DANDOLO, Francesco
Terzo doge della famiglia, discendente di un ramo collaterale del grande Enrico. Visse nella prima metà del sec. XIV, e fu doge fra il 1329 e il 1339, negli anni in cui ai gravi problemi della politica marinara, che incombevano tradizionalmente su Venezia, si aggiunsero quelli creati dallo sviluppo della signoria scaligera nella vicina terraferma. Si compiva allora da parte della Repubblica il primo passo verso quella politica continentale, da cui essa aveva sempre rifuggito. Ma la necessità di prevenire e superare un pericoloso accerchiamento costringeva Venezia ad uscire dal riserbo, accettare la collaborazione di potenze continentali e operare militarmente come potenza terrestre, per non restare soffocata al limitare della laguna, priva delle linee di sbocco terrestri e fluviali per l'Occidente, quando la linea marittima della Fiandra era incerta, costosa e pericolosa.
Il Dandolo non arretrò e condusse Venezia sino alla soglia dell'intervento attivo nella lega antiscaligera veneto-fiorentina, forse con la lusinga di più larghi acquisti nella terraferma di quelli realizzati al crollo della signoria veronese. Ma il suo successore, sventato il pericolo maggiore, tornò alla tradizionale politica, perché Genova era sempre minacciosa. E a quella politica legò il suo nome dopo pochi anni Andrea Dandolo.