PICCOLOMINI, Francesco di Niccolò
Pensatore, nato a Siena nel 1520, ivi morto nel 1604. Dopo avere studiato a Padova, dove ebbe compagno di studî Felice Peretti, poi papa Sisto V, fu professore di filosofia nelle università di Siena, Macerata e Perugia, finché, chiamato nel 1560 a Padova, v'insegnò per oltre quarant'anni, ritirandosi a Siena solo nel 1601.
Aristotelico, il P. dedicò la massima parte delle sue fatiche a illustrare opere dello Stagirita, alle quali dedicò molti commentarî. Ma il suo scritto più noto è l'Universa philosophia de moribus quinque partibus (Venezia 1583), in cui egli criticava la metodologia adottata da G. Zabarella, suo collega nell'università padovana, nella trattazione dei problemi etici. Lo Zabarella rispose a tali critiche con l'Apologia ad objectiones Piccolomini de doctrinae ordine, e il P. replicò col Comes politicus pro recta ordinis ratione propugnator (1596). Contro il P. (adversus F. Piccolomineum alios Peripateticos) è diretta l'Οὐρανολογία, hoc est physicarum et metaphysicarum discussionum de caelo libri duo di N. Taurello (Amburgo 1603).
Bibl.: G. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi ovvero relazione delli huomini e donne ill. di Siena, ecc., I, Pistoia 1649, pp. 534-35; P. Ragnisco, G. Zabarella il filosofo: la polemica tra F. P. e G. Z. nella univ. di Padova, in Atti del R. Ist. ven., Venezia 1886; O. Dittrich, Gesch. der Ethik, IV, Lipsia 1932, p. 285.