FRANCESCO da Pistoia
Non ci è nota la data della sua nascita, che è da porre tra la fine del sec. XIV e gli inizi del XV; sconosciuti sono anche gli anni della sua formazione scolastica, che si concluse col titolo di magister o di professor, secondo un'alternanza riscontrabile nelle poche fonti coeve che a lui si riferiscono.
Negli anni tra il 1427 e il 1429 F., già membro dell'Ordine francescano, collaborò alla traduzione latina della Commedia dantesca realizzata in Pistoia da Matteo Ronto; è probabile che avesse soggiornato in Siena, città da dove sono spedite tre sue lettere, forse anteriori al 1429, indirizzate a suoi confratelli.
Sono documentati i rapporti che per un breve arco di tempo intercorsero tra F. e Poggio Bracciolini; mentre si hanno notizie frammentarie e indirette su quelli che lo legarono a Niccolò Niccoli, Ambrogio Traversari e Cosimo de' Medici: certo è che nell'agosto del 1429, ottenuto un salvacondotto dal pontefice grazie anche all'interessamento del Bracciolini, F. intraprese un primo viaggio in Oriente. Egli avrebbe voluto recarsi in Palestina e di qui ad Alessandria e a Chio, ma fu prima costretto a raggiungere il Cairo per consegnare, su specifico incarico del papa, una lettera al sultano mamelucco d'Egitto.
In Chio egli svolse un'intensa attività di ricerca di reperti marmorei su commissione di Poggio. Tuttavia tre teste di statua di mirabile fattura raccolte da F. non pervennero mai al segretario apostolico. È infatti probabile che egli le abbia vendute, insieme con altro materiale, a Cosimo de' Medici quando nel 1431 rientrò in Italia.
Al 1433 risale un secondo viaggio in Oriente di F., diretto questa volta in Siria. Qui, per incarico del Niccoli, raccolse un certo numero di manoscritti greci; cinque di questi furono da lui inviati ad Ambrogio Traversari, sebbene poi a costui sia giunto un solo codice.
Il rientro in Italia di F. deve essere avvenuto nella primavera del 1435. Al 13 giugno di quell'anno, infatti, è datata la lettera di Eugenio IV al ministro generale dell'Ordine francescano, con la quale raccomandava la nomina di F. a ministro per la provincia orientale dell'Ordine. Sulla durata della sua permanenza in tale incarico non si posseggono elementi precisi, sebbene già nel 29 giugno 1437 il Bullarium franciscanum registri Giovanni "de Primaditiis" quale "vicarius in partibus omnibus orientalibus".
L'ultima menzione nota di F. è contenuta in una lettera di Ambrogio Traversari del 31 maggio 1438, con la quale questi prega "frate Michele" di rifondere a suo nome un debito, contratto per alcuni libri, che egli aveva con F.; l'assoluta mancanza di ulteriori informazioni fa ritenere che questi, già sofferente di malaria, si sia spento non molto dopo quell'anno.
Fonti e Bibl.: S. Bernicoli, Ravenna, Biblioteca classense, in G. Mazzatinti, Inv. dei manoscritti delle bibl. d'Italia, IV, Forlì 1894, p. 220 (notizie su tre lettere di F.); Ambrosii Traversarii aliorumque ad ipsum… Latinae epistolae…, a cura di L. Mehus, Florentiae 1759, pp. LII, CLXXIII; epp. VIII, 35, col. 393; VIII, 48, col. 417; XIII, 21, col. 628; P. Bracciolini, Lettere, a cura di H. Hart, Firenze 1984, I, pp. 85 s., 195 s., 214 ss.; II, pp. 105 s., 108 s., 139 s., 295-297; Novelle letterarie (di Firenze), 1764, col. 609; 1782, col. 183; V. Capponi, Biografia pistoiese…, Pistoia 1878, p. 194; G. Voigt, Il risorgimento dell'antichità classica…, I, Firenze 1888, p. 331; Bullarium franciscanum, VII, a cura di C. Eubel, Romae 1904, p. 726; G. Zippel, rec. a R. Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV, in Giorn. storico della lett. italiana, XLVIII (1906), p. 211; G.G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci a Waddingo, aliisve descriptos…, Romae 1908, p. 295; E. Walser, Poggius Florentinus. Leben und Werke, Leipzig-Berlin 1914, pp. 147 s.; G. Mercati, Lettera ined. di Giovanni Argiropulo ad Andreolo Giustiniani, in Mélanges d'archéol. et d'hist., XXXIX (1921), pp. 155-157; Croniche ovvero Annali di Terra Santa del p. Pietro Vernerio di Montepeloso, a cura di G. Golubovich, I, Quaracchi 1929, p. 87; U. Hüntemann, Bullarium franciscanum. n.s., I, Ad Claras Aquas 1929, p. 83; L. Wadding, Annales minorum, X, Ad Claras Aquas 1932, pp. 166, 277; G. Mercati, Ultimi contributi alla storia degli umanisti, I, Città del Vaticano 1939, pp. 15, 16-19, 26-29; R. Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV, a cura di E. Garin, Firenze 1967, p. 54; M. Tagliabue, Contributo alla biografia di Matteo Ronto, in Italia medioevale e umanistica, XXVI (1983), pp. 164 s., 174-176, 188; M.E. Cosenza, Biographical and bibliogr. Dict. of the Italian humanists…, Boston 1962, s.v.