Francesco da Barberino
Poeta (Barberino di Val d'Elsa 1264-Firenze 1348). Studiò da notaio a Bologna, qui e a Firenze esercitò la professione e conobbe i principali scrittori, fra cui Dante. Nel 1304 si recò nel Veneto, poi in Provenza e in Francia, ben accolto nelle corti e fra i letterati. Tornato in Firenze dopo la morte di Enrico VII, fu vittima della peste. Scrisse Documenti (o Insegnamenti) d'Amore, opera didascalica di cortesia, terminata nel 1310, pubblicata nel 1314; Del reggimento e costumi di donna, un galateo, documento di costumi, parte in prosa parte in versi, terminato fra il 1318 e il 1320; Flores novellarum, scelta di novelle in volgare, perduta.
Lo Scherillo (Alcuni capitoli della biografia di D., Torino 1876, 246) osservò che la glossa autografa apposta da F. alla sua trascrizione dei Documenti (codice Vaticano Barberiniano 4076 (A) c. 63 C; ediz. Egidi II 375), accennante all'opera che " dicitur Comoedia et de infernalibus inter cetera multa tractat ", era " testimonianza precisa per fissare la data della Divina Commedia ". G. Melodia (1896) rilevò affinità fra passi del Reggimento (quasi compiuto nel 1309) e i primi canti dell'Inferno, per stabilire un termine ad quem. Ma la prova filologica del valore della testimonianza parve raggiunta soltanto dall'Egidi che, partendo dal Melodia, dall'Ortiz e dal Thomas, concluse senza esitazioni che il testo dei Documenti fu compiuto verso il 1310, che " nel 1312, oltre il testo, nel ms. A erano state scritte per una quarantina di carte le chiose, le quali furono poi continuate in Italia nel 1313, e compiute sul finire di quello stesso anno ". Una glossa di c. 63 b dice appunto: " quia sumus in civitate sua Mantuana ex casa istam partem glosantes ", soggiorno documentato nei primi mesi del 1313. Concludeva che l'Inferno e forse tutto il Purgatorio erano compiuti prima del 1313. Il Vandelli aggiunse argomenti precisando l'esame cronologico delle carte del cod. A.
L'argomento barberiniano parve definitivo: non al Pietrobono, che sostenne sempre la posteriorità dell'intera Commedia alla morte di Enrico VII (a lui si unì U. Cosmo).
Più recentemente A. Vallone portò argomenti per fissare la datazione delle tre cantiche (Inferno prima del 1308; Paradiso dopo il 1316); ma G. Petrocchi riprese da capo l'esame degli indizi, per provare, attraverso lo studio delle profezie, che le prime cantiche furono rivedute tra il 1313 e il 1315 per la pubblicazione. Egli ritenne pure che il riferimento a D. vada disgiunto da quello al soggiorno mantovano, e forse sia stato inserito ricopiando i Documenti; che la famosa glossa indichi ignoranza della struttura della Commedia. Di qui la svalutazione dell'argomento. Al Vandelli, invece, è tornato G. Folena, riconoscendo che prima della morte di Clemente V (aprile 1314) F. accennò alla diffusione dell'Inferno (non del Purgatorio) recando nella sua glossa due tracce di If I.
L'interpretazione degl'indizi e delle deduzioni è diversa nei critici, ma ormai le divergenze al fine dei risultati cronologici sono assai ridotte.
Bibl. - A. Thomas, F. da B. et la littérature provencale en Italie, Parigi 1883; G. Melodia, D. e F. da B., in " Giorn. d. " IV (1896) 58 ss., 98 ss.; R. Ortiz, F. da B. e la letteratura didattica neolatina, Roma 1948² (il primitivo saggio è del 1904); F. Egidi, L'argomento barberiniano per la datazione della D.C., in " Studi romanzi " XIX (1928) 135-158; ID., Per la datazione della D.C., in " La Rassegna " XXXVII (1929) 250-255; G. Vandelli, Per la datazione della C., in " Studi d. " XIII (1928) 5-29; ID., Ancora sulla datazione della D.C., ibid. XV (1931) 43-53; A. Vallone, Per la datazione della D.C., in Studi sulla D.C., Firenze 1945, 3-18; G. Petrocchi, Intorno alla pubblicazione dell'Inferno e del Purgatorio, in " Convivium " VI (1957) 652-669 (poi in Itinerari danteschi, Bari 1969, 83-116); G. Folena, Ueberlieferung geschichte der altitalienischen Literatur, in Geschichte der Textueberlieferung, Zurigo 1964, II 452 ss.; A.E. Quaglio, Sulla cronologia e il testo della D.C., in " Cultura e Scuola " 13-14 (1965) 241-253.