FUGAZZA (Dominici), Francesco
Nacque intorno al 1543 probabilmente a Treviso, dove fu attivo come pittore, da Domenico di Andrea di Colmirano e da Elisabetta Bressanin.
Dominici fu il patronimico che il F. stesso assunse come cognome nel sonetto dedicato allo storico trevigiano Bartolomeo Burchelati, che lo pubblicò nei suoi Tyrocinia poetica editi a Padova nel 1577. Queste ambizioni letterarie dovettero destargli una certa avversione per il prosaico cognome paterno, tanto che comparendo come testimone a un atto del 25 sett. 1568, conservato presso l'Archivio di Stato di Treviso e rogato dal notaio Marco Antonio da Sacile (Bampo, sec. XX), il F. si attribuì addirittura il cognome della madre.
Sempre a Treviso, presenziò a vari altri atti: il 18 maggio 1566, notaio Paolo d'Antiga; il 17 giugno 1566, notaio Antonio Sovernigo; l'11 nov. 1569, notaio Giovanni Scala; nel 1570, il 20 febbraio, notaio Giuseppe Spilimbergo e il 24 maggio, notaio Giovan Andrea Bacchetto.
Il 19 ott. 1569 stipulò contratto di matrimonio con Elisabetta Soran, figlia di Francesco, che era stato oste in Treviso all'insegna della Sirena (notaio Francesco Consino). Nel 1571 dipinse su tavola il Ritratto di B. Burchelati all'età di ventitré anni (Treviso, Tesoro della cattedrale). Nello stesso anno il F. siglò e datò la Processione della ss. Annunziata, realizzata per la Confraternita della Vergine e ancora oggi conservata nella sacrestia del duomo trevigiano. In queste sue due opere, le uniche pervenuteci, il F. appare dotato di notevoli capacità ritrattistiche, ispirate ai modi del Tintoretto e di Iacopo Bassano, in un'interpretazione più provinciale, ma con un pungente gusto analitico e descrittivo, forse di derivazione nordica. Treviso era infatti nodo cruciale di importanti scambi commerciali con l'Europa centrosettentrionale.
La Processione, in cui il Burchelati asserì esservi numerosissimi ritratti di personaggi a lui ben noti, tra cui quello del pittore stesso e del vescovo Giorgio Cornaro, offre un vivido e suggestivo squarcio documentario del costume e della scena urbana contemporanea, destinata a subire in seguito notevoli trasformazioni. Il piccolo Ritratto di B. Burchelati presenta la stessa incisiva caratterizzazione fisionomica tipica di Iacopo Bassano, mentre d'ispirazione schiavonesca è la composizione allegorica dipinta sul verso (Coletti, 1935, p. 212), dove sono raffigurati tre muratori impegnati in una costruzione che è circondata dall'iscrizione: "cur lapidem reprobas improba turba fabrum qui muri fundamen erit iungetq. dirempta".
Il Burchelati segnala inoltre, tra le varie opere del F., un ritratto a mezzo busto e una Cacciata dei mercantidal Tempio; mentre il Ridolfi (1648) annota suoi affreschi nel palazzo dei Tiretta alla Roia e in una loro villa a Trebaseleghe, lavori ancora esistenti al tempo del Federici (1803). Infine Crowe e Cavalcaselle alla fine dell'Ottocento ricordano un dipinto, nella collezione Cheney a Londra, recante la scritta "Fran… Dominici s. e. a. XXV", di cui si erano già perse le tracce al momento dell'edizione curata dal Borenius (1912) del loro studio sulla pittura italiana.
Nel 1574 la madre del F., Elisabetta, che gli sopravviverà a lungo, fece testamento nominandolo erede universale insieme con i fratelli Bernardino e Laura. Secondo il Burchelati, il F. morì sei anni dopo aver dipinto la Processione del duomo, quindi nel 1578, all'età di trentacinque anni (Ridolfi, 1648).
In passato il F. è stato erroneamente identificato, oltre che col figlio di Domenico Mancini (Crowe - Cavalcaselle, 1871), con Francesco di Domenico di Pasqualino da Venezia (Bailo - Biscaro, 1900), artista nato nel 1518, autore nel 1541 a Treviso di affreschi, di matrice belliniana, per casa Rolandello, poi Moretti - Adimari, e morto prima del 1560.
Fonti e Bibl.: C. Ridolfi, Le maraviglie dell'arte (1648), a cura di D.F. von Hadeln, I, Berlin 1914, p. 239;Treviso, Biblioteca comunale, Mss. 1046 A-B: B. Burchelati,Gli sconci e i diroccamenti di Trevigi nel tempo di mia vita… (1629-30); Ibid. 1410: G. Bampo, I pittori fioriti a Treviso e nel territorio (sec. XX); D.M. Federici, Memorie trevigiane sulle opere del disegno, II, Venezia 1803, pp. 46 s.; L. Crico, Lettere sulle belle arti trevigiane, Treviso 1833, pp. 13 s.; A. Santalena, Guida di Treviso, Treviso 1894, p. 106; J.A. Crowe - G.B. Cavalcaselle, A history of painting in North Italy (1871), a cura di T. Borenius, III, London 1912, p. 130; L. Bailo - G. Biscaro, Della vita e delle opere di Paris Bordon, Treviso 1900, pp. 27 s. n. 2, 81 n. 1; Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia. Treviso, a cura di L. Coletti, Roma 1935, pp. 196 s., 212 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, IX, pp. 414 s.