FLORIMO, Francesco
Nacque a San Giorgio Morgeto (presso Polistena, in Calabria) il 12 ott. 1800 da Michelangelo e da Maria Antonia Oliva. Nel novembre 1817 risulta iscritto al collegio di musica "S. Sebastiano" in Napoli, dove seguì i corsi di G. Elia (pianoforte), di G. Furno (partimento), di G. Crescentini (canto), di G. Tritto e di N. Zingarelli (contrappunto), e dove ben presto divenne compagno di studi di V. Bellini, al quale rimase legato da profonda amicizia. Fra le sue prime composizioni, secondo la testimonianza del Villarosa, sono da annoverare alcune cantate sotto la guida dello Zingarelli; per l'inaugurazione del ritratto dello stesso Zingarelli nell'archivio del collegio (23 giugno 1835) il F. scrisse una sinfonia fugata a grande orchestra e un inno su testo di C. Dalbono (L'Omnibus, 27 giugno 1835, pp. 55 s.).
Le vicende biografiche del F. sono in gran parte legate alla presenza in seno all'istituzione didattica napoletana, dapprima in veste di allievo, poi dì "archivario" delle carte musicali, succedendo, nel 1826, a G. Sigismondo, che fin dalla fondazione della biblioteca del conservatorio della Pietà dei Turchini era stato collaboratore di S. Mattei. Il 20 apr. 1828, ancora allievo, concertò e diresse un Miserere a 53 voci dello Zingarelli al collegio di musica; dal 3 maggio 1831 fu direttore dei concerti vocali e corali degli alunni del collegio, incarico che conservò fino agli ultimi anni di vita. Il 30 dic. 1832 venne nominato dalla r. soprintendenza dei Teatri e spettacoli componente della commissione di esame per il "corpo dei cori", presieduta da G. Sarmiento; il 2 dic. 1833 fu confermato alla direzione degli esercizi vocali degli allievi del collegio; il 21 febbr. 1834 fu nominato maestro di cappella ordinario della R. Accademia di musica e ballo e dal 24 agosto dello stesso anno direttore dei concerti della musica e dell'archivio della Società filarmonica di Napoli (dove verrà eseguita la sua Sinfonia funebre in memoria di Bellini, stampata dalla casa editrice Girard nel 1836, ridotta dallo stesso autore per pianoforte a 4 mani).
Nel 1841 fu nominato socio corrispondente nazionale della R. Accademia di belle arti di Napoli e socio compositore onorario della Congregazione di S. Cecilia in Roma; dal febbraio 1855 socio compositore onorario dell'Accademia filarmonica di Bologna; nel 1869 divenne ufficiale e nel 1887 grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia; dal 2 ott. 1876 fu socio corrispondente nazionale della Società reale di Napoli per la sezione belle arti dell'Accademia di archeologia lettere e belle arti.
Dal 15 nov. 1836 la commissione amministrativa del collegio di musica chiamò F. Rondinella a coadiuvare il F. nel riordinamento dell'archivio e nella formazione dei gran catalogo; l'attività del F. consistette nella redazione di un catalogo generale alfabetico per autori, di un catalogo della musica sacra, di un catalogo delle opere scientifiche storico-musicali, teoretiche, didascaliche e infine di un catalogo dei libretti delle opere teatrali (i cui dati confluiranno nella cronologia dei teatri di Napoli, pubblicata nel quarto volume della Scuola musicale). Esiste, inoltre, un registro sul quale veniva annotata la data di consegna delle stampe musicali depositate presso il collegio dagli editori napoletani a partire dal 1851.
L'Archivio divenne "un des dépóts artistiques les plus intéressants" (Fétis), ma il suo funzionamento non era esente da critiche: da alcune lettere di G.A. Noseda, giunto a Napoli per perfezionare gli studi di composizione (maggio 1862) Si apprende, infatti, che il "prezioso emporio di manoscritti" diretto dal F. versava in condizioni deplorevoli: "Un archivio senza consegna di catalogo, senza controllo, senza cauzione ..." (Moreni, Vita musicale a Milano, 1985, p. 144; lo stesso F. si era opposto strenuamente alle continue richieste del Noseda di ricopiare materiali depositati presso l'archivio del collegio, mentre i governatorì dello stesso non avevano esitato a vendere al collezionista milanese una gran quantità di manoscritti di proprietà del collegio, ora custodite nel fondo Noseda dei conservatorio di musica "G. Verdi" di Milano).
Il F. riuscì ad arricchire l'archivio musicale del collegio attraverso acquisti (in particolare degli autografi musicali di N. Piccirmi e di D. Cimarosa, venduti, questi, dal figlio dei musicista, Paolo) e donazioni di fondi privati (il fondo Capece Minutolo, gli autografi di M. Carafa di Colobrano, donati nel 1869); egli stesso lasciò in dono all'archivio un gran numero di partiture (nel 1869 numerosi autografi belliniani e dello Zingarelli, nel 1880 oltre 173 autografi "dei più rinomati maestri d'Italia e dell'Estero"), in gran parte acquistate nel corso dei suoi viaggi artistici (i più importanti e proficui dei quali, come egli stesso afferma, furono compiuti nel 1847 a Parigi e nel 1858 in Germania) e di ritratti di musicisti, in molti casi commissionati espressamente ad artisti napoletani (fra i quali F. Palizzi, D. Morelli, E. Dalbono, V. Paliotti, S. Altamura); numerosi sono i cimeli belliniani donati al collegio (E. Santagata, Il Museo storico musicale di "S. Pietro a Majella", Napoli 1930, pp. 49-52; per una descrizione delle sale della biblioteca ornate dei ritratti dei musicisti voluti dal F. cfr. Acuto, Corrispondenze. Napoli, 3 maggio, in Gazzetta musicale di Milano, XXXI, n. 21, 21 maggio 1876, pp. 182 s.). Nel 1880 il F. aveva anche proposto la creazione di un museo musicale (alle dipendenze dell'archivio del collegio), nel quale gli strumenti musicali potessero essere ordinati e classificati "secondo le varie epoche, secondo l'ufficio a cui servivano, e secondo la musica in uso nell'epoca medesima" (Ruta, Relazione, 1880, p. 24).
La fama del F. rimane indissolubilmente legata alla redazione della monumentale Scuola musicale di Napoli: una prima versione, in due volumi, intitolata Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, era stata terminata nel 1867 e pubblicata originariamente in dispense mensili (i due volumi erano apparsi a Napoli fra il 1869 e il 1870; nel 1873 il F. ritornò sull'argomento per redigere, su incarico del ministro della Pubblica Istruzione, una relazione per l'esposizione di Vienna (Cenni storici sul collegio di musica di S. Pietro a Majella in Napoli, Napoli 1873).
Numerosi dati, fra quelli inclusi nel Cenno storico, si rivelarono ben presto inesatti. Il F. non attinse per le sue biografie soltanto a fonti scritte (numerose delle quali da lui stesso costantemente citate), bensì anche - in larga misura - a fonti orali: i racconti uditi dai maestri, dai compagni di studio, da G. Sigismondo sono in molti casi la fonte primaria per la rievocazione di episodi ai quali non aveva potuto assistere da testimone oculare, ma che vennero tenuti in gran conto per arricchire la narrazione di aneddoti; alla tradizione orale sono affidate le descrizioni dei metodi di insegnamento della scuola (in particolare nel caso del suo maestro Zingarelli, strenuamente difeso dagli attacchi rivoltigli dal Fétis, che aveva giudicato il periodo di gestione zingarelliana come uno dei più bui per l'istruzione musicale); tuttavia la citazione indiretta si rivela spesso infedele (è il caso, per esempio, dell'episodio relativo alla consegna degli autografi appartenuti a G. Paisiello, originariamente donati dal musicista alla Società reale di Napoli anziché al collegio di musica). Quando argomento della trattazione diventano i contemporanei, il F. diventava storico "tucidideo", che narra ciò di cui è stato testimone (a volte con fedeltà, a volte modificando - più o meno deliberatamente - la realtà dei fatti).
La Scuola musicale (pubblicata fra il 1880 e il 1883: la stampa del terzo volume venne ultimata il 10 sett. 1883; le date riportate sulle copertine e sui frontespizi dei volumi non coincidono in tutti gli esemplari consultati; il solo terzo volume reca la dicitura "2a edizione"; ora riproduzione ariastatica, Bologna 1969: per il vol. IV si fa riferimento a un'ediz. Torino 1882) non è una semplice ristampa, bensì una vera e propria edizione ampliata del precedente Cenno (del tutto nuovi sono i contenuti del primo e del quarto volume, mentre il secondo ed il terzo coincidono per grandi linee con il primo ed il secondo del Cenno): non contiene soltanto rettifiche di errori materiali, ma in alcuni casi testimonia l'evoluzione del pensiero del F. o, piuttosto, riflette le mutate opinioni nei confronti di alcuni contemporanei. È il caso, per esempio, di S. Mercadante, nel quale il F. aveva visto l'ideale continuatore dell'insegnamento dello Zingarelli, tanto da caldeggiare la sua candidatura a direttore del collegio nel 1840; la delusione maturata negli anni della direzione di Mercadante - soprattutto per quanto riguarda l'insegnamento della composizione e l'inattualità dei modelli proposti agli allievi - fu certamente alla base del mutato orientamento del F. riflesso nella Scuola musicale, quasi una sorta di apostasia nei confronti dell'amico di un tempo.
Numerose nuove voci biografiche, non incluse nel Cenno storico, furono aggiunte nella nuova edizione; allo stesso modo altre, relative a musicisti meno noti, in gran parte compagni di studio dello stesso F., furono soppresse.
Anche se oggi sono indiscutibili i limiti del metodo biografico adottato dal F. (già messi in luce da B. Croce, che aveva rilevato come egli avesse accolto "con troppa facilità le tradizioni orali, che sogliono essere assai ingannevoli"), è tuttavia innegabile l'intento di ricostruzione biobibliografico e di sistematizzazione della scuola (e delle scuole) impostato secondo il principio dell'inventariazione dei dati (le biografie, lo ricordiamo, sono inquadrate nell'ambito dell'istituto nel quale i musicisti si sono formati; di ciascuno degli istituti viene tracciata la storia, vengono fornite "osservazioni artistiche" secondo criteri evoluzionistici legati alla parabola origine-apogeo-decadenza, vengono elencati gli allievi - con relativo albero genealogico di ascendenze e discendenze didattiche -); i medaglioni biografici, conformati alla tradizione dei dizionari (Choron - Fayolle, Bertini, Fétis), delle Biografie degli uomini illustri del Regno di Napoli (Napoli 1816), degli elogi sette-ottocenteschi, delle Memorie di Villarosa esemplate sull'Apoteosi della musica di Sigismondo, non vengono messi in relazione gli uni agli altri (soltanto occasionalmente dati relativi a un musicista emergono in relazione alla biografia di un altro). Pur non escludendo un certo interesse verso materiali documentari di prima mano (vengono pubblicati, per esempio, numerosi documenti relativi alla gestione ottocentesca del collegio), la redazione risente di un assorbimento quasi onnivoro di materiali eterogenei fra loro, senza un vero processo di elaborazione critica, che permetta di tracciare un quadro complessivo della continuità delle tradizioni artistiche.
Il F. lavorò a lungo presso l'editore napoletano Girard in qualità di riduttore (per canto e pianoforte) delle opere rappresentate nei teatri napoletani (fra le altre, Bianca e Gernando di Bellini) e, dagli anni Trenta, come autore e trascrittore di canzoni napoletane (si veda la collana delle Canzoncine nazionali, realizzate a cadenza annuale come strenne editoriali). Il F. fu prolifico autore di romanze (le 24 romanze dedicate a Bellini, Napoli 1835) e trascrittore di melodie popolari.
Proprio con l'intento di celebrare la scuola, il F. scrisse il Breve metodo di canto, dedicato a Crescentini, suo maestro (ultimo depositario della tradizione dell'insegnamento del canto che discende dai mitici capostipiti A. Scarlatti, F. Durante e N. Porpora), che vedrà, nel giro di due decenni, più d'una edizione; alla prima (Napoli 1840, poi ristampata con l'aggiunta di alcune lezioni, di nuovi solfeggi e con nuovi accompagnamenti in alcuni esercizi dallo Stabilimento musicale partenopeo nel 1855) seguì un'edizione curata da Ricordi a Milano (le tre parti dei metodo furono pubblicate fra il 1841 e il 1844), ristampata e ampliata nel 1861 con l'aggiunta di una quarta parte dedicata a Rossinì. Il Metodo fu adottato, oltre che nel collegio napoletano, anche al conservatorio dì Milano e incontrò numerosi consensi.
Nel 1876, in occasione della prima esecuzione del Ring wagneriano, il F. dette alle stampe a Napoli un opuscolo su Riccardo Wagner ed i wagneristi, nel quale condannava gli epigoni di Wagner con toni di acceso nazionalismo. Nel 1883 venne pubblicata ad Ancona una nuova edizione dell'opuscolo, che includeva in appendice lettere di G. Verdi, H. von Bölow, Cosima Wagner e l'autografo di una lettera di Wagner stesso al duca di Bagnara (22 ag. 1880), nella quale il "Lutero della musica" raccomandava ai giovani compositori di dare all'opera "colorito italiano con la melodia". Gran rilievo verrà riservato dal F. alla visita di Wagner al conservatorio napoletano, avvenuta nel 1880, durante la quale aveva ascoltato un'esecuzione del Miserere di L. Leo, caposaldo della tradizione napoletana, e aveva confessato allo stesso F. la propria predilezione per le composizioni di Bellini (Riccardo Wagner, p. 35; La scuola musicale, III, pp. 198 s.). Ancora nella revisione del 1883 il F. ammorbidì le proprie posizioni più dichiaratamente antiwagneriane, probabilmente sulla scorta dell'entusiasmo provocato dalle dichiarazionì filobelliniane del compositore tedesco.
Le tesi del F., riportate anche su alcuni periodici napoletani, trovarono un oppositore in C. Malfatti, che sull'Archivio musicale (II [1883], p. 339) ne recensì il lavoro con toni di aperto dissenso in merito all'inconciliabilità di una presunta doppia partigianeria belliniana e wagneriana e furono severamente criticate da F. Filippi, che riaccese i toni della polemica iniziata all'epoca della pubblicazione della prima versione dell'opuscolo, tacciando il F. di superficialità e di anacronismo.
Il ricchissimo epistolario del F., il cui contenuto è ancora in larga misura da indagare, riflette in gran parte quella sorta di forza centripeta esercitata dal bibliofilo sul mondo musicale ottocentesco italiano ed europeo: oltre alle numerose petizioni indirizzate agli esponenti delle più significative istituzioni musicali e ai più noti musicisti del suo tempo per dar vita alla sottoscrizione per erigere il monumento a Bellini, numerose sono le manifestazioni di stima rivolte alle opere letterarie del F., in particolare il Cenno storico e La Scuola musicale di Napoli, da tutti considerati vero monumento alla storia delle istituzioni didattiche napoletane.
Nel 1875 il F. diede vita ad una sottoscrizione pubblica per erigere un monumento alla memoria di Bellini: all'iniziativa aderirono numerose personalità; i maggiori compositori furono invitati a contribuire anche con una composizione originale per pianoforte che sarebbe stata inclusa in un album (il cui ricavato sarebbe confluito nella somma da devolvere alla costruzione del monumento, realizzato dallo scultore A. Balzico e inaugurato nel 1886); oltre all'Album pianistico Bellini, pubblicato a Napoli dalla Società d'industria e belle arti (l'album che raccoglie gli autografi è in Napoli, cons. di S. Pietro a Maiella, Rari 4.3.5) e in seguito a Milano da Ricordi nel 1884 (Ricordi, rappresentato a Napoli da P. Clausetti, acquistò 237 lastre di piombo relative ai brani già pubblicati). Fra i musicisti che avevano aderito all'iniziativa ricordiamo F. Bonamici, P.I. Cajkovskij, B. Cesi, E. Coop, D. Fumagalli, F. Liszt, G. Martucci, C. Palumbo, A. Rendano, A. Rubinstein, P. Serrao, G. Sgambati; dall'iniziativa nacque anche un secondo Album Bellini (Napoli 1886), curato, oltre che dal F., da M. Scherillo, al quale avevano contribuito con scritti e giudizi su Bellini vari musicisti, letterati, artisti dei tempo (fra i quali A. Fogazzaro, G. Verdi, G. Cottrau, A. Boito, Ch. Gounod).
Nel 1876 le ceneri di Bellini, anche grazie all'interessamento del F., erano state traslate a Catania dal cimitero parigino del Père Lachaise e il F. aveva testimoniato, l'evento con la pubblicazione dell'opuscolo Traslazione delle ceneri di Vincenzo Bellini. Memorie ed impressioni (Napoli 1877, poi ripubblicato in Bellini. Memorie e lettere, a cura di F. Florimo, Firenze 1882, pp. 149-243); instancabile come sempre, il F. continuerà ad alimentare il mito di Bellini e a mantenere vivo il suo ricordo, promuovendo concorsi, premi e accademie a lui intitolate.
Il F. morì a Napoli il 18 dic. 1888.
Gli autografi del F. (composizioni musicali, abbozzi degli scritti letterari, epistolario) sono conservati presso la Biblioteca del conservatorio di musica S. Pietro a Majella di Napoli, qui di seguito contrassegnata dalla sigla I-Nc.
Composizioni segnalate nel catalogo a stampa dell'editore Girard: Musica pubblicata a tutto luglio 1847 dagli Editori privilegiati de' Reali teatri di Napoli Girard e C.i… II, Musica strumentale, Napoli 1847, pp. 24, 55, 57; per pianoforte: Mélange brillant sur Bianca e Gemando de Bellini; Mélange brillant sur Il Pirata; Mélange brillant sur La straniera; Mélange brillant sur Norma, Mélange brillant sur La Sonnambula; Mélange brillant sur Niobe de Pacini; La legèreté. Rondo brillant; Mosaïque de Tarantelles napolitaines; Réminiscences des Matinées musicales de la Malibran. Per pianoforte a 4 mani: Mélange sur les Puritani; Pot-pouni sur La donna del lago; Scena ed aria finale della Norma liberamente trascritte; Sinfonia funebre in onore di Bellini, sopra motivi dello stesso.
Riduzioni per pianoforte solo di scene ed arie di opere di Bellini, Donizetti, C. Conti, L. Ricci; numerose composizioni autografe per pianoforte solo (valzer, scherzi, capricci) fra le quali Souvenirs de Naples, fantasia brillante sopra melodie popolari napoletane, per pianoforte, Napoli 1839. Musica per orchestra: Sinfonia funebre perla morte di Bellini (autogr. 20 nov. 1835, I-Nc, 7-8.6/4; ridotta per pianoforte; Napoli 1836) e Sinfonia funebre accomodata sopra quella scritta per la morte di Bellini, da scrivere per l'accademia, data in collegio per onorare la memoria dell'illustre Roberto Gallenberg (autogr. 31 ag. 1839, facsimile in The symphony in Naples 1800-1840, D. Tritto, S. Mercadante, F. F., a cura di R.M. Longyear, New York & London 1983; arr. pianoforte a 4 mani dell'autore, Napoli 1836; altra ed.: Sinfonia funebre in morte di V. Bellini per pianoforte a quattro mani composta e dedicata alla sig. contessa Elisa di Suchtelen nata Lanskov, Milano 1837, n. ed. 9439); Sinfonia fugata a grand'orchestra (1835, autogr. I-Nc, 7.8.6/6); Sinfonia fugata (autogr. Ibid., 7-8.6/7).
Musica vocale: 24 romanze per voce di mezzosoprano, dedicate al suo amico V. Bellini, Napoli 1835, n. ed. 2710, Milano 1835 (nn. edd. 8540-8541); canzoni napoletane e altro per voce e pianoforte: Collezione completa delle canzoncine nazionali napoletane (stampate a Napoli; rist. Milano dal 1853); Ore musicali, o sia raccolta di 12 pezzi per camera, 1836; Le montanine. Scelta di canti popolari napolitani. Strenna musicale per l'anno 1844; Canti della collina. Scelta di canzoni e ballate napolitane... Strenna musicale del 1845; Ischia e Sorrento. Scelta di canzonette e ballate napolitane. Strenna musicale del 1849; Le popolane, canti nazionali... Strenna musicale 1851; Le serate di Capodimonte, canzoni napolitane..., Strenna musicale 1853; numerose romanze, melodie napoletane, canzoni popolari, imitazioni di canzoni napoletane autogr.; una cantata: Ove o bell'amistà (per soprano e tenore con accomp. di basso: Amicizia-Genio; I-Nc, App. Cantate 92-93); La serenata, melodia per violoncello con accomp. di pianoforte, 10 nov. 1868, dedicata a G. Orlandi, autografo.
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