ARAGONA, Francesco d'
Ultimo dei sei figli legittimi di Ferdinando, I di Napoli e di Isabella di Chiaromonte, nacque il 16 dic. 1461. Della sua educazione si occuparono Antonio di Sessa (ricordato come suo maestro nel 1471) e Rutilio Zeno; ma un'influenza notevole la esercitò Diomede Carafa, che per lui scrisse un memoriale ricco di consigli, specie di carattere militare. Nel 1476 l'A. s'imbarcò a Manfredonia diretto in Ungheria, accompagnando la sorella Beatrice, che andava sposa a Mattia Corvino. La permanenza dell'A. presso la corte ungherese fu lunga, e fu per lui particolarmente feconda di insegnamenti di carattere militare e suscitatrice di interessi umanistici. Dall'Ungheria il giovane principe tornò nel Regno solo nel 1484, e subito si trovò coinvolta nella grave crisi che proprio in quegli minacciava il trono di suo padre. Il suo fidanzamento con Isabella, figlia del principe di Altamura Pirro del Balzo, stipulato prima ancora del suo ritorno dall'Ungheria, aveva appunto lo scopo di assicurare alla corona la fedeltà del dei Balzo, nonché la successione nei suoi feudi agli Aragonesi. Intanto era stato eletto pontefice Innocenzo VIII, e Ferdinando I, per cercare di cattivarsene l'animo, gli inviò come ambasciatore, nel dicembre 1484, l'A., che, però, pur avendo ricevuto accoglienze formalmente molto cortesi, non riuscì nello scopo della sua missione. Nel maggio 1485, quando era già luogotenente generale negli Abruzzi, ottenne il titolo di duca di Monte Sant'Angelo (fu anche marchese di Bisceglie). Allo scoppio della congiura dei baroni sembrò che la sua esperienza militare potesse essere utile, per cui tra il dicembre 1485 e il gennaio 1486 fu inviato in Puglia insieme col nipote Ferrandino, ma con scarsa fortuna, in quanto non riuscì a impedire la conquista di Rutigliano da parte dei rivoltosi, e quindi il diffondersi della ribellione. In questa campagna gli fu avversario il futuro suocero, Pirro del Balzo; e, proprio per fronteggiare quest'ultimo, il re Ferdinando I decise, nel maggio 1486, di inviare nuovamente in Puglia l'A. con sette squadre.
È questa l'ultima notizia che abbiamo sulla sua attività: il 21 ottobre di quello stesso anno il re faceva sapere al duca di Milano che l'A. era ammalato, e la morte lo colse il giorno 26 dello stesso mese. Fu sepolto nella chiesa di Monteoliveto, senza aver celebrato il matrimonio con Isabella del Balzo, che, secondo quanto previsto dal contratto di matrimonio, sposò il fratello di lui Federico, futuro re di Napoli.
Fonti e Bibl.: Annales de Raimo, in L. A. Muratori, Rer. Italic. Script., XXIII, Mediolani 1733, coll. 238 s.; Cronaca di Napoli di Notar Giacomo, a cura di P. Garzilli, Napoli 1845, pp. 104, 152, 160 s.; Regis Ferdinandi Primi Instructionum liber, a cura di L. Volpicella, Napoli 1916, docc. nn. II, XXIX, pp. 252 s.; Iohannis Burckardi Liber notarum, a cura di E. Celani, in Rerum Italic. Script., 2 ediz., XXXII, 1, pp. 90-95; G. Leostello, Effemeridi delle cose fatte per il Duca di Calabria (1484-1491), a cura di U. Filangieri, Napoli 1883. pp. 44, 49, 51, 54, 120; N. Caputo, Discendenza della reale Casa d'Aragona nel Regno di Napoli, Napoli s.d. [ma 1667], pp. 65 s.; N. Barone, Le cedole di tesoreria dell'Archivio di Stato di Napoli dall'anno 1460 al 1504, in Arch. stor. per le Prov. napol., IX(1884), pp. 234, 605; A. Berzeviczy, Beatrice d'Aragona, Milano 1931, pp. 82 s., 119 s.