FIDANZA, Francesco
Figlio primogenito di Filippo, fratello di Gregorio e Giuseppe, non se ne conoscono con esattezza la data (1747 o 1749) e il luogo di nascita; per alcuni (Thieme-Becker) sarebbe nato a Roma, mentre altri (Caimi, 1862; Malvezzi, 1882) lo dicono nato a Città di Castello. Scarse le notizie sulla formazione artistica. avvenuta, probabilmente, a Roma presso il padre Filippo. Nel 1793 il F. si recò a Firenze (Spalletti, 1991) e, sul finire del secolo, si trasferì a Parigi, dove i suoi dipinti, soprattutto paesaggi e marine, riscossero molto successo. La notizia, generalmente riportata dalle fonti, di un alunnato del F. dapprima presso C. Vernet ed in seguito presso C. Lacroix (detto Lacroix di Marsiglia) non trova conferma; gli studi più recenti (Rosci, in Gozzoli-Rosci, 1975, p. 10 n. 1) tendono ad escluderla, limitandosi a notare come il F. sia stato stilisticamente influenzato da C. J. Vernet.
I soli dipinti del F. riconducibili con certezza all'attività precedente il suo trasferimento a Parigi sono due Paesaggi invernali dipinti ad olio: uno (Collezioni private bergamasche, 1981, II, n. 548) reca in basso a sinistra la scritta "F. Fidanza fece 1796", l'altro si trova in collezione privata a Milano (Pirovano, 1983, p. 274 tav. 307).
Questi dipinti presentano già elementi che saranno propri dello stile maturo del F.: una resa del paesaggio e degli effetti meteorologici legata al gusto del decorativismo settecentesco, lontana dalla resa rigorosamente lucida della "veduta" come si era andata definendo a Venezia. Allo stesso tempo, l'atmosfera offuscata, le piccole figure che animano il paesaggio, schizzate con brevi e ben definite pennellate denotano nel F. "una forte sensibilità preromantica, quasi neogotica che ne fa un esponente di cultura europea più che italiana" (Alloisi, 1993).
Nel 1801 al Salon parigino vennero esposti, sotto il nome "Fidanza", nableaux de marine, Clair de lune, un Brouillard, un Temps de neige" (Explication..., 1801, p. 24 n.129). Sempre a Parigi, al Salon del 1804, il F. espose Une neige (Explication..., 1804, p. 30 n. 175).
Questo dipinto venne acquistato dal conte Sommariva ed è ricordato, dapprima, nella sua casa parigina ed in seguito nella sua villa sul lago di Como (Ticozzi, 1831, II, p. 72; De Boni, 1840). È stato supposto (Mazzocca, 1981) che si tratti del dipinto, raffigurante per l'appunto Una nevicata, attualmente presso la Galleria d'arte moderna di Milano (Caramel-Pirovano, 1975, tav. 907), già esposto alla mostra dell'Ottocento lombardo (Bignami, 1900). Di recente Salerno (1991), ha attribuito il dipinto a F. Foschi, limitando il catalogo dei dipinti del F. alle marine. In realtà, il profilo del F. che emerge, sia dai dipinti esposti nei Salons parigini, sia da quanto si deduce dai documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Milano (cfr. Rosci, in Gozzoli-Rosci, 1975, p. 10 n. 2), è quello di un pittore specializzato in "nebbie, nevicate e marine" (Atti..., 1818).
Il dipinto esposto al Salon del 1806 sotto il nome di Fidanza è verosimilmente ascrivibile al fratello Giuseppe.
A partire dal 1808 il F. risulta a Milano, dove trascorse l'ultimo decennio di vita. Dai documenti dell'Archivio di Stato di Milano (concernenti la sua attività dal 1808 al 1815) viene smentita la notizia, tradizionalmente riportata dalle fonti, che egli abbia aperto nella città lombarda una scuola di pittura di paesaggio. In effetti, non appena giunto a Milano, il F. si era rivolto al viceré Eugéne de Beauharnais, proponendone l'istituzione, ma il Beauharnais non parve interessato e preferì aiutare il pittore in diverso modo. Nel 1809, tramite il ministro degli Interni, L. di Breme, il F. inviò al viceré quattro Paesetti da lui dipinti, accompagnati da una rinnovata richiesta di appoggio per l'apertura della scuola. Nel 1809 il F. fornì le stime dei quadri presenti nella collezione Melzi d'Eril (Melzi d'Eril, 1973, p. 149).
La protezione del Beauharnais valse al F. un contratto per le vedute dei "principaux ports du Royaume" (lettera di E. de Beauharnais al F. del 4 febbr. 1809: Rosci, in Gozzoli - Rosci, 1975, p. 8).
L'intenzione del viceré era di avere per il Regno Italico una documentazione visiva analoga a quella che C. J. Vernet, con la serie delle 15 vedute dei porti, aveva eseguito su comnussione di Luigi XV per la Francia. Tra le modalità del contratto, che prevedeva per il F. un compenso di 5.000 lire milanesi annue, a cui se ne aggiungevano altre 4.000 alla consegna di ogni veduta, vi era l'obbligo di ritrarre "autant que possible le costume du Pays" (lettera del 21 febbr. 1809 del di Breme al F., con a margine una postilla di pugno del viceré). La richiesta indica la volontà del Beauharnais di documentare realisticamente la situazione del Regno Italico, anche sotto l'aspetto sociologico e folcloristico. Alla caduta del Regno Italico, nel 1814, il F. aveva eseguito e consegnato soltanto sei vedute dei porti; attualmente ne sono state identificate soltanto due: Porto di Ancona e Porto di Malamocco di notte (Milano, Galleria d'arte moderna: cfr. Caramel-Pirovano, 1975, nn. 909 s., tavv-905-910). Al F. si riferisce il prefetto del dipartimento del Metauro in una lettera del 1811, nella quale sono espressi alcuni dubbi sul pittore, che, recatosi in sopralluogo ad Ancona, apparve un "uomo pingue ... mal vestito ... e par mancante di tutti quei segni che caratterizzano il genio di un ragguardevole artista" (Rosei, in Gozzoli-Rosci, 1975, p. 7).
Delle due vedute dei porti stilisticamente colpisce "sia la loro lontananza formale e concettuale dalla rigorosa e lucida 'veduta' di Canaletto e Bellotto..., sia il fatto che la loro ricerca di animazione e di interessamento, i loro giochi di tramonto e di lume lunare, puramente decorativi e non emozionali, cercano semplicemente di riesumare quel pittoresco settecentesco, quegli 'effects' per cui Vernet era celebre e ricercato... cinquant'anni prima" (ibid., p. 8).
La condotta del F. venne delineata dalla polizia milanese (interpellata nel 1810 dalle forze dell'Ordine parigine, a loro volta sollecitate da tali signori Mounier, presso i quali il pittore aveva lasciato un figlio senza provvedere al suo mantenimento), che si espresse in questi termini: "costui non travaglia se non quando è pressato dai più urgenti bisogni, e ... prendendo denaro non si fa carico di pagare i suoi creditori, vivendo nell'ozio e consumandolo ne' bagordi" (ibid., p. 7).
Le notizie d'archivio terminano nel 1815 con il mancato riconoscimento della validità del contratto da parte del governo provvisorio del Lombardo-Veneto. In quell'anno l'Accademia di Brera respinse la domanda del F. volta ad ottenere una cattedra di paesaggio. Negli ultimi anni di vita il F. si dedicò pure ad attività di restauro (Bignami, 1900). Nel 1818, all'esposizione annuale di Brera, presentò sei paesaggi, tutti "nebbie e nevicate" (Atti della Imp. Regia Accad...., 1818).
Morì a Milano nel 1819.
Tra le opere del F. rintracciate si ricordano: una Marina in burrasca e una Veduta di un estuario, presso la Galleria Corsini di Roma (Alloisi, 1993); in collezione Allamella: una Marina con veliero e pescatori (Rudolph, 1983; Sesticri, 1994); nella Galleria già Lampronti comparvero una Marina con torrione ed una Marina con faro (Sestieri, 1991). A Milano nella Galleria d'arte moderna, oltre ai dipinti citati, si trovano altre tre Marine (Caramel-Pirovano, 1975, tavv. 906, 908 s.) e in collezione privata un Temporale ed un Paesaggio con cascata (Rosei, in Gozzoli-Rosci, 1975, tav. 7) A Bergamo, in collezioni private, oltre al dipinto citato, sono sei dipinti attribuiti al F.: Marina, Veduta di un porto, Paesaggio con cascate, Paesaggio invernale, Paesaggio fluviale sotto la neve e Paesaggio silvestre sotto la neve (Collezioni..., 1981, 1982, 1983). A Firenze, nel Gabinetto dei disegni degli Uffizi, sono tre disegni a penna del F. provenienti dalla raccolta Santarelli (Catal., 1870). A Sorrento, in collezione Pianto, è conservata l'unica opera a tempera nota del F.: Eruzione del Vesuvio (Sestieri, 1994).
Due Paesaggi si trovano a Rohrau, Harrachsche Gemäldegalerie (ibid.). A Budapest, nel Museo delle belle arti, sono due dipinti attribuiti al F.: Porto con faro e Una nevicata, di recente assegnata a F. Foschi (Salerno, 1991, nn. 83-3, 90 a-3). In Inghilterra, a Lulworth Manor, si trova Navigazione a Messina (ibid., n. 90 a. 1). Alcune tele del F. sono ricordate in Svizzera, nella collezione Walther Fol, nei pressi di Ginevra (Schneider, 1875).
Sul mercato sono comparsi diversi dipinti attribuiti al F.: Paesaggio fluviale (Milano, Finarte, 16 marzo 1971, n. 23); Porto con incendio, Tempesta e Bonaccia (Londra, Sotheby's, 19 febbr. 1976, nn. 76, 108); Marina (Roma, Finarte, 23 maggio 1989, n. 193); Figure in un sotterraneo (Monaco, Sotheby's., 3 dic. 1989, n. 513); Marina con pescatori (Roma, Christie'S, 2 giugno 1994, n. 290); Veduta delle cascate di Tivoli con figure (Londra, Sotheby's, 6 luglio 1994, n. 179).
Fonti e Bibl.: Explication des ouvrages de peinture et dessins. Sculpture, architecture et gravure des artistes vivants, Paris 1801, p. 24; 1804, p. 30; 1806, p. 35; Atti della Imperiale Regia Accad. delle belle arti di Milano, Milano 1818, p. 43; S. Ticozzi, Diz. degli archit. scultori pittori, Milano 1831, II, pp. 71 s.; F. De Boni, Biografia degli artisti, Venezia 1840, p. 358; A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti nelle province di Lombardia dal 1777 al 1862, Milano 1862, p. 90; Guida della galleria della insigne e pontificia Accad. di San Luca, Roma 1864, p. 7; X. Barbier de Montault, Musées et galeries de Rome, Roma 1870, p. 336; Catal. della raccolta di disegni autografi antichi e moderni donata dal prof. E. Santarelli alla Reale Galleria di Firenze, Firenze 1870, p. 410; A. Schneider, Un cabinet d'amateur en Suisse, in Gazette des Beaux Arts, XI (1875), p. 372; L. Malvezzi, Le glorie dell'arte lombarda, Milano 1882, p. 286; V. Bignami, La pittura lombarda nel sec. XIX (catal.), Milano 1900, p. 26; F. Hermanin, Galleria nazionale a palazzo Corsini in Roma. Acquisto di due quadretti di Salvator Rosa ed esposizione di antichi paesaggi, in Boll. d'arte, I (1907), 10, p. 31; R. Buscaroli, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, pp. 439 s.; Il Settecento a Roma (catal.), Roma 1959, p. 99; G. Melzi d'Eril, La Galleria Melzi e il collezionismo milanese del tardo Settecento, Milano 1973, pp. 149, 151; L. Caramel-C. Pirovano, Galleria d'arte moderna. Opera dell'Ottocento, Milano 1975, II, p. 318, tavv. 905-910; M. C. Gozzoli - M. Rosci, Il volto della Lombardia da C. Porta a C. Cattaneo. Parigi e vedute 1800-1859, Milano 1975, ad Indicem; F. Mazzocca, G. B. Sommariva o il borghese mecenate, in Itinerari, Firenze 1981, pp. 214, 217, 284, 289; Collez. private bergamasche, II, Bergamo 1981, nn. 548 s.; III, ibid. 1982, n.CCLXXVIII; IV, ibid. 1983, nn. 1459-1461, 1483; C. Pirovano, Lombardia. Il territorio, l'ambiente, il paesgggio. L'età delle riforme, Milano 1983, III, pp. 264-275; S. Rudolph, La pittura del '700 a Roma, Milano 1983, p. 765; F. Mazzocca, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, I, pp. 94, 96, 108; E. Spalletti, ibidem, p. 288; L. Salemo, I pittori di vedute in Italia, Roma 1991, p. 297; G. Sestieri, Vedute e paesaggi ital. ed europei dal XVI al XVIII secolo (catal. Roma, Galleria Lampronti), Roma 1991, p. 146, tavv. 87 s.; S. Alloisi, Quadri senza casa (catal.), Roma 1993, p. 84; G. Sestieri, Repertorio della pittura romana della fine del Seicento e del Settecento, Torino 1994, I, p. 73; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 534.