FERGOLA, Francesco
Figlio di Salvatore e di Maria Giuseppa Lebano, nacque a Napoli il 22 sett. 1821 (Comune di Napoli, Stato civile, Quartiere Stella, Nascite n. 516) e già nel 1838 entrò nel R. Istituto di belle arti. Molti lo hanno confuso con lo zio omonimo (cfr. questo Dizionario, s. v. Salvatore), tanto che spesso si trova citato un solo Francesco Fergola (cfr. Ricci, 1981, p.22). Dallo zio si distingue per un modo più moderno di impostare il paesaggio e per una maggiore vicinanza alla scuola di Posillipo. Avvertì infatti l'influsso di G. Gigante, di cui sposò in seconde nozze (dopo la morte della prima moglie, Luigia Matecena) la figlia Laura nel 1854 (Comune di Napoli, Stato civile, Quartiere Avvocata, Matrimoni, n. 58; cfr. ivi, 1845, n. 84). Partecipò alle esposizioni ufficiali che si tenevano nel Museo Borbonico a partire dal 1839, quando espose L'isola de' Galli presa da sopra i Conti a Sorrento;nel 1841 presentò una Veduta di Caserta col real palazzo presa da San Leucio (Picone, 1993). Forse fu presente anche alla mostra del 1843, dove in catalogo fu registrato un "Francesco Fergola" senza altre specificazioni, come autore di una Veduta della Cava - oggidispersa - premiata con la medaglia d'argento di prima classe (Ibid.). Il soggetto vicino a quelli prediletti dal Gigante figura meglio nel catalogo del F. che in quello dello zio Francesco.
Nel 1845 partecipò ancora alla mostra borbonica con La veduta del Lacco in Ischia e nel 1848 con un dipinto raffigurante il Palazzo di Caserta veduto dalla montagna di San Leucio, che compare in una profferta di acquisto per conto del governo per ducati 100; in quello stesso anno ottenne anche una medaglia d'argento di prima classe. Nel 1855 espose un acquerello, Vicinanze di Sorrento, che potrebbe identificarsi con Capri dalla costiera sorrentina (Napoli, palazzo reale), dal momento che corrisponde alla descrizione del dipinto fatta da Bozzelli (1856, pp. 93 s.). Questi parla di una veduta da Massalubrense con in fondo Capri e valuta positivamente la qualità pittorica affidata ad un "ingegnoso misto di colorito e di chiaroscuro". Nel 1859 il F. prese ancora parte alla mostra borbonica con un acquerello, Il golfo di Napoli con mare tempestoso e piroscafo. Alla stessa fase appartengono anche un piccolo, delicato acquerello con un paesaggio di fantasia (Napoli, coll. priv.) ed un olio con un paesaggio di gusto posillipista (Roma, coll. priv.), che faceva parte di un Album donato fra il 1852 e il 1855 da Ferdinando II alla moglie Maria Teresa d'Asburgo Lorena (Picone, 1994).
Dopo l'Unità la presenza del F. venne registrata nelle mostre della Promotrice napoletana: nel 1862 con l'acquerello Ilcastello d'Ischia e nel 1863 con altri due acquerelli, Marina di Santa Lucia e Napoli da mare. Probabilmente questi ultimi si possono identificare con quelli, datati 1862, esposti alla mostra del 1985 dedicata alle gouaches napoletane del Settecento e dell'Ottocento (catal., pp. 160, 211, 213). Il formato stretto e lungo ha fatto ipotizzare che dovessero avere funzione di sovrapporte; d'altra parte le misure ragguardevoli si potrebbero anche spiegare con la loro destinazione alla mostra borbonica. Ancora come acquerellista il F. prese parte nel 1877 all'Esposizione nazionale di Napoli (Un chiaro di luna presso Capri e lo studio Nel bosco di Caserta). Le ultime sue presenze si rilevano infine nelle Promotrici napoletane del 1881, con Veduta del Capo di Sorrento, e del 1883, con S. Maria di Portosalvo. Alla sua fase più tarda probabilmente appartiene anche una Marina di Capri (Napoli, coll. priv., pubbl. in Greco - Picone - Valente, 1993, tav. n. n.). Un acquerello con Pescatori sul litorale di Bacoli (Napoli, Museo di Capodimonte) è stato esposto nell'ultima mostra dedicata a Gigante (Martorelli, 1993, p. 38).
II F. morì a Napoli il 23 marzo 1894 (Comune di Napoli, Stato civile, Quartiere Vomero, Morti n. 105).
Fonti e Bibl.: F. P. Bozzelli, Sulla pubblica mostra degli oggetti di belle arti nella primavera del 1855. Cenni estetici, Napoli 1856, pp. 93 s.; S. Ortolani, G. Gigante e la pittura di paesaggio a Napoli e in Italia dal '600 all'800, a cura di R. Causa, Napoli 1970, pp. 202, 213; R. Causa, La Scuola di Posillipo, in Storia di Napoli, IX, Napoli 1972, p. 815; P. Ricci, Arte e artisti a Napoli 1800-1943, Napoli 1981, p. 22; Gouaches napoletane del Settecento e dell'Ottocento (catal.), Napoli 1985, pp. 160, 211, 213; M. Utili, Ilmito e l'immagine. Capri, Ischia e Procida nella pittura dal '600 ai primi del '900, Torino 1988, p. 104; L. Martorelli, in La pittura in Italia. L'Ottocento, II, Milano 1991, pp. 820 s.; L. Martorelli, G. Gigante e la Scuola di Posillipo, Napoli 1993, pp. 38 fig. 14, 99; M. Picone, in F. C. Greco - M. Picone - I. Valente, La pittura napoletana dell'Ottocento, Napoli 1993, p. 126; Ead., in L'Album: della regina. Un dono ... di Ferdinando II di Borbone (catal.), Roma 1994, pp. n. n.