FANTONE (Fantoni), Francesco
Figlio di Giovan Battista e di una certa Cristallina, il F., originario di Norcia (prov. Perugia), è documentato dal 1507 al 1531.
È ricordato per la prima volta nelle Riformanze dell'Archivio comunale di Norcia il 10 marzo 1507, quando fu eletto capo dell'arte degli orafi e argentieri (Bulgari, 1966). Del 1509 è un documento di allogazione per una tavola da dipingere per la cappella della corporazione dei maestri in ferro e pietra nella collegiata di S. Maria in Visso (Macerata), che doveva raffigurare la Storia di s. Giovanni decollato, s. Agata e s. Lucia, purtroppo perduta (Pirri, 1912). Probabilmente all'inizio del XVI secolo il F. doveva essere cittadino e residente di Sant'Anatholia (odierna Esanatoglia, in prov. di Macerata), poiché vi acquistò una casa per la famiglia e fu parte contraente in vari atti notarili (Dialti, 1985). Alcuni documenti (segnalati gentilmente dal dott. Romano Cordella) lo ricordano a Norcia nel 1521.
In febbraio il F. e il fratello Bernardino erano procuratori per la vendita di una vigna (Norcia, Arch. comunale, Fondo notarile, prot. n. 184, c. 16r); nello stesso anno si impegnavano a dare 210 fiorini, che spettavano al defunto fratello maggiore Girolamo, ai suoi figli Gabriele e Giovanni Felice. I nipoti attestavano però di averne presi 150 e di aver regalato i rimanenti 60 agli zii (ibid., c. 17r). Dell'agosto dello stesso anno è il testamento della madre del F., Cristallina, che lasciava ai figli di Girolamo una salma di grano, a sua figlia Lucida, suora al monastero della beata Calista dell'Aquila, 4 fiorini e ai suoi figli Bernardino e Francesco la terza parte dell'eredità, perché potessero mantenere fino all'età di diciotto anni i figli del defunto Girolamo (ibid., c. 88r).
L'unica opera nota del F. che si è conservata è la lunetta con la Deposizione e s. Girolamo (Milano, Pinacoteca di Brera), che si trovava al di sopra della pala raffigurante la Vergine con il Bambino in trono tra i ss. Francesco e Bernardino inginocchiati, Pietro in abiti pontificali e Antonio da Padova (perduta; ill., non num., in Gnoli, 1923).
Provenienti dalla chiesa dell'Annunziata dei minori osservanti di Fabriano, la pala e la lunetta furono smembrate in seguito alle requisizioni napoleoniche, poi recuperate (la prima nel 1899, la seconda nel 1900) e conservate nella Pinacoteca di Brera; la pala tuttavia fu distrutta da un bombardamento aereo il 14 febbr. 1943, quando si trovava nello studio del restauratore Giovanni Rossi. Il dipinto presentava un affollato proscenio con personaggi dai volti ritratti di scorcio; una serie di oggetti (pastorale, gigli, tiara e gioielli), messi bene in evidenza, sembravano rimandare all'arte orafa in cui il F. si era cimentato. Sul trono della Vergine era scritto, come ricorda Carotti (1894): "Mar. Ang. Corrado / et Iul. Sindico de / Righi / Opera per ma / istro France / sco Fantone / Norcinone / L'anno del Si/gnore / MCCCCCXXX".
La Deposizione nella lunetta presenta tratti taglienti e metallici e rimanda a M. Palmezzano per la tipologia della Madonna e alla cultura veneta, da C. Crivelli a M. Zoppo, per la resa fisiognomica del Cristo morto, della Maddalena e del s. Girolamo.
Non si conosce la data di morte del F.; l'ultimo documento finora rintracciato è del 17 marzo 1531: sitratta dell'allogazione al F., che in quel momento risiedeva a Fabriano, di una scultura, non rintracciata, raffigurante una S. Anna, per il Comune di Sant'Anatholia.
Il Ricci (1907, p. 90) attribuiva al F. la Madonna in trono e santi già nella chiesa dell'Annunziata presso Norcia e ora al locale Museo civico diocesano della Castellina, opera invece di Antonio da Faenza (con allogazione del 1525, cfr. R. Cordella, in Quaderni della cattedrale di Faenza, Faenza 1984, pp. 129-140). Recentemente il Ceriana (1992, p. 123) ha proposto di aggiungere allo scarno catalogo del F. una Madonna in trono tras. Rocco e un santo vescovo, già nella cappella della villa Miliani presso Fabriano.
Fonti e Bibl.: Sopr. per i Beni artistici e storici della Lombardia, Inventario napoleonico [ms. 1808-1842], Milano 1976, c. 14r, nn. 689, 690; G. Carotti, in Le Gallerie naz. ital., I (1894), pp. 9 s.; Id., Catalogo della R. Pinacoteca di Brera in Milano, Milano 1901, p. 77; F. Malaguzzi Valeri, L'ordinamento e i nuovi acquisti della Pinacoteca di Brera, in Emporium, XVII (1903), p. 27, fig. p. 35; G. Mazzatinti, Analecta Umbra, in Boll. della R. Deput. di storia patria per l'Umbria, IX (1903), p. 532; C. Ricci, La Pinacoteca di Brera, Bergamo 1907, pp. 90, 246 s.; F. Malaguzzi Valeri, Catal. della Regia Pinacoteca di Brera, Bergamo 1908, p. 279; P. Pirri, La chiesa collegiata di S. Maria in Visso, Rocca San Casciano 1912, p. 65; Id., Di una tradizione pittorica a Norcia, in Arte e storia, s. 5, XXXIII (1914), 11, pp. 325 s.; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria, Spoleto 1923, pp. 108, 352; R. Van Marle, The development of the Italian schools of painting, XIV, The Hague 1933, pp. 504 s.; C. G. Bulgari, Argentieri gemmari e orafi d'Italia, II, Lazio-Umbria, Roma 1966, p. 173; A. Fabbi, Guida alle antichità di Norcia, Norcia 1975, p. 44 n. 12; Id., Guida della Valnerina. Storia e arte, Spoleto 1977, p. 302; D. Dialti-C. Dialti, Esanatoglia, ma la statua non esiste, in L'Appennino camerte, 1985, n. 32, pp. 1, 5; M. Ceriana, F.F. da Norcia, in Musei e Gallerie di Milano, Pinacoteca di Brera. Scuole dell'Italia centrale e meridionale, Milano 1992, pp. 122 ss.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 259; Diz. encicl. dei pittori e incisori ital. Bolaffi, Torino 1973, IV, p. 303.