ALBERI, Francesco e Clemente
Francesco A., pittore, nacque a Rimini, da Odoardo, il 3 marzo 1765. Recatosi nel 1785 a Roma, vi studiò sotto il Corvi. Cinque anni dopo, di ritorno a Rimini, ornava con tempere, affreschi e tele a olio le case Battaglini, Garampi, Spina, Ganganelli. Insegnò, a partire dal 1799, il disegno in quel liceo finché, nel 1803, fu chiamato a insegnar pittura all'Accademia di belle arti in Bologna e nel 1806 in quella di Padova, ove ornava quel palazzo arcivescovile. Ritornato a Bologna nel 1810, vi rimase fino alla morte, avvenuta il 24 gennaio 1836. Fra le sue opere giovanili si cita un quadro d'altare nella chiesa di S. Maria a Forlì e una Sacra Famiglia, acquistata dal re d'Olanda; fra i ritratti quello di papa Pio VII. La pittura storica, secondo il gusto del tempo, lo attrasse con soggetti classici e romantici, che oggi ci lasciano freddi, se pur dipinti con nobiltà e fresco colorito.
Clemente, suo figlio, nacque a Ferrara nel 1812. Dedicatosi presto alla pittura, lo attrassero, come tanti altri del suo tempo e della sua regione, i manieristi bolognesi del sec. XVIII. Le teorie d'angioli con cui egli nel 1844 decorò la cupola di S. Domenico a Bologna, non potevano non ispirarsi alle vicine di Guido Reni; ma negli abbozzi, negli studî, in altre opere, rivelò meglio il suo attaccamento a quei manieristi. Fu socio dell'Accademia di S. Luca a Roma; insegnò nell'Accademia di belle arti a Bologna. Una sua copia del gran quadro dei Mendicanti di Guido Reni per S. Maria della Pietà a Bologna, e l'altra per la chiesa della Certosa, della Comunione di S. Girolamo di Agostino Carracci, provano come fosse ancor sentita e interpretata nell'800 inoltrato, in Bologna, la grande arte dei Carracci e dei migliori seguaci loro.
Bibl.: Per Francesco: G. Moschini, Della pittura in Padova, Padova 1826; per Clemente: M. Missirini, Storia dell'Accad. di S. Luca, Roma 1833; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907.