FRANCESCHI, Francesco dei
Non si conoscono l'anno e il luogo di nascita di questo pittore attivo nel Veneto. Dal 1443 al 1456 il suo nome compare in quattro atti dell'Archivio di Stato di Venezia accompagnato dalla qualifica professionale e dalla notizia della sua residenza nella parrocchia di S. Giuliano.
L'unica opera firmata che si conservi è il polittico con S.Pietro in trono, santi, angeli e la Crocifissione già nella chiesa e poi nel convento di S. Pietro a Padova, dal 1810 custodita nel Museo civico della stessa città. Il nome e la data 1447 si trovavano in origine sulla ricca cornice firmata da Francesco Storibono, oggi perduta a eccezione della parte che circonda lo scomparto centrale. Il dipinto è un prodotto di notevole qualità tecnica che nello stile rivela la conoscenza delle opere di M. Giambono e di quelle di Antonio Vivarini degli inizi degli anni Quaranta. I volti hanno tratti ripetitivi, inquadrati da capelli e barbe disegnate minuziosamente con gusto calligrafico e decorativo, mentre i corpi impostati più saldamente tradiscono un adeguamento a forme "protorinascimentali forse di origine squarcionesca" (Banzato, 1989, p. 103).
Nessuna delle opere eseguite per le chiese veneziane e ricordate ancora in loco da F. Sansovino nel 1581 è giunta fino a noi: né il S.Girolamo tra i ss. Sebastiano e Luigi, datato 1448, in S. Samuele; né la S.Caterina e quattro santi in S. Giorgio in Alga; né il S.Andrea in S. Giobbe. A testimoniare un'attività presumibilmente assai prolifica rimangono soltanto alcune tavolette in collezioni pubbliche e private, parti di almeno tre diversi polittici smembrati. Intorno alla metà del secolo vanno riferiti alcuni scomparti di un complesso dedicato a S.Mamante, divisi tra il Museo civico di Verona, il Museo civico Correr di Venezia e la Yale University Art Gallery di New Haven.
Al di là della figura al centro che ripropone nella presentazione frontale quella del S.Pietro padovano, i quattro pezzi con storie della vita del santo mostrano il pittore alle prese con scene di tono narrativo, in cui il carattere tardogotico dell'ambientazione risente di qualche più matura nozione spaziale, appresa probabilmente sulle opere di Jacopo Bellini.
Parti di uno stesso polittico, che non è certo sia lo stesso del S.Mamante, sono alcuni Santi in collezioni private o apparsi sul mercato antiquario, come i quattro frammenti ridotti in forma ovale, comparsi in una vendita all'asta romana (Finarte, 3 apr. 1984, n. 240), nonché un Apostolo a mezza figura conservato nel Museo nazionale di palazzo Venezia a Roma. A un altro complesso non ancora ricostruito appartengono, invece, le quattro Sante a mezza figura del Museo di Budapest.
Diversi sono i tentativi fatti per ampliare lo scarno catalogo del pittore: la sua riconoscibile cifra stilistica, apparentemente non soggetta a sensibili oscillazioni formali, può essere individuata dietro i guasti in una Madonna col Bambino alla Ca' d'Oro di Venezia e, forse, in opere quali S.Caterina e S. Maria Maddalena dell'Ashmolean di Oxford e la Madonna col Bambino del Museo Correr di Venezia.
Ignoto è l'anno della morte del Franceschi.
Non sono riferibili con certezza al F. due documenti nei quali compare, nel primo caso (1° apr. 1468), un Francesco dei Franceschi "quondam ser Bartholomei"; mentre, nell'altro, il nome è seguito dalla non altrimenti documentata qualifica di orefice (13 giugno 1473).
Pittore e intagliatore fu anche Lazzaro dei Franceschi, figlio di Antonio, creduto senza valide ragioni nipote del Franceschi. Nel 1474 egli riceveva la commissione per la pala, perduta, dell'altare maggiore della chiesa di S. Fosca a Torcello. Un documento del 6 giugno 1483 lo ricorda già morto.
Fonti e Bibl.: F. Sansovino, Venetia città nobilissima et singolare, Venezia 1581, pp. 46a, 86a, 57a; A. Moschetti, Un'ancona di F. de F. pittore veneziano del secolo XV, in Bollettino del Museo civico di Padova, VII (1904), 4, pp. 70-77; G. Ludwig, Archivalische Beiträge zur Geschichte der venezianischen Malerei, in Jahrbuch der Königlich Preuszischen Kunstsammlungen, XXVI (1905), pp. 157-159; L. Venturi, Pittura veneziana 1300-1500, Venezia 1907, pp. 94 s.; R. Fry, Exhibition of pictures of the early Venetian school at the Burlington Fine Arts Club, in The Burlington Magazine, XX (1912), pp. 346-359; L. Testi, La storia della pittura veneziana, II, Bergamo 1915, pp. 65-71; G. Fiocco, Due Madonne di Michele di Giambono, in Dedalo, V (1924-25), pp. 451-455; R. van Marle, The development of the Italian schools of painting, VII, The Hague 1926, pp. 382-396; E. Sandberg Vavalà, Michele Giambono and F. dei F., in The Burlington Magazine, LI (1927), pp. 215-221; Id., Additions to F. de' F., ibid., LXXVI (1940), pp. 155 s.; E. Arslan, Intorno a Giambono e a F. dei F., in Emporium, LVI (1948), 108, pp. 285-289; L. Coletti, Pittura veneta del Quattrocento, Novara 1953, p. XV; C. Volpe, Donato Bragadin ultimo gotico, in Arte veneta, IX (1955), p. 22; B. Berenson, Italian pictures of the Renaissance. Venetian schools, I, 1957, p. 79, tavv.. 48-57; G. Mariacher, Il Museo Correr di Venezia. Dipinti dal XIV al XVI secolo, Venezia 1957, pp. 80 s.; S. Padovani, Un contributo alla cultura padovana del primo Rinascimento: Giovan Francesco da Rimini, in Paragone, XXII (1971), 259, p. 9; L. Grossato, in Da Giotto al Mantegna (catal., Padova), a cura di L. Grossato, Milano 1974, n. 74; A.M. Spiazzi, Tre tavole del secolo XV e gli affreschi della scuola di S. Giuseppe in Padova, in Boll. del Museo civico di Padova, LXVIII (1979), pp. 31-35; M. Lucco, in La pittura in Italia. Il Quattrocento, Milano 1987, II, p. 611 e ad Indicem; D. Banzato, in Da Giotto al tardogotico (catal., Padova), a cura di D. Banzato - F. Pellegrini, Roma 1989, pp. 101-103; M. Lucco, in La pittura nel Veneto. Il Quattrocento, I, Milano 1989, p. 94, figg. 122 s.; E. Merkel, ibid., pp. 57, 59, 71, figg. 65 s., 91; W. Angelelli - A.G. De Marchi, Pittura dal Duecento al primo Cinquecento nelle fotografie di Girolamo Bombelli, a cura di S. Romano, Milano 1991, p. 135 n. 247; V. Terraroli, in La pittura in Lombardia. Il Quattrocento, Milano 1993, p. 228; F. Pellegrini, in Pisanello. I luoghi del gotico internazionale nel Veneto, a cura di F.M. Aliberti Gaudioso, Milano 1996, pp. 353 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 288.