FOSCARI, Francesco
Nato a Venezia il 30 dic. 1704, da Sebastiano e da Elena Correr, ricevette un'ottima educazione letteraria da precettori privati e fu avviato alla carriera politica. Fu più volte savio agli Ordini (1730, 1731), savio di Terraferma (1735-1745), savio del Consiglio (1745, 1751-54, 1761-64, 1768-76, 1779, 1781-83, 1785-90), provveditore sopra Beni (1746, 1766), deputato e aggiunto sopra la Provision del denaro (1747, 1764, 1768, 1770), provveditore alle Artiglierie (1750), savio alle Acque (1751, 1752, 1754, 1755, 1779, 1781), provveditore alla Giustizia Nuova (1751), inquisitore e aggiunto sopra Ori e monete (1753, 1772), provveditore sopra Feudi (1754), provveditore del collegio della Milizia da mar (1755), provveditore sopra Monasteri (1757), provveditore sopra Olii (1764), savio all'Eresia (1766, 1784), esecutore contro la Bestemmia (1769), ambasciatore al papa (1769), savio alla Mercanzia (1773-74, 1780, 1782, 1784, 1785), revisore e regolatore alla Scrittura (1776), deputato straordinario alla Regolazione delle arti (1776), provveditore all'Armar (1780), revisore alle Pubbliche Entrate (1782), deputato ad pias causas (1782, 1785), provveditore sopra Ospedali e luoghi pii (1782), aggiunto al collegio delle Pompe (1783), provveditore sopra Beni comunali (1783), deputato alla Regolazione delle tariffe (1786, 1788), inquisitore all'Arsenale (1787), inquisitore sopra l'Amministrazione dei pubblici ruoli (1790).
Il 21 marzo 1740 fu nominato nobile a Roma con l'incarico di ottenere dal papa la revoca della nomina di un vescovo a Gorizia e poi di un vicario nella parte imperiale del patriarcato di Aquileia: la missione non ottenne alcun risultato e al F. non restò altro che pronunciare parole di rassegnata amarezza per la decisione papale che stava per porre fine alla secolare esistenza del patriarcato di Aquileia e sanciva un'altra visibile tappa della decadenza della Serenissima.
Il decreto veneziano del 7 sett. 1754, ispirato a rigidi principî giurisdizionalistici, che vietava i ricorsi a Roma e la pubblicazione di bolle, costituzioni e altre carte e imponeva varie restrizioni su indulgenze, dispense, regolari, materie beneficiarie, aprì una dura vertenza con la S. Sede. Il F. era fautore di una linea moderata, favorevole a un accomodamento con Benedetto XIV e per qualche tempo passò anche qualche notizia riservata al nunzio apostolico (che lo definiva "ben intenzionato"), discretamente sorvegliato, peraltro senza conseguenze, da una spia degli inquisitori di Stato. L'anno successivo, tra il 4 e il 13 sett. 1755, venne incaricato dal Senato, insieme con Bernardo Nani, Alvise Emo e Marco Antonio Grimani, di ricevere e festeggiare Clemente Augusto di Baviera, in visita a Venezia; nel 1756 fu designato bailo a Costantinopoli. Poco dopo il suo arrivo (17 ott. 1757), in seguito alla morte del sultano Osman III (28 ottobre), venne designato ambasciatore straordinario per porgere le felicitazioni al successore Mustafà III. Il 30 nov. 1765 fu eletto ambasciatore straordinario in Germania per l'ascesa al trono di Giuseppe II, ma poi la missione venne annullata.
La sua presenza sulla scena politica veneziana si coglie in occasione di alcune scelte politiche di grande rilievo: dopo aver declinato, per motivi di età, nell'agosto 1782, la carica di nobile a Pietroburgo (dove andò invece il figlio Ferigo Todero), nel luglio-agosto 1783 propugnò l'alleanza con la Russia per la rinascita dei commerci veneziani con l'Oriente e presentò anche un progetto di acquisto di grossi legni mercantili; nel giugno 1788 sostenne fermamente la linea del Senato per una "neutralità belligerante" nella guerra russo-turca (1787-92); il 27 marzo 1790 sottoscrisse con Antonio Cappello il progetto di Andrea Memmo per una riforma dell'amministrazione in Dalmazia.
Animato sin da giovane da una "fervida e insaziabile fame d'istruirsi e d'illuminarsi" (Solari), dedicò tutto il tempo libero a studi di politica, morale, filosofia, eloquenza ("talento per verità enciclopedico", lo definiva nel 1798 P.A. Zaguri, p. 335): non pubblicò nulla ma profuse cospicui aiuti economici e protezioni politiche a favore di iniziative editoriali erudite. Tra il 1744 e il 1769 finanziò la pubblicazione dei trentaquattro volumi del Thesaurus antiquitatum sacrarum complectens selectissima clarissimorum virorum opuscola in quibus veterum Hebraeorum mores, leges, instituta, ritus sacri et civiles inlustrantur, un ampio e accurato repertorio di antichità giudaiche curato da Biagio Ugolini, utile soprattutto per la riproduzione di molti trattati rabbinici poco accessibili nelle edizioni originali (Venetiis 1744-1769). Preziosa edizione è anche quella delle Theophylacti Bulgariae archiepiscopi opera omnia sive quae hactenus edita sunt, sive quae nondum lucem viderunt: cum praevia dissertatione de ipsius Theophylacti gestis et scriptis ac doctrina (Venetiis 1754-1783): i quattro volumi in folio mettevano a disposizione degli studiosi di patristica e di storia medievale gli scritti esegetici sul Vecchio e Nuovo Testamento e le lettere più importanti di questo arcivescovo di Bulgaria, vissuto nel secolo XI (l'edizione era preceduta da una dissertazione di G.F.B. De Rubeis). Il F. promosse e finanziò anche l'imponente (quattordici volumi) Bibliotheca Graeco-Latina veterum patrum, antiquorum scriptorum ecclesiasticorum (Venetiis 1765-1788): morto nel gennaio 1780 Andrea Galland, il dotto teologo dell'Ordine dei filippini che aveva curato l'edizione in ordine cronologico dei circa trecentonovanta scrittori dei primi sette secoli del cristianesimo, l'opera venne poi completata da G.B. Gallicciolli (l'Index alphabeticus sarà stampato a Bologna nel 1863). La rilevanza culturale di quest'opera, per la quale il nobile Bernardo Nani mise a disposizione i codici della sua biblioteca privata, e a cui il doge Leonardo Loredan concesse il 2 ag. 1753 una serie di privilegi, sarà più tardi riconosciuta da J.-P. Migne.
Il F. morì a Venezia il 17 dic. 1790.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Segretario alle Voci. Elezioni Pregadi, reg. 22, cc. 17v, 18v, 19v, 29, 30v; reg. 23, cc. 1v, 2v, 4v, 5v, 6v, 11v, 19v, 21v, 48v, 56v, 68v, 86v, 100, 136v; reg. 24, cc. 2v, 3v, 5v, 57v, 73v, 105v, 133v, 136v, 137v; reg. 25, cc. 2v, 3v, 4v, 5v, 7v, 8v, 9, 45v, 55v, 63v, 78v, 91v, 98v, 115v, 128, 135v, 141, 147, 151v, 154v, 166; reg. 26, cc. 1v, 2v, 131v, 135v, 187v; Avogaria di Comun. Libri d'oro. Nascite, XII, 149; Senato. Rettori, filza 389, 1° maggio 1790; Senato. Dispacci Costantinopoli, filze 207, 208; Senato. Roma expulsis, reg. 19, cc. 18r, 20r, 25r, 58r-59v, 101v; Inquisitori di Stato, b. 637, riferte A. Zaniboni, 23-24 aprile, 13 e 28 ag. 1756; Notarile, notaio Giovanni Cabrini, b. 1162, n. 603 (24 aprile 1748); Provveditori alla Sanità. Necrologi, n. 977, 18 dic. 1790; Venezia, Bibl. del Civico Museo Correr, Mss. P. D. C 2191/X C.4; ibid. 2600/13; ibid. C 2222/XLIII; Ibid., M. Barbaro, Arbori de' patrizi veneti…, III, c. 511; Ibid., Bibl. naz. Marciana, Mss. It., cl. VII, 1912 (=8328), lettere del F.; Mss. It., cl. VII, 692 (=8402), cc. 2-5; A. Solari, Elogio storico di F. F., Venezia 1791; Nuovo Dizionario istorico ovvero Storia in compendio di tutti gli uomini…, V, Bassano 1796, pp. 247-249; G.A. Moschini, Dalla letteratura veneziana del sec. XVIII a' nostri giorni, II, Venezia 1806, pp. 157 s.; Biografia universale antica e moderna, XXI, Venezia 1825, pp. 453-455; Suplimento alla Biografia universale…, LXXVI, p. 129; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinquant'anni. Studi storici, I, Venezia 1855, pp. 121 s.; G. De Renaldis, Memorie storiche dei tre ultimi secoli del patriarcato d'Aquileia (1411-1751), Udine 1888; Passaggio dell'elettore di Colonia per Venezia (1755), a cura di F. Bombardella, Venezia 1893; P. Molmenti, Carteggi casanoviani. Lettere di G. Casanova e di altri a lui, I, Venezia 1916, pp. 61 s.; Lettere del patrizio Zaguri a G. Casanova, II, Venezia 1918, p. 335; G. Natali, Il Settecento, Milano 1929, pp. 423, 481, 566; A.M. Bettanini, Benedetto XIV e la Repubblica di Venezia…, Milano 1931, pp. 50, 68, 127 s.; Verbali delle sedute della municipalità provvisoria di Venezia, 1797. Appendice. Le "annotazioni" di F. Calbo alle sedute dei Consigli dei rogati (1785-1797), a cura di R. Cessi, Bologna 1942, pp. 3, 28 s., 31 s., 34 s., 47 s., 64 s., 68-72, 74 s., 80 s., 87 s., 95, 98, 102, 104 s.; F. Seneca, La fine del patriarcato aquileiese (1748-1751), Venezia 1954, pp. 12-15, 20 s., 23, 25-29; G. Berti, Russia e Stati italiani nel Risorgimento, Torino 1957, pp. 69 s.; G. Torcellan, Una figura della Venezia settecentesca. A. Memmo, Venezia-Roma 1962, pp. 199, 219; Illuministi italiani, VII, Riformatori delle antiche Repubbliche…, a cura di G. Giarrizzo - G. Torcellan - F. Venturi, Milano-Napoli 1965, pp. 245, 275; G. Tabacco, A. Tron (1742-1785) e la crisi dell'aristocrazia senatoria a Venezia, Udine 1980, pp. 116, 118, 120, 123, 208; A. Niero, L'erudizione storico-ecclesiastica, in Storia della cultura veneta, 5, Il Settecento, II, Vicenza 1986, p. 102; Dispacci da Pietroburgo di F. Foscari 1783-1790, a cura di G. Penzo Doria, Introduzione di G. Bonfiglio Dosio, Venezia 1993, pp. IX-XXIII; C. von Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Österreich, IV-V, pp. 298 s.; Encicl. cattolica, XII, col. 714.