CORTESI, Francesco
Figlio del coreografo Antonio, e della ballerina Giuseppa Angiolini, nacque a Firenze l'11 sett. 1826. Fu allievo del liceo musicale di Bologna nel periodo in cui G. Rossini, ritornato a Bologna nell'autunno del 1838, "cominciò ad occuparsi seriamente del liceo, del quale per parecchi anni fu non soltanto consulente, quanto il vero e proprio direttore" (Sartori, p. 71).L'aver frequentato corsi tenuti dal musicista pesarese fu per il C. costante motivo di orgoglio e di riconoscenza, il che lo portò ad essere uno dei promotori del Comitato per le onoranze a Rossini, creato a Firenze in occasione del centenario della nascita, la cui attività promosse la costruzione di quel monumento che nel 1902 sarebbe stato sistemato in S. Croce. Il C. compose una decina di opere liriche che ebbero tutte un chiaro consenso da parte della critica, che gli riconosceva una notevole capacità artistica, ma che non furono accolte con particolare entusiasmo dal pubblico. Nel corso della sua carriera tentò tutta la gamma del genere melodrammatico, dall'opera tragica a quella buffa e, alla fine della sua attività si cimentò anche nell'operetta. Esordì il 12 giugno 1849 alla Pergola di Firenze con la tragedia lirica in quattro atti Corrado il Corsaro su libretto di incerto autore ma sul quale il musicista rivendicava anche la proprietà letteraria.
Così venne giudicato nella critica del 23 giugno apparsa su Il Pirata: "Il giovane Maestro Cortesi ebbe sì brillante e clamoroso successo da dovergli presagire la più splendida carriera. È difficile che un nuovo maestro ottenga gli onori che ha ottenuto il Cortesi, come è cosa rarissima in teatro veder plaudire uno spartito dalla prima all'ultima nota con entusiasmo così grande e così verace".
A questa prima opera seguì il dramma lirico in quattro atti Il Trovatore su libretto di A. Lanari che fu dato il 9 marzo 1852 al teatro Grande di Trieste.
"Il Trovatore... ha ottenuto un bel successo nonostante che si trattasse di una sera di gala con illuminazione per la presenza dell'Imperatore giacché saprete che quando egli è in teatro gl'applausi sono inibiti" (L'Arte del 13 marzo 1852).
Questa opera fu poi completamente rifatta dal C. e ripresentata il 29 ottobre di quello stesso anno al teatro Leopoldo di Firenze con il titolo di La schiava. Seguirono con ottimo esito Il maestro di scuola, opera buffa in due atti su libretto di D. Micciarelli data al teatro dei Rinnovati di Siena il 19 febbr. 1853 ed al teatro Ducale di Parma il 17 febbr. 1855 e Micaela, opera seria in tre atti su libretto dello stesso Micciarelli, con la partecipazione, come protagonista, della sorella del compositore, Adelaide. L'11 febbr. 1857 fu data al Comunale di Bologna Etra l'astrologa, su libretto d'ignoto, lavoro che può essere considerato uno dei più significativi e che ebbe un'ottima accoglienza e successive repliche. Secondo H. Riemann invece L'Etra fu data la prima volta a Siena nel 1857 (Opern Handbuch, p. 137). Seguono due opere semiserie su libretto del Micciarelli: Almina, in tre atti, rappresentata al teatro Valle di Roma il 10 genn. 1859 e La Dama a servire in due atti, data al teatro delle Muse di Ancona il 6 febbr. dello stesso anno. Il 30 nov. 1870 andò in scena al teatro Pagliano di Firenze il dramma lirico in quattro atti La colpa del cuore su libretto di R. Berninzone. I meriti musicali del C. dovevano essere altamente considerati malgrado i libretti su cui lavorava e che sovente venivano definiti "alquanto confusi". Il caso de La colta del cuore ci è illustrato da Basso (p. 348); nella sua ampia recensione sulla Gazzetta di Torino, del 3 marzo 1872, M. Leoni poteva annunciare "trionfalmente" che quello era "il più detestabile libretto" che avesse mai letto. "Come dargli torto - prosegue l'autore - se si coglievano in esso perle di questo tipo?: "".. troncato ogni indugio, pesante archibugio afferrano ... e sparano ... un ... due ... Boum! Boum!"". Nella collezione Carvalhães (I, p. 100) si trova il libretto del dramma lirico Diana di Meridor di G. Franceschi con musiche del C., che figura edito a Torino nel 1873 senza però che vi appaiano né il nome del teatro né i nomi dei protagonisti, per cui si può dedurne che questa opera non sia stata rappresentata. Il 27 apr. 1874 fu dato alla Pergola il melodramma serio Mariulizza in quattro atti su libretto di L. Scalchi che fu per il C. un grande successo per cui il 3 maggio il critico della Gazzettamusicale così si esprimeva:
"Non vi è chi non trovi nella musica di questa opera una vena di fantasia abbondante ed originale, una perizia non comune nel maneggio de l'armonia e del contrappunto, una profonda conoscenza degli strumenti e specialmente del quartetto in modo di condurre e di svolgere le idee sciolto affatto da ogni vieta convenzione...".
Chiude la serie dei lavori composti dal C. l'opera giocosa in musica e in prosa L'amico di casa, in tre atti, su libretto di E. Franchini, che fu dato al teatro Niccolini di Firenze il 13 ott. 1881 e dove sembra che l'autore "abbia, mirato a tentare l'operetta italiana, ma più nobile, più dignitosa, e con forme di commedia vivace ed amena, approfittando delle tradizioni della nostra vera opera comica e di quelle novità che oggi tentano il gusto del pubblico" (Gazzetta musicale del 23 ott. 1881). Il C. diresse molti suoi lavori teatrali e compose vari pezzi alcuni dei quali furono inseriti nell'opera La vergine di Kermo di F. Guidi che fu rappresentata al teatro della Concordia di Cremona nel carnevale del 1870. Durante il decennio 1860-70 il musicista "si era contentato del modesto ufficio di concertatore al Teatro Pagliano di Firenze" (ibid., 4 dic. 1870).
Poco si conosce dell'attività del C. come insegnante di musica e di canto presso l'istituto musicale di Firenze, ma il prestigio che seppe dare a tale incarico ci viene testimoniato da A. Damerini che ci informa di una "lettura" tenuta dal musicista nel 1875 presso il conservatorio sul tema "Del diapason e di alcune questioni relative all'esecuzione musicale" che "provocò un voto dell'assemblea di mettersi in relazione con le principali Accademie e Istituzioni italiane di musicale istruzione all'effetto di trovar modo di ridurre le orchestre italiane a suonare secondo un costante e moderato corista" (Damerini, pp. 77 s.).
Il C. morì a Firenze il 3 genn. 1904.
Fonti e Bibl.: Roma, Conservatorio di S. Cecilia, Collezione Carvalhães, I, pp. 29, 100, 106, 125, 198; II, p. 89; Il Pirata, 23 giugno 1849; L'Arte, 13 marzo 1852; Teatri arti e letter., 4 nov. 1852; Gazz. music. (Milano), 4 dic. 1870; 23 ott. 1881; Il Teatro illustr., nov. 1881, p. 12; A. Damerini, Il R. Conserv. di musica "Luigi Cherubini" di Firenze, Firenze 1841, pp. 77 s.; C. Sartori, Il Conserv. di musica G. B. Martini diBologna, Firenze 1942, p. 71; Storia del teatroRegio di Torino, A. Basso, Il teatro della cittàdal 1788 al 1936, Torino 1976, p. 348; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatici, musicali e coreografici in Parma, Parma 1884, p. 242; H. Riemann, Opern Handbuch-Repertorium, Leipzig 1887, p. 137; U. Manferrari, Diz. unit. delle operemelodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 277; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 337; Encicl. dello Spett.,III, col. 1539; Dizionario La Musica, I, p. 440.