FINETTI, Francesco
Nacque il 1° apr. 1762 a Voghiera, piccolo paese a pochi chilometri da Ferrara, da Giuseppe "umile artigiano". Entrato nel seminario ferrarese nel 1774, il F. si applicò con dedizione agli studi e si distinse nel corso di retorica, appassionandosi ai classici italiani, e specialmente alle opere del gesuita D. Bartoli. Nel 1782 disputò pubbliche tesi di filosofia e nel 1786 di teologia nella metropolitana di Ferrara. Studiò anche clavicembalo (che resterà sempre il suo passatempo preferito) e canto ecclesiastico, nonché greco ed ebraico con l'ex gesuita C. Compagni. Appena conseguita la laurea in teologia fu ordinato sacerdote.
Prese subito a predicare: dapprima a Ferrara, poi per la quaresima 1796 a Venezia, dove si trattenne tutto l'anno girando la provincia, e a Bassano, dove fu scelto come predicatore quaresimale per il 1798. Ormai ampiamente conosciuto e apprezzato, tenne i quaresimali a Venezia nel 1799, e in seguito a Ferrara. Padova, Mantova, Modena, Bologna e Trieste. Nel 1807 ottenne la prebenda teologale della metropolitana ferrarese. Nel 1808 tenne il suo quarto quaresimale a Venezia.
Nel 1809 il cardinale A. Roverella, confinato a Ferrara, fu obbligato a partire per Parigi e volle il F. con sé come segretario. A Parigi il F. si dedicò inizialmente alla scoperta della città e dei suoi monumenti, ma poi si isolò, dandosi allo studio dei classici greci e latini. In quel periodo si legò al dotto gesuita ferrarese A. Muzzarelli, teologo della Penitenzieria pontificia, alla cui memoria dedicherà l'Orazione e tributi poetici..., Ferrara 1813. Rientrò a Ferrara probabilmente subito dopo che il cardinale Roverella morì a Bourbon-les-Bains il 5 sett. 1812, vituperato da molti per aver capeggiato quei "cardinali rossi" che avevano spinto Pio VII a fare a Napoleone concessioni considerate eccessive.
Frattanto, nel febbraio 1812 era stato nominato canonico della metropolitana ferrarese dall'arcivescovo P.P. Fava Ghisilieri. Ma a Ferrara si trattenne poco. Aveva maturato il disegno di entrare nell'appena ricostituita Compagnia di Gesù (1° ag. 1814), forse influenzato dalla frequentazione del Muzzarelli, cosicché partì per Roma. Temendo che l'età gli fosse d'impedimento, aveva messo in moto il cardinale A. Mattei, suo antico protettore, e questi gli fece ottenere un posto nel neoricostituito noviziato di S. Andrea al Quirinale, nel quale egli entrò il 2 nov. 1814, rinunciando al canonicato e a tutti i benefici ferraresi.
Visto il suo passato, venne ben presto utilizzato come predicatore e il 1° ag. 1815pronunciò nella basilica vaticana un Discorso sulla provvidenza di Dio…, che fu più volte pubblicato (Roma 1815, 1819; Lucca 1830; Bologna 1835; ecc.), in cui esaltava il ruolo della provvidenza nella liberazione di Pio VII dalla prigionia in Francia.
Inviato quindi a Reggio Emilia, dove l'8 nov. 1815 si inaugurò il collegio della Compagnia, vi rimase quattro anni, pur assentandosi continuamente per predicare in altre città, specialmente Modena e Piacenza, ma anche per partecipare alle cosiddette missioni in compagnia di giovani confratelli, come fece a Massa.
Nel 1819 fu richiamato a Roma, incaricato della "annuale" (tutte le prediche di tutte le feste dell'anno) nella chiesa del Gesù. Da quell'anno fissò la sua residenza a Roma allontanandosene solo per recarsi a pronunciare panegirici o a guidare tridui, novene ed esercizi spirituali, sia per il popolo sia per il clero, gli studenti, le comunità religiose. Nelle successive quaresime predicò al Gesù e a S. Pietro in Vaticano, ma anche a Verona, a Torino, a Imola, a Genova, a Napoli, a Reggio, a Ferrara, a Pisa, a Lucca e a Firenze.
In Toscana fu richiesto dalla corte granducale per gli esercizi spirituali e fu sollecitato a pubblicare le sue orazioni (Panegirici e orazioni, I-III, Pisa 1832-33).
Quest'opera ebbe grandissima diffusione, e fu ristampata a Torino nel 1838; poi in parte (in volume unico) a Firenze nel 1839, a Pisa nel 1842e a Roma nel 1845(in due volumi). Il F. fu allora considerato "caposcuola di uno stile nitido, suasivo, evidente" (Contini): in realtà era opinione generale che gran parte del suo successo di predicatore gli venisse dal suo vigore oratorio, da un certo fascino personale e dalla voce, onde la lettura dei testi non permette oggi di valutarne l'impatto sul pubblico.
Intanto, all'interno della Compagnia, il F. era stato destinato alla casa professa come prefetto degli studi, quindi ad espositore delle Sacre Scritture nella chiesa del Gesù, ed infine, dal 1822, a professore di sacra eloquenza nell'archiginnasio della Sapienza. In funzione di questi incarichi diede alle stampe quella che viene considerata la sua opera maggiore, La storia evangelica esposta in sacre lezioni... (quattro volumi; Firenze 1838, volume unico; Napoli 1850, con incisioni; in francese, Lyon-Paris 1853, due Volumi; 2 ediz. ibid. 1864; 3 ediz., ibid. 1868; e in polacco, Warszawa 1858, due volumi).
Il 30 ag. 1823 il F. pronunciò al Gesù l'orazione funebre per Pio VII. Il 2 nov. 1824 Leone XII, inaugurando il nuovo Collegio Romano, lo nominò prefetto degli studi, oltre che professore di sacra eloquenza. L'8 dicembre dello stesso anno egli pronunciò gli "ultimi voti" e il 17 marzo 1829 il padre G. Roothaan, vicario e poi preposito generale della Compagnia, lo nominò assistente d'Italia: lo fu per un breve periodo, ché dopo alcuni mesi ebbe luogo una nuova elezione da parte della congregazione generale. Poco dopo, nell'ottobre 1829, fu nominato superiore, ossia viceprefetto di casa professa, e lo restò fino all'ottobre 1835.
Fu membro delle principali accademie; in quella dell'Arcadia assunse il nome di Meonide Alfeiano, e ne fu censore ed uno dei "dodici colleghi". Nel 1842 aveva dato inizio al suo terzo ciclo di quaresimali a S. Giovanni in Laterano, ma il 15 marzo fu colpito da malore mentre predicava nella chiesa del Gesù, da cui non si riprese più.
Il F. morì a Roma il 13 apr. 1842.
L'anno seguente vide la luce il volume l'Irediche postume... (Roma 1843), che contiene alle pp. IXXX-XII una nota biografica, e tutti i più famosi sermoni del F., una specie di summa della sua predicazione: Il pensiero della morte, La società civile osservatrice del Cristianesimo, Il giudizio, L'inferno, La fede, L'uso della fede, Il culto esterno, Il rispetto delle chiese, Il perdono delle offese, L'infelicità temporale del peccatore, La misericordia di Dio, Il purgatorio, L'impurità, Il mondo, Il matrimonio cristiano, La limosina, La morte del giusto, Il paradiso, Le tribolazioni, La passione di N. S. Gesù Cristo.
Nel corso degli anni egli era venuto pubblicando anche una ventina di opere minori, per le quali si rinvia alla Bibliothèque... del Sommervogel.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio Romano Societatis Iesus, Curia generale, Italiae vota professorum 1814-1850, pp. 23 s. (8 dic. 1824); Ibid., Archivio della provincia romana S.J. (ex provincia d'Italia), busta personale del F., contenente solamente il giuramento di obbedienza, e la rinuncia ai beni familiari, rog. A. Monti, 30 ag. 1824; ms. 3444: Lettere intorno alla morte dei nostri, p. 60; ms. 589-34A: Memorie storiche del Noviziato di S. Andrea al Quirinale dal 1772 al 1833 stese dal p. T. Manzotti, all'anno 1814; D. Zanelli, P. F. F. della Compagnia di Gesù, in L'Album, 13 genn. 1844, pp. 361-363 (con ritratto); C. Contini, Elogio biografico alla memoria del padre F. F. …, Roma 1845; Epistolario del card. Angelo Mai, a cura di G. Gervasoni, I, Firenze 1954, pp. 143, 430; A. de Becker - L. de Becker, Bibliothèque des écrivains de la Compagnie de Jésus, IV, Liège 1858, pp. 221 ss.; VII, ibid. 1861, p. 238 (aggiunte); P. Galletti, Mem. stor. intorno alla provincia romana della Compagnia di Gesù dall'anno 1814 al 1913, I, Prato 1914, pp. 107, 145, 154, 181, 196, 200, 253, 300, 311, 435, 639; L'univ. Gregoriana del Collegio Romano nel primo secolo della restituzione, Roma s.a. [1924], p. 158; L. Koch, Jesuiten Lexikon. Die Gesellschaft Jesu einst und jetzt, Paderborn 1934, p. 558; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1934, pp. 121 s.; R. Medizabal, Catalogus defunctorum in renata Societate Iesu..., Romae 1972, p. 22 n. n. 67; G. Moroni, Diz. di erudiz. storico-eccles., XXIV, 63; XXX, 158; XLVII, 153; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, III, coll. 740-746; IX, col. 340.