L'opera appare improntata a un linguaggio vigoroso e magniloquente, caratterizzato da panneggi lentamente srotolati e da un'anatomia a blocco compatto; tali caratteristiche permettono di attribuire alla mano del G. anche l'Orazione nell'orto del convento della Pietà, sempre a Cadice, e il complesso con i Misteri dolorosidel Rosario del Museo della città. Dalla notizia dell'ascrizione del G. al Terz'Ordine domenicano presso il convento gaditano di S. Domenico, la Franchini Guelfi (1989, pp. 439 s.) ha inoltre attribuito all'artista la Madonna del Carmine (Virgen de Portacoeli) proveniente da quel convento e custodita nella chiesa del Carmine di Cadice. Dal confronto con il Cristo Risorto, è possibile tuttavia porre forti dubbi su tale attribuzione: la Madonna del Carmine appare infatti caratterizzata da un linguaggio dissimile da quello del G. e vicino a quello di A.M. Maragliano, maestro a Genova di suo fratello Giuseppe. Del G. si ricorda anche la cassa processionale, andata distrutta, con Gesù Nazareno eseguita nel 1736 per la chiesa di S. Maria a Cadice (Alonso de la Sierra, 1992). Poco prima della morte il G. lavorò per il palazzo di Villareal a El Puerto de Santa Maria, fornendo in particolare le sculture, ora disperse, della Vergine, di S. Giovanni, della Maddalena e di S. Agostino destinate, insieme con altre, al retablo della cappella interna.
Il 30 ott. 1753 il G. stese il proprio testamento, disponendo di essere sepolto nella cappella dei terziari del convento di S. Domenico e nominando erede la moglie. Il G. morì a Cadice il 20 dic. 1753 (Franchini Guelfi, 1989, pp. 438 s. nn. 22, 25).
La fortuna della scultura genovese in legno in Spagna, e in particolare dell'opera del G., è probabile abbia favorito la venuta di altri membri della famiglia. Si è rinvenuta infatti notizia di un Angelo Galleano "scultore da legno" partito nel 1761 da Genova alla volta della Spagna.
Fonti e Bibl.: C.G. Ratti, Storia de' pittori, scultori, et architetti liguri… (1762), a cura di M. Migliorini; Genova 1997, c. 172v; R. Soprani - C.G. Ratti, Vite de pittori, scultori ed architetti genovesi…, II, Genova 1769, p. 173; J.C. Lopez Jiménez, Escultura barroca italiana en Levante y Sur de España, in Boletín de la Real Academia de ciencias, bellas letras y nobles artes de Córdoba, XXXIII (1963), pp. 78, 96; Id., Escultura mediterranea. Fin del siglo XVII y XVIII, Murcia 1966, pp. 9, 55; F. Franchini Guelfi, Il Settecento. Theatrum sacrum e magnifico apparato, in La scultura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova 1988, pp. 270, 287; Id., Documenti per la scultura genovese del Settecento, in Atti della Società ligure di storia patria, XXIX (1989), 1, pp. 437-440; J.M. Sánchez Peña, La Virgen de Portacoeli en el Carmen de Cádiz, in Diario de Cádiz, 15 luglio 1990, p. 48; L. Alonso de la Sierra, El Nazareno de Santa Maria. Cuatro siglos de arte en Cádiz, Madrid 1992, pp. 80 s.; C. Aranda Linares - J.M. Sánchez Peña - E. Hormigo Sánchez, Scultura lignea genovese a Cadice nel Settecento. Opere e documenti, in Quaderni Franzoniani, VI (1993), 2, pp. 10, 69 s.; J.M. Sánchez Peña, Esculturas genovesas en Cádiz, in Anales de la Real Academia de bellas artes de Cádiz, 1995, n. 13, p. 167; D. Sanguineti, Scultura lignea genovese di metà Settecento: i fratelli Galleano, Giovanni Maragliano e gli altri, in Antologia di belle arti, in corso di stampa; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIII, p. 109.