FRANCESCO di Sales, santo
Nacque il 21 agosto 1567 a Thorens, in Savoia, di famiglia dell'antica nobiltà locale; compì i primi suoi studî nei collegi di La Roche e di Annecy; quindi, inviato a Parigi, frequentò il nuovo collegio dei gesuiti, preferendolo alla Sorbona (1581-1588); passò in seguito a Padova, ove nel 1592 si laureò in diritto. Rispondendo al suo intimo genio, così a Parigi come a Padova, studiò per suo conto la teologia, che non sarebbe stata tra gli studî presceltigli dal padre; e sviluppò la sua vita interiore e devota sino a raggiungere in essa, ancor giovane, una. singolare maturità. Contro le resistenze del padre, il 18 dicembre 1593 ricevé l'ordinazione sacerdotale; dal 1594 al 1598 evangelizzò lo Chablais, e pare avesse col Beza (v.) un colloquio a Ginevra. Il vescovo di Ginevra, che aveva ormai la sua residenza in Annecy, nel 1599 lo scelse a suo coadiutore, e lo inviò a Roma: quivi il santo fu dal gennaio all'aprile, festeggiatissimo e caro a Clemente VIII. Nel 1602 si trattenne otto mesi a Parigi, ove conobbe di persona uomini e indirizzi che preparavano la grande fioritura mistica francese in quel secolo. L'8 dicembre dell'anno medesimo divenne vescovo e principe di Ginevra, con sede in Annecy. Predicò a Digione nel 1604, a Chambéry nel 1606, a Grenoble nel 1616-17-18; fu a Parigi per molti mesi dal 1618 al 1619. Nel 1610 fondò con la baronessa De Chantal, conosciuta a Digione, l'ordine femminile della Visitation Sainte-Marie. Accompagnando la corte di Savoia a Parigi, il 27 dicembre del 1622 morì improvvisamente di apoplessia a Lione. Beatificato nel 1661, canonizzato nel 1665, fu dichiarato dottore della chiesa nel 1877 da Pio IX. La sua festa si celebra il 29 gennaio.
Queste le date maggiori della sua vita, che non conobbe grandi crisi e spostamenti. La sua formazione culturale, iniziatasi lentamente a Parigi e a Padova nel senso della rinnovata scolastica e delle discipline storiche e filologiche, ebbe i suoi incrementi maggiori da una larga e profonda esperienza di vita religiosa vissuta con intensità; dall'attrito e per lo meno dalla continua vicinanza con gli eretici; soprattutto dall'assiduo e sempre vario contatto con le moltissime anime che diresse spiritualmente. Come uomo di chiesa e vescovo, san F. fu d'una singolare ricchezza e gentilezza d'azione, tanto nei rapporti con i principi, quanto, e molto più, nei rapporti con il popolo; come fondatore di ordine religioso, ebbe il merito d'inaugurare, nel campo femminile, una via tutta nuova, che poi, aperta, fu battuta da tanti altri fondatori e fondatrici. San F. non fu mai uomo di teoriche e di libri, e tanto meno di scuola; scrisse in quanto lo scrivere gli parve una parte del suo ministero sacro. Con tutto ciò, quel che oggi interessa di più anche allo storico, va ricercato non tanto nella sua attività pastorale e nei risultati pratici di essa, quanto nelle opere che egli ha lasciato. In esse F. si rivela scrittore che, per quamo assai spesso si lasci andare a "surcroissances", come egli stesso riconosceva, tuttavia resta dei più fini e grandi del suo tempo. Dottore della chiesa, la sua dottrina è ancor adesso non soltanto viva, ma vivamente discussa tra le varie scuole.
Scritti: Le opere del santo, quali ci risultano dall'ultima definitiva edizione che se ne vien pubblicando a cura della Visitazione di Annecy (già usciti 22 voll., Annecy 1892-1925), sono le seguenti:
Controverses. - Composte dal 1595 al 1596 e pubblicate in fogli volanti ai fini della predicazione nello Chablais. Furono pubblicate in libro postume nel 1672. Il loro valore non è grande.
Défense de l'estendart de la Sainte Croix. - Polemica con i calvinisti, terminata nel 1598, edita dal santo medesimo nel 1600.
Introduction à la vie dévote. - Nato dalle lettere di direzione rivolte a Madame De Charmoisy tra il 1607 e il 1608, edito la prima volta nel 1609 (Lione), questo libro creò e fa tuttora la maggior fama al suo autore. Le accoglienze alla dottrina svolta nel libretto, se furono entusiastiche tra i fedeli, conobbero qualche riserva tra i dotti: se ne censurarono alcune teorie personali del santo, e si disse che il libro parlava con troppa chiarezza di argomenti troppo intimi. Ma il santo nelle edizioni successive lasciò stare quanto aveva scritto, il suo scopo essendo stato proprio quello di parlar chiaro e dissipare tra le persone di mondo molte prevenzioni correnti sulla vita devota. Il libro, dopo una dilucidazione esauriente su quel che è di preciso la devozione, parla della preghiera e dei sacramenti, quindi delle virtù e delle tentazioni, infine del ritiro spirituale.
Traité de l'amour de Dieu. - È l'opera che il santo pensò e curò maggiormente, avendone concepito l'idea e il disegno sin dal 1607; terminata dietro le assidue istanze della Chantal, la pubblicò nel 1616 a Lione e dové curarne poi altre ristampe. Innumerevoli le edizioni e le versioni. L'opera, dopo un'esposizione tra psicologica e teologica di ciò che sia in assoluto l'amore, conduce alla trattazione dell'amor di Dio, del quale amore descrive la nascita, il progresso, la decadenza, illustrandone poi le operazioni affettive, compendiate nell'orazione, e quelle compendiate nella conformità alla volontà di Dio; ne espone infine le proprietà, i vantaggi, l'eccellenza. Gli si rimproverò l'intimità e l'audacia di certe immagini tolte all'amor naturale; l'aver osato esporre in lingua tanto facile, anzi attraente, temi sin allora trattati in latino; l'aver di proposito eliminato questioni e metodi scolastici, facendosi condurre da intenti meramente pratici e valendosi delle vie intuitive piuttosto che di quelle deduttive; infine, l'aver abbondato in effusioni di sentimento e grazie di stile. In realtà, l'opera nasconde un vero e proprio trattato, seppure d'aspetto diverso dagli altri, e contiene esposta con rara precisione e altezza quasi tutta la dottrina cristiana, così del dogma come della legge. L'uomo del mestiere avverte un po' dappertutto i varî problemi teologici che il santo via via pone e risolve; e il sottile lirismo non nuoce alla limpidezza delle concezioni ed espressioni, e dà loro piuttosto un risalto umano più vivo.
Les vrays entretiens spirituels. - Sono il risultato dei colloquî spirituali che il santo tenne alle sue religiose, raccolto in scritto dalle religiose stesse, poi edito in forma ufficiale (ne era stata fatta una prima edizione abusiva) dalla Chantal nel 1629 a Lione. Tenute, tranne poche, o in giardino o in parlatorio, queste conferenze rappresentano al vivo il santo nell'atto d'impartire e applicare praticamente le sue dottrine spirituali, e se non risentono la sua mano di scrittore, hanno in compenso l'incanto e la bonomia della sua parola parlata.
Sermoni. - Il santo predicò moltissimo, sino a tre volte in un giorno; ma di suoi discorsi a stampa non se ne conosce che uno o forse due. Sicché nei 4 volumi delle opere dedicati ai sermoni, non si contengono che tracce stese dal santo stesso o riassunti che ne facevano gli uditori. Anche da questi dati così scarsi, se si confrontano con le innumeri attestazioni di contemporanei, si può concludere che la maniera oratoria di S. F. fu personalissima: in essa prevaleva l'esposizione sulla discussione e l'affetto sulla controversia.
Lettere. - Sono comprese nei volumi XI-XXI delle cit. opere, in numero di circa 2100: appena una decima parte di quante ne scrisse, una trentina al giorno, a ciò che narrano testimoni oculari. Innumerevoli e di ogni condizione i corrispondenti: ma l'argomento, tranne pochissimi casi, è quasi sempre di direzione e consiglio spirituale. Molte le donne che vi compaiono, specialmente della nobiltà o religiose; particolarmente notevoli le lettere alla Chantal.
Opuscoli. - Con questo nome gli editori hanno incominciato a raccogliere gli scritti minori, quelli intimi e quelli di affari. N'è uscito soltanto un volume (XXII). Si attendono quelli relativi al governo pastorale della diocesi e quelli, assai importanti, circa l'ordine della Visitazione: Costituzioni, ecc.
Bibl.: Molte le biografie antiche: tra le moderne la più accurata ed estesa è quella di M. Hamon, Vie de Saint François de Sales, voll. 2, Parigi 1883 (ed. accresciuta nel 1909). V. pure F. Strowski, Saint François de Sales, 2ª ed., Parigi 1928; F. Vincent, Saint Franåois de Sales directeur d'âmes, Parigi 1923; H. Bremond, Hist. du sent. religieux en France, I e II, viii, Parigi 1916 segg.