FOGOLLA, Francesco (nome cinese Fu Zhujiao)
Nacque a Montereggio di Mulazzo in Lunigiana, allora soggetta al Ducato di Parma, da Gioacchino e da Elisabetta Ferrari il 4 ott. 1839. Compì i primi studi a Tordenaso di Langhirano e a Pontremoli, e dal 1852 a Parma, affidato alle cure del sacerdote L. Bianchi. Nel 1856 il F. decise di vestire l'abito francescano: fu ammesso nell'Ordine il 1° nov. 1856 a Bologna e un mese dopo partì per il convento di Montiano presso Cesena; ma, il 14 sett. 1857, prima di finire il noviziato, fu costretto a ritornare a casa dei genitori a Parma (ove essi risiedevano dal 1855) a causa di una malattia "contagiosa e incurabile". A dispetto dell'infausta diagnosi si ristabilì presto e riprese il noviziato a Rimini, ove pronunciò i voti semplici il 21ag. 1859. Il 21 ag. 1862 fece la professione solenne e il 19 sett. 1863, prima di terminare gli studi teologici, fu ordinato sacerdote.
Nel 1866, costretto a ritirarsi nella casa paterna a seguito della soppressione delle comunità religiose, chiese di essere inviato nelle missioni. La richiesta venne accolta e il F. in ottobre si trasferì a Roma, ove completò la sua formazione nel convento di S. Bartolomeo dell'Isola. Il 13 dic. 1866 venne esaminato e ritenuto idoneo alle missioni dalla congregazione de Propaganda Fide.
Nella primavera del 1877 si imbarcò alla volta della Cina, giungendo a Hong Kong il 30 maggio. Di qui, accolto gratuitamente a bordo di un piroscafo americano, salpò per Shangai dove giunse il 15 giugno, quindi raggiunse il 14luglio il porto di Tiensin, nello Shantung e infine la missione di Tsinan, capoluogo della provincia. Qui incontrò mons. L. Moccagatta da Castellazzo, vicario apostolico dello Shantung ed amministratore apostolico dello Shansi, in compagnia del quale in novembre si recò a Pechino. In seguito fu inviato per un breve periodo nella missione di Tatong, dove rimase fino al 3 febbr. 1868. Dall'11 febbraio fu a Taiyuan, capoluogo dello Shansi. Qui studiò per quattro mesi la lingua cinese e quindi fu inviato ancora nella missione di Tatong, al confine con la Mongolia, dove curò una comunità di circa 700 fedeli.
Durante i primi anni di permanenza la scarsa conoscenza delle consuetudini cinesi fu all'origine di diversi malintesi tra il F. e la popolazione. Anche se, in osservanza dei trattati imposti dalle potenze europee, i missionari godevano della protezione delle autorità provinciali, i loro rapporti con la popolazione locale erano tesi. In quegli anni molti contadini emigrarono nella vicina Mongolia a causa di una grave carestia dovuta alla siccità e tra essi era diffusa l'opinione che la pratica della religione cristiana avesse indispettito le divinità locali. Nonostante la situazione generale suggerisse prudenza, il F. predicò spesso in pubblico, per la qual cosa fu ammonito dalle autorità.
All'inizio del 1870 egli venne condannato a due giorni di prigione perché considerato responsabile di disordini di piazza. L'episodio indusse i suoi superiori a richiamarlo a Taiyuan per qualche tempo e ad assegnarlo alla cura delle missioni di Kisien e Pinjao. In questi anni il F. acquisì un'ottima padronanza della lingua cinese e studiò approfonditamente la legislazione locale. Nel 1877 Propaganda Fide divise in due parti il vicariato dello Shansi e il F. fu nominato vicario generale della zona meridionale, con sede a Lungan: "dove vi sono da tre a quattromila cristiani con 200 o 300 catecumeni e tre Sacerdoti cinesi in aiuto, essendo l'estensione di tutta la Missione come un terzo d'Italia" (Ricci, Barbarie). Dal 1877 al 1879 un'altra grave siccità colpì lo Shansi e il principale impegno dei missionari fu tentare di alleviare le sofferenze della popolazione. Nel 1879 il F. si adoperò, con l'aiuto finanziario dell'oeuvre de la Propagation de la Foi, a costruire una chiesa dedicata al S. Cuore a Lungan; il procuratore delle missioni non fece mancare il suo sostegno al progetto e altri fondi furono raccolti dai fedeli.
All'impegno pastorale si aggiunse in questi anni quello legale: la competenza acquisita dal F. ne fece il difensore dei diritti dei cristiani presso i tribunali cinesi. In particolare si batté con successo perché venisse rispettato il diritto dei cristiani ad accedere agli studi più elevati che rendevano idonei ad acquisire le più alte cariche nella pubblica amministrazione.
Il 27 apr. 1879 Propaganda Fide invitò i vicari apostolici a convocare per la prima volta sinodi regionali in Cina (6 giugno - 4 luglio 1880). Il F. fu tra i teologi e promotori dell'assise e, anche in virtù della padronanza della lingua cinese, rivestì l'ufficio di predicatore. Tornato all'attività pastorale nella missione di Lungan il 20 febbr. 1883 fu colpito da una grave forma di febbre tifoide. L'8 sett. 1884, nonostante le precarie condizioni di salute, poté presenziare alla consacrazione della nuova chiesa del S. Cuore. Nel maggio 1885 una nuova acutizzazione del male indusse i superiori a far curare il F. nell'ospedale delle suore della Carità a Tientsin. Il 28 settembre, completamente guarito, tornò a Taiyuan dove rivestì l'incarico di rettore e insegnante nel seminario maggiore che contava allora 20 allievi e contribuì alla realizzazione di un orfanotrofio. Nel 1888 il F. venne eletto vicario generale di mons. G. Grassi, successore del Moccagatta, e gli fu affidata la cura degli affari discussi dai tribunali superiori. Nel 1885 prese parte al secondo sinodo regionale. Dal maggio al luglio 1896 compì la visita pastorale delle missioni del Nord. In questa occasione organizzò nella regione l'attività dell'oeuvre de la Sainte-Enfance di Parigi.
Il 2 nov. 1897 partì alla volta di Torino per partecipare all'Esposizione internazionale organizzata dall'Associazione nazionale per soccorrere i missionari italiani animata da E. Schiaparelli. Sbarcato a Napoli il 29 genn. 1898, incontrò a Roma il generale dell'Ordine e consegnò a Propaganda Fide una relazione di mons. Grassi.
Utilizzò la lunga permanenza in Europa per raccogliere fondi e sollecitare nuovi missionan per la Cina. A Parma incontrò mons. G.M. Conforti, che destinò due missionari del giovane istituto saveriano allo Shansi. Durante l'Esposizione il F. attirò l'attenzione dei cartografi per la dettagliata conoscenza dello Shansi e quella dei geologi per una collezione di flora fossile che fu acquistata dal R. Museo geologico di Torino.
A Parigi, dove giunse in luglio per incontrare P.E. Dupron, seppe di essere stato nominato coadiutore con diritto di successione di mons. Grassi e vescovo titolare di Bagi (nomina del 28 giugno); il 24 agosto fu consacrato vescovo dal nunzio apostolico a Parigi, mons. E. Clari. Dopo essersi recato a Bruxelles e a Londra alla ricerca di altri aiuti per le missioni, e a Lourdes in pellegrinaggio, il F. partì da Marsiglia il 12 marzo 1899 insieme con otto suore e nove missionari e rientrò a Taiyuan il 4 maggio 1899.
Le notizie giunte dal confinante Shantung all'inizio del 1900, sulle violente uccisioni di europei e cristiani ad opera del movimento xenofobo dei Boxers, furono accolte dal F. senza eccessiva preoccupazione, in quanto egli - oltre ad avere fiducia nelle leggi e consuetudini cinesi, che ben conosceva - confidava anche nel favore mostrato dal governatore della provincia nei confronti dei cristiani. Ma in aprile, proprio a causa della scarsa energia mostrata nei confronti degli Europei, questi venne destituito e sostituito dal responsabile dei massacri avvenuti nello Shantung, Yu Hsien. Anche con quest'ultimo il F. tentò di stabilire relazioni amichevoli: si recò da lui il 13 maggio ricevendo vaghe assicurazioni sulla sicurezza dei missionari. Il 27 giugno ebbero inizio violenze e saccheggi nelle missioni protestanti dello Shansi e il giorno stesso il F. tentò inutilmente di incontrare di nuovo il governatore, mentre l'ostilità verso i cristiani cinesi e gli europei si diffondeva nella popolazione.
Da aprile a giugno la regione fu colpita da una ennesima epidemia di tifo. Nella notte tra il 5 e il 6 luglio il F. fu tratto in arresto con mons. Grassi ed un gruppo di suore e catechisti cinesi e tenuto in custodia presso una residenza mandarinale fino al pomeriggio del 9 luglio, quando, condotti nel cortile del tribunale, vennero tutti trucidati senza alcun processo.
Il F. e i suoi compagni di martirio furono beatificati da Pio XII il 24 nov. 1946.
Fonti e Bibl.: Acta Ordinis fratrum minorum, V (1886), p. 79; VII (1888), pp. 74, 154; VIII (1889), p. 76; XVII (1898), p. 119; XIX (1899), pp. 167 s., 191; XX (1910), p. 19; M. Valli, Gli avvenimentiin Cina nel 1900 e l'azione della R. Marina italiana, Milano 1905, pp. 170, 236; G. Ricci, Barbarie e trionfi, Firenze 1909, pp. 261-424, 552-669; Id., Acta martyrum Sinensiurn a 1900 in prov. Sansi occisorum, Quaracchi 1911, pp. 25, 28-30, 41, 44, 50-53, 62-64, 67, 310 s.; P. Pasquali, F. F. martire e apostolo della Cina, Pontremoli 1938; C. Silvestri, La testimonianza del sangue. Biografie dei beati cinesi uccisi tra il 4, 5 e 9 luglio 1900, Roma 1943, pp. 67-107; Acta Apostolicae Sedis, XXXIX (1947), pp. 213-221, 307-311; R. Streit - J. Dindinger, Bibliotheca missionum, XII (1958), pp. 348-350, 520; XIII (1959), pp. 164, 212, 522, 524; XIV (1960), pp. 155, 247, 249; Enc. cattolica, V, col. 1466.