DELLA TORRE, Francesco
Figlio di Pagano, che fu capo della Credenza di S. Ambrogio a Milano fino alla sua morte nel 1241, s'imparentò con una delle più potenti famiglie del Seprio sposando Giulia, figlia di Corrado Castiglioni, dalla quale nel 1259 ebbe un figlio di nome Guido, che fu poi signore di Milano.
Nel 1243 fu nominato podestà di Novara. Non si hanno più sue notizie fino al 1261, quando compare in un istrumento di permuta fondiaria insieme con i fratelli Napoleone detto Napo e Raimondo. L'anno seguente (1262) fu di nuovo podestà di Novara e combatté contro l'arcivescovo Ottone Visconti che, nel tentativo di prendere possesso della propria sede arcivescovile, si era rifugiato ad Arona unitamente ai fuorusciti milanesi. Nel 1263 il D. ebbe la riconferma della carica di podestà di Novara, e due anni dopo compare, insieme con Napo, coll'appellativo di nobilis, nel trattato di alleanza stipulato ad Aix con Carlo d'Angiò nel gennaio 1265.
Tale documento attesta quindi un'attiva partecipazione del D. alla vita politica di Milano, anche nel periodo del governo del cugino Filippo Della Torre. Alla morte di Filippo (1265), il governo della città passò nelle mani di Napo, e da quel momento il D. ebbe modo di parteciparvi ancor più largamente, tanto che il Fiamma lo definisce "secundus dominus Civitatis". La collaborazione tra i due fratelli si realizzò sia sul piano dell'attività politica e della guida del Comune milanese, sia su quello della gestione e dell'incremento del patrimonio familiare (come attesta, tra l'altro, un documento del 1272 da cui emerge come Napo, nell'acquistare per 1.200 lire un gran numero di appezzamenti posti a Turbigo, si fosse servito del denaro del D., secondo un accordo stipulato in precedenza).
Napo, non appena assunto nelle proprie mani il potere, nominò il fratello signore del contado del Seprio; tale territorio, già da molti anni governato direttamente da Milano, ebbe in tal modo, a partire dalla seconda metà del sec. XIII, un governo signorile, come quello che lo stesso D. esercitò a partire dal 1270 sulla Burgaria (nel territorio di Parabiago). Dopo la vittoria ottenuta a Benevento da Carlo d'Angiò (26 febbr. 1266) i Torriani - che guidavano nell'area padana il partito guelfo ed erano alleati del nuovo sovrano meridionale - inviarono nel Regno un'ambasciata, di cui faceva parte lo stesso Della Torre. In tale occasione, egli fu creato miles dal sovrano e ricevette in feudo la contea di Venafro. L'anno seguente gli alleati di Carlo d'Angiò si riunirono a Milano e, in previsione della discesa in Italia di Corradino di Svevia, strinsero una lega di cui dettero la guida a Napo, al D. ed al marchese del Monferrato.
L'amicizia dei Torriani verso il sovrano angioino si manifestò anche in occasione del passaggio a Milano di Margherita di Borgogna, sposa del re, avvenuto nell'ottobre 1268.La principessa venne infatti accolta solennemente, con grandiosi festeggiamenti e, alla sua partenza per Lodi, si dice che il D. avesse organizzato un pranzo per tremila persone, cui seguirono giochi, feste, e la creazione di due milites milanesi nella chiesa di S. Ambrogio.
Nel frattempo la notizia della sconfitta subita il 23 ag. '68 a Tagliacozzo da Corradino di Svevia ebbe notevoli ripercussioni anche al Nord. Il partito ghibellino cercò di bilanciare la preponderanza guelfa in Italia, imponendo il controllo di alcune città nell'area padana e colpendo, in particolare, il dominio torriano nei Comuni lombardi. Nel 1269 Brescia si ribellò e il D. fu inviato a domare la rivolta: non ebbe successo ed egli stesso fu costretto ad allontanarsi dalla città. In seguito il D. fu frequentemente a fianco del fratello Napo nelle azioni politiche e militari dirette a mantenere nel dominio torriano i Comuni che ad esso tentavano di sottrarsi.
Nel 1271egli fu incaricato di accogliere il re di Francia Filippo III che ritornava dalla crociata in Tunisia, dove avevano perso la vita suo padre Luigi IX e suo fratello Tristano. Il D., andatogli incontro a Cremona, lo invitò a Milano, dove, in suo onore, rinnovò ancor più sontuosamente i festeggiamenti e le onoranze organizzate per Margherita di Borgogna. In quel torno di anni il D. assunse la podesteria in diverse città: nel 1269 ad Alessandria, nel 1270a Bergamo, e nel 1272ancora a Novara dove, in quell'anno, dovette far fronte alla ribellione della città cercando di riportare la pace grazie all'aiuto delle truppe del Seprio e della Martesana. Infine, per evitare che si verificassero nuovi disordini, vi fece costruire un castello chiamato "La turricella" e inviò a Milano molti ostaggi delle due opposte fazioni.
L'opposizione ghibellina al dominio torriano in Lombardia si fece più consistente quando ad essa si unirono i sostenitori di Ottone Visconti che, eletto arcivescovo di Milano (1261), non riusciva ad entrare in possesso della sua diocesi per l'ostilità del governo cittadino. Lo scontro decisivo tra i due schiaramenti si ebbe presso Desio il 21 genn. 1277 e nel corso della battaglia, conclusasi con la sconfitta dei Torriani, il D. venne ucciso.
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