ESCHINARDI, Francesco
Nacque a Roma il 13 dic. 1623. Si conosce il nome del padre, Pietro, ma nulla si sa della madre né della condizione sociale della sua famiglia.
All'età di quattordici anni, nel 1637, entrò nelle scuole della Compagnia di Gesù e qui si svolse probabilmente la sua formazione culturale. Dei suoi anni giovanili non è pervenuta alcuna notizia. Certamente acquisì una buona preparazione in campo filosofico e logico se, come risulta dai pochi documenti di cui disponiamo, venne chiamato a insegnare queste discipline. Nell'elenco dei lettori e professori che insegnarono al Collegio Romano tra il 1551 e il 1773, il nome dell'E. figura infatti varie volte: nell'anno 1658-59 come lettore di logica; nell'anno successivo, 1659-60, come professore di fisica ("physica seu philosophia naturalis"); nel 1660-61 come lettore di metafisica e infine dal 1665, senza indicazione dell'anno della fine di questo insegnamento, come lettore di "mathesis cum geometria et astronomia". E in realtà l'interesse dell'E. era rivolto soprattutto alle scienze fisiche e matematiche, discipline che, secondo alcuni storici, insegnò anche a Firenze e a Perugia. Per la verità, di questa sua attività di docente nelle due menzionate città non restano documenti e il suo nome non appare mai citato fra i professori delle due università.
È certo però che egli ebbe contatti con professori degli atenei sopra ricordati ed è anche possibile che, seppure per breve periodo, abbia soggiornato in queste città. In particolare intrattenne rapporti con colleghi dello Studio perugino come dimostrano il primo tomo del suo Microcosmi physicomathematici seu compendii in quo clare et breviter tractantur praecipuae mundi partes, coelum, aer, aqua, terra eorumque praecipua accidentia, pubblicato a Perugia nel 1658, e una sua lettera del 15 sett. 1667 a Lemnius De Rubeis (Lemme Rossi), professore di filosofia e matematica nell'Archiginnasio perugino, dove si discute un problema di ottica, stampata in calce alle sue Centuriae opticae del 1668.
La sua vita sembra essersi svolta quasi per intero a Roma, dove non solo si affermò come professore al Collegio Romano, ma prese attiva parte alla vita delle accademie locali, collaborando alla pubblicazione del Giornale de' letterati e frequentando assiduamente le riunioni dell'Accademia fisico-matematica fondata a Roma nel 1677 da monsignor Giovanni Giustino Ciampini. Anzi sembra che di questa accademia l'E. fosse in qualche modo il principale animatore, sempre pronto come era ad intervenire con una "memoria" su ogni argomento, dall'ottica all'idraulica, alla meccanica, e a proporre e risolvere ogni "curioso" problema, prestandosi talora, in assenza dei segretari, a riassumerne le discussioni.
Della sua attività didattica e scientifica è rimasta significativa testimonianza nelle numerose opere pubblicate nell'arco dell'intera vita. Per lo più di argomento scientifico e tecnico, esse hanno l'aspetto di grossi manuali, con esplicito intento didattico, destinati molto probabilmente agli studenti del Collegio. A problemi di ottica sono dedicate la Centuria problematumopticorum..., Romae 1666, le Centuriae opticae, pars altera, seu Dialogi optici, pars tertia..., ibid. 1668 e, in appendice a queste ultime, il Brevis tractatus de coloribus, nei quali viene sistematicamente esposta questa scienza, partendo da alcune fondamentali "definitiones" di termini tecnici, alla spiegazione del meccanismo naturale della visione attraverso l'occhio, a quello artificiale delle lenti e degli specchi, con la proposizione e soluzione finale di cento "problemata" (ovvero "rerum abditarum perquisitiones"), alcuni dei quali riguardanti temi squisitamente tecnici, come l'uso e il funzionamento del telescopio e del microscopio. Argomenti di fisica teorica e di astronomia, quest'ultima disciplina prediletta dai gesuiti, trattano il De impetu tractatus duplex, Romae 1684, e il Cursus physicomathematicus, dedicato a Francesco Redi, ibid. 1689. In essi l'autore rivela una solida preparazione scientifica e la puntuale conoscenza delle opere dei fautori della "nuova scienza", dal Copernico al Galilei, al Borelli. Anche se ancora inevitabilmente legato a certi schemi tradizionali, soprattutto in campo astronomico con la riaffermazione della teoria della centralità della Terra, l'E. mostra una sincera ammirazione per l'opera innovatrice di quegli studiosi e il desiderio di seguirne le orme utilizzando il metodo sperimentale.
In margine alle grandi e sistematiche trattazioni l'E. veniva riprendendo e riproponendo nelle sedute dell'Accademia fisico-matematica singoli problemi e pubblicava poi, talora più volte, le relative Memorie. Alle discussioni in seno all'accademia vanno ricondotti numerosi scritti: il Discorso fatto nell'Accademia fisicomatematica ... il 5 genn. 1681 sopra la Cometa nuovamente apparsa, Roma 1681, dove prende posizione su un problema di grande attualità; la Lettera ... al signor F. Redi, nella quale si contengono alcuni discorsi fisico-matematici, ibid. 1681, e precisamente sul taglio dell'istmo di Suez, ancora sulla cometa, su una improvvisa deviazione della calamita e sul fenomeno della remora che appassionò molti scienziati del passato; le due opere omonime dal titolo Raguagli... dati ad un'amico in Parigi, sopra alcuni pensieri sperimentabili proposti nell'Accademia Fisicomatematica di Roma, ibid. 1680, sul suono pneumatico, sui giorni canicolari, sul modo di stabilire la sfera degli occhiali del presbite, e numerosi altri problemi di meccanica, ottica e astronomia, non senza qualche originale contributo scientifico, come la scoperta della temperatura fissa di congelamento ed ebollizione dell'acqua.
Infine a testimonianza della ricchezza degli interessi culturali dell'E. e della sua vasta erudizione vanno ricordate alcune opere che egli scrisse per lo più su commissione di alti prelati: l'Espositione della carta topografica cingolana dell'Agro Romano, con la eruditione antica e moderna (Roma 1696), che egli eseguì con la collaborazione di G. B. Cingolani, agrimensore di Urbino e dopo avere visitato personalmente i luoghi descritti (altra edizione accresciuta di un terzo, ibid. 1750); una sorta di manualetto introduttivo all'architettura, scritto con intento palesemente didascalico, dal titolo Architettura civile ridotta a metodo facile, e breve, pubblicato sotto lo pseudonimo accademico di Costanzo Amichevoli (Terni 1675), un trattatello di architettura militare, ad uso scolastico, Architettura militare ridotta a metodo facile e breve (Roma 1684); una Lettera familiare sopra Monte Testaccio e Via Ostiense, opera di erudizione archeologica, diretta a Giovanni Ciampini. A lui sembra doversi veramente attribuire la carta topografica dell'Irlanda, che egli rivendica a sé in una sua lettera al padre Francesco Portero, minore osservante, inserita all'inizio degli Annali ecclesiastici d'Ibernia (Roma 1697) e stampata sotto falso titolo a nome del padre Agostino Lubin nel 1689. Tra le sue opere i biografi ricordano inoltre un trattato sull'orologio idraulico, Appendix ad Exodium de tympano, Romae 1648 (secondo il Sotwel ristampato ancora nel 1650), Simulacrum ex Chisiis montibus, ibid. 1661; Oratio in Parasceve, ibid. 1662.
Nulla più sappiamo della sua vita. Alcuni biografi gli attribuiscono un viaggio in Egitto, al Nilo, e ciò sembra attestato dalle conoscenze della zona che egli mostra nel suo lavoro sull'istmo di Suez, dove avanzava anche una sua personale spiegazione dei motivi che ostacolerebbero la realizzazione del canale stesso; non trova conforto documentario la notizia che fosse andato missionario in Etiopia.
L'E. morì a Roma il 12 genn. 1703 (cfr. Bibliografia romana, I, pp. 111 s.).
Fonti e Bibl.: N. Sotwel, Bibliotheca scriptorum Societatis Iesu. Romae 1676, p. 225; P. Mandosio, Bibliotheca Romana, Romae 1682, I, pp. 160-161; G. Cinelli-Calvoli, Biblioteca volante, continuata da D. A. Sancassani, Venezia 1735, II, pp. 262-263; G. Tiraboschi, Storia della lett. ital., Milano 1833, IV, p. 476; Bibliografia romana, Roma 1880, I, pp. 111-112; R. G. Villoslada, Storia del Collegio Romano, Roma 1954, pp. 327, 330, 332, 335; F. Venturi, Elementi e tentativi di riforme nello Stato pontificio del Settecento, in Riv. stor. italiana, LXXV (1963), p. 787; W. E. K. Middleton, A history of the thermometer, Baltimore 1966, pp. 54-55; Id., Scienee in Rome, 1675-1700, and the Accademia Fisicomatematica of G. G. Ciampini, in The British Journal for the history of science, VIII (1975), pp. 141, 143, 146, 148-151; G. Moroni, Diz. di erudiz. storico-eccles., ad Indicem; C. Sommervogel, Bibl. de la Compagnie de Jésus, III, coll. 431-435; E. M. Rivitre, Corrections et additions à la Bibl. de la Compagnie de Jésus..., Toulouse 1911, coll. 451, 1055; Diz. biogr. degli Italiani, XXV, pp. 137, 139, s. v. Ciampini, G. G.