FRANCESCO di Paolo da Montereale
Non si conosce con esattezza la data di nascita, da collocare intorno al 1475 in base all'epigrafe sepolcrale, di questo pittore attivo in Abruzzo nel XVI secolo. Il primo documento noto risale al 28 dic. 1508, quando gli fu commissionata una tavola non pervenutaci, con la Madonna, il Bambino e i ss. Agostino e Leonardo, per S. Leonardo a L'Aquila (Chini, 1927, pp. 107 s.). Nello stesso atto notarile è riportata la notizia di un'altra tavola dipinta per S. Maria di Collemaggio, anch'essa dispersa. Un affresco con la Pietà, posto in un'edicola, in S. Maria Assunta di Assergi, reca incisa la data 1502. Un affresco frammentario con la Madonna, il Bambino e i ss. Giacomo e Benedetto, nella lunetta del portale di S. Maria del Soccorso a L'Aquila, dovrebbe datarsi non oltre il 1504, anno della morte di Iacopo di Notar Nanni, che fece completare la facciata della chiesa (Cannatà, 1981, p. 61). Gli affreschi a monocromo con figure di Profeti nell'arco trionfale della medesima chiesa sembrano eseguiti più tardi.
La tavola con la Madonna, il Bambino, s. Giovannino ed un angelo, già in collezione Massarenti a Roma, adesso nella Walters Art Gallery di Baltimora, denota le preponderanti componenti umbre (Pinturicchio, Perugino) e romane (Antoniazzo) della sua formazione, con spunti iconografici derivati dalle Marche tramite C. Crivelli e seguaci. Sono collocabili all'inizio del Cinquecento, se non prima, gli affreschi con le Stimmate di s. Francesco e le due monumentali Crocifissioni nel convento aquilano della Ss. Eucarestia. Ad essi va accostato il S. Giovanni Battista, su tavola, in S. Francesco di Carapelle Calvisio.
La Madonna con il Bambino, s. Giovannino e santi, su tavola, nel Museo nazionale aquilano, presenta legami con le opere precedenti e con l'affresco con la Madonna, il Bambino e i ss. Sebastiano e Rocco, eseguito nel 1509 in S. Silvestro a L'Aquila (Leosini, 1848, p. 49), dove a pendant si trova il Battesimo di Costantino. Un affresco con la Pietà e un frammento con Santo, più tardo, sulla retrofacciata di S. Silvestro, sono ugualmente attribuibili a Francesco. Una tavola con la Madonna, il Bambino e i ss. Rocco e Sebastiano, alquanto consunta, è nel Museo nazionale aquilano (Moretti, 1968, p. 130), datata generalmente tra il 1509 e il 1515. A ridosso degli affreschi di S. Silvestro vanno posti gli affreschi nell'abside di S. Pietro in Coppito, con interventi di aiuti, raffiguranti l'Annunciazione, l'Eterno e i quattro evangelisti, la Caduta di Simon Mago, la Pietà e S. Pietro che risana lo storpio. Nel 1511 F. fu incaricato di dipingere la cappella Carli in S. Bernardino a L'Aquila (Chini, 1927, pp. 108 s.).
Gli affreschi, tuttora esistenti, rappresentano Episodi della vita di s. Francesco; in essi è rilevabile un contatto con Cola dell'Amatrice (pala di Campli del 1510). A questo momento va riferita la Andata al Calvario (già Firenze, coll. Volterra: Cannatà, 1981, pp. 66 s., fig. 30).
Il 25 luglio 1512 F. prometteva di dipingere una cappella intitolata all'Assunzione della beata Vergine in S. Quintiano a L'Aquila (Chini, 1927).
Ne rimane un affresco frammentario con l'Assunzione e l'Incoronazione della Vergine, conservato nel Museo nazionale aquilano, che conferma l'accostamento a Cola nel dilatato impianto formale e nella caratterizzazione dei tipi fisionomici (Cannatà, 1981, pp. 69 s.), nonché una vicinanza all'attività umbra di Raffaello. Gli stessi caratteri si riscontrano nelle frammentarie Storie di s. Stefano ad affresco nell'omonima chiesa di Pizzoli.
Al 1515 risalgono le due tavole con la Resurrezione di Cristo e con Cristo pellegrino che appare al b. Bernardino da Fossa, già nella chiesa del convento di S. Angelo ad Ocre, ora nel Museo nazionale aquilano, prodotti di impronta strettamente devozionale in uno stile alquanto semplificato. Sono da ricondurre a questo momento le due tavole con S. Elisabetta d'Ungheria, nel Museo nazionale aquilano, e con Santo francescano, nel Museo provinciale di Chieti, entrambe già nel convento di S. Angelo d'Ocre (Moretti, 1968, p. 127): sono inoltre coeve la Deposizione dalla croce in S. Maria di Rojo a L'Aquila, la Pietà, affresco trasportato su tela, già nel convento aquilano di S. Basilio, e una piccola Crocefissione su tela, già in palazzo Spaventa a L'Aquila, entrambe nel Museo nazionale aquilano, l'affresco con i Ss. Giovanni evangelista, Pietro Celestino e Bernardino nell'ex convento di S. Basilio, sempre a L'Aquila, e la Natività, già coll. Massarenti a Roma, nella Walters Art Gallery di Baltimora (Zeri, 1976).
L'affresco con S. Eusanio e storie della sua vita, già in S. Francesco a L'Aquila, nel Museo nazionale aquilano, che recava la data 1516 (Chini, 1915, p. 89), è accostabile all'affresco con i Ss. Marciano e Nicandro ed episodi delle loro vite in S. Marciano a L'Aquila. La piccola immagine della Madonna degli Angeli nella omonima chiesina aquilana, il cui permesso di costruzione fu rilasciato nel 1520 (Cannatà, 1981, p. 69), è apprezzabile per la graziosità, un po' rustica, che costituisce l'essenza dell'arte di Francesco. Fra secondo e terzo decennio oscillano gli affreschi con l'Adorazione dei magi in S. Chiara d'Acquili a L'Aquila, della Natività nel convento aquilano di S. Basilio, dell'Adorazione dei pastori, e inoltre la Pietà, S. Lucia, S. Cecilia e un frammento di Crocefissione in S. Panfilo a Villagrande di Tornimparte.
In queste ultime opere F. sembra tentare di emancipare il suo stile in direzione raffaellesca, pur restando fortemente legato alla sua formazione: non va dimenticato che sul finire del secondo decennio la Visitazione nella cappella Branconio in S. Silvestro a L'Aquila, eseguita nella bottega di Raffaello, poté contribuire ad accelerare un simile processo. E di questo tentativo di aggiornamento danno testimonianza tutta una serie di opere tarde, come la Madonna di Loreto, tavola datata 1524 (già Museo di Le Havre: Zeri, 1976), gli affreschi con Storie di s. Pietro, datati 1530, e una Adorazione dei magi, antecedente, in S. Francesco di Carapelle Calvisio, parte degli affreschi nell'abside del santuario della Madonna d'Appari presso Paganica, la Crocefissione, affresco già in S. Francesco a L'Aquila, ora nel Museo nazionale aquilano, che attesta l'ulteriore impegnativo sforzo di dar più ampio respiro alla composizione, fino a giungere ai monumentali affreschi con Storie del Battista e le Stimmate di s. Francesco nella sala del capitolo del convento aquilano di S. Basilio.
La Natività della Vergine, già alla Misericordia, ora nel Museo nazionale aquilano, tavola eseguita dopo il 2 nov. 1531, quando fu terminata la costruzione dell'edificio (Cannatà, 1981, p. 72), evidenzia la tendenza decorativa e narrativa di F. che s'intrattiene a descrivere con rusticana grazia la scena, mostrando di prediligere la caratterizzazione paesana dei tipi, pur derivando qualche motivo compositivo dalle stampe di A. Dürer. Il 15 luglio 1528 Silvestro di Iacopo di notar Nanni dispose con testamento che si dipingesse per mano di F. la cappella dove giaceva il corpo di s. Bernardino nell'omonima basilica aquilana (Chini, 1927, pp. 110 s.; l'opera non si è conservata).
F. è documentato come miniatore nel 1535 (ibid., pp. 111 s.): due miniature con il Crocefisso e un'aquila, simbolo araldico della omonima città, sono contenute nel volume degli Statuta civitatis Aquilae, presso l'Archivio di Stato aquilano (Cannatà, 1981, p. 70). L'8 apr. 1541 F. s'impegnava a dipingere una Resurrezione di Cristo per S. Pietro di Coppito (Chini, 1927, p. 112, perduta). Nel 1549 risulta tra gli iscritti all'Accademia di S. Luca a Roma mentre nel maggio 1550 risulta deceduto (Cannatà, 1981, pp. 70, 74). Visse 75 anni secondo l'epigrafe posta sul suo sepolcro, già in S. Francesco a L'Aquila, riportata da Casella (1606).
Dai documenti si conoscono i nomi di due suoi figli: Maria, andata in sposa al notaio Tommaso di Martino, e Pier Francesco, anch'egli pittore. Il 26 nov. 1551 quest'ultimo s'impegnava a dipingere una cappella in S. Maria della Misericordia a L'Aquila (Chini, 1927). Frammenti di affreschi ritrovati in una cappella a destra dell'altare maggiore di tale chiesa (Cannatà, 1981, p. 73) mostrano stringenti affinità con alcuni dipinti murali nell'abside del santuario della Madonna d'Appari, dove risulta attivo anche F., e tutto ciò potrebbe portare a identificare l'autore dei suddetti affreschi con Pier Francesco. Grazie al confronto con i dipinti sopra citati si possono assegnare a lui un folto gruppo di opere, in cui appare evidente la derivazione dall'arte paterna, anche se il disegno si fa più largo e solido, con un senso più proporzionato dello spazio, in uno stile che sta a mezza via tra il blando e puristico raffaellismo del padre e l'opera matura di Cola dell'Amatrice. Non mancano in alcuni dipinti legami tenui con P. Cesura.
Sono di Pier Francesco un frammento di Natività e una Madonna in trono e santi, affreschi in S. Eusanio nell'omonimo paesino; la Crocefissione e l'Andata al Calvario, tele già in S. Francesco di Caramanico, ora depositi del Museo nazionale aquilano; l'Annunciazione, tela in S. Maria del Paradiso a Tocco Casauria; la lunetta con Madonna e Bambino e la Comunione degli apostoli e Cristo nell'orto, affreschi, il primo sulla facciata, gli altri due all'interno del santuario della Madonna d'Appari presso Paganica; la Ss. Trinità, tavola datata 1557, nell'omonima chiesa di Popoli. A L'Aquila si conservano la Pietà, tavola già nel Municipio, ora nel Museo nazionale; l'affresco con S. Antonio da Padova con storie della sua vita, in S. Maria della Misericordia; la tela con la Sacra Famiglia, in S. Marco; l'affresco con la Pietà, nel convento di S. Chiara d'Acquili e le decorazioni di due soffitti a cassettoni al piano nobile del castello cinquecentesco.
Nel 1556 l'altare maggiore di S. Pietro di Coppito fu ornato con due tavole perdute con S. Giuliano e S. Severo di Pier Francesco (Chini, 1927).
Fonti e Bibl.: P.L. Casella, De primis Italice colonis…, Lione 1606, pp. 187 s.; M. Missirini, Memorie per servire alla storia della romana Accademia di S. Luca, Roma 1823, p. 15; A. Leosini, Monumenti storici artistici della città di Aquila e suoi contorni, Aquila 1848, pp. 49, 72, 80-82, 84, 100 s., 118, 266 s., 282 s.; T. Bonanni, La guida storica della città dell'Aquila e dei suoi contorni, Aquila 1874, pp. 42 s., 47, 51, 59, 63 s., 71-73, 76, 108; V. Bindi, Artisti abruzzesi, Napoli 1883, pp. 178-180; E. Abbate, Guida d'Abruzzo, Roma 1903, pp. 123, 405, 407; L. Serra, Aquila monumentale, Aquila 1912, pp. 61 s., 67; M. Chini, Pittori aquilani del '400, in Rassegna d'arte degli Abruzzi e del Molise, I-IV (1915), pp. 75-92; L. Serra, L'Aquila, Bergamo 1929, pp. 93-99; M. Chini, Documenti relativi ad i pittori che operarono in Aquila fra il 1450 ed il 1550 circa, in Boll. della R. Deputazione abruzzese di storia patria, s. 3, XVIII (1927), pp. 107-114, 126-129; F. Bologna, Il Maestro di S. Giovanni da Capestrano, in Proporzioni, 1950, n. 3, pp. 89, 94 n. 14; M. Chini, Silvestro Aquilano, L'Aquila 1954, pp. 227, 257 n. 7, 351, 353; G. Matthiae, Il castello de L'Aquila ed il Museo nazionale abruzzese, Roma 1959, pp. 22 s.; M. Moretti, Museo nazionale d'Abruzzo, L'Aquila 1968, pp. 104, 122, 126, 128, 130, 132 s.; N. Morelli, La b. Antonia da Firenze e il monastero aquilano dell'Eucarestia, L'Aquila 1971, pp. 72, 133 n. 115; G. Magnanimi, Ritrovamenti e restauri, Roma 1972, pp. 29-36; F. Zeri, Italian paintings in the Walters Art Gallery, Baltimore 1976, I, pp. 185-188; R. Cannatà, F. da M. e la pittura a L'Aquila dalla fine del '400 alla prima metà del '500. Una proposta per il recupero e la conservazione, in Storia dell'arte, 1981, 41, pp. 51-75; P.L. de Castris, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, II, Milano 1988, pp. 510, 720; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 308.