CORAZZINI, Francesco
L'unico dato anagrafico sicuro del C. è quello relativo alla data e al luogo della sua nascita: 2 ag. 1832 a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo. Sia presso gli archivi del suddetto comune., quanto presso la relativa curia vescovile non sono reperibili altri dati. Quel che sappiamo è solo quanto può trarsi dai suoi scritti, da alcune lettere e da una schematica autobiografia, principalmente bibliografica, intitolata Dopoquaranta anni di lavoro.
Gli studi, compiuti solo fino al diploma liceale, poiché per ragioni economiche non fu in grado di frequentare l'università, si svolsero presso un collegio di padri scolopi. La sua formazione superiore e la riconosciuta cultura, che gli permetteranno di ottenere una cattedra per l'insegnamento secondario, sono quindi frutto del suo lavoro di erudito autodidatta.
Nel 1859 partecipò alle grandi manifestazioni mazziniane guidate da G. Dolfi a Firenze, per costringere il granduca ad abbandonare la città, il 27 aprile. A giugno era volontario nei dragoni toscani che partecipavano alla seconda guerra d'indipendenza. L'anno successivo, dopo la spedizione piemontese nelle Marche e nell'Umbria, cooperò a preparare il plebiscito (4 nov. 1860), che sanzionò la fine del dominio pontificio ad Urbino, ove il C. si trovava, e l'annessione delle Marche al Regno sabaudo.
È in questo periodo che conobbe il segretario del conte Pepoli, tornato dal suo esilio londinese sin dall'inizio della prima guerra d'indipendenza. Questi gli darà lavoro e quindi lo inizierà alla carriera d'insegnante, che per oltre venti anni lo porterà in giro per l'Italia, specie quella meridionale. Tracce importanti rimangono di una sua lunga permanenza a Benevento, ove si adoperò per fondare e quindi dirigere il locale museo archeologico, promosse la costituzione di una Biblioteca circolante provinciale, fu tra i soci fondatori dell'Accademia beneventana e membro della commissione per la lotta al brigantaggio della provincia, che sempre al C. sembra debba pure il suo primo asilo d'infanzia. Coincise con l'inizio della carriera di insegnante anche il suo matrimonio con la figlia del senatore Francesco Puccinotti, l'illustre medico urbinate, sepolto in S. Croce a Firenze, dove viveva. Nel 1867, a Monterotondo, ove partecipò con Garibaldì alla sfortunata impresa romana, il fratello Odoardo. reduce delle campagne del '59 e del 60, venne gravemente ferito: morì poco dopo.
Questa morte, annota il C., fu "causa non ultima della rovina della farniglia", quindi egli si trovò costretto a passare una cifra mensile fissa di 360 lire alla madre, "venuta da grande agiatezza in grandi strettezze", sottraendole dalle 3.000 lire o poco piú del suo "piccolo stipendio".
È da ricordare che il C. per due anni, 1871-72, realizzò e diresse la Rivista filologico-letteraria, edita a Verona, dove riconfermò il suo interesse per la lingua e i dialetti. Del suo Saggio di restaurazione degli antichi poeti siciliani, del 1871 appunto, scriverà il Pitré l'anno dopo: "Scorrendo le tre poesie restaurate dal Corazzini chi non trova rime, metro, armonia che mancavano nei testi editi finora? Il Corazzini fa questo perché ha potuto studiare il dialetto nei primi scrittori siciliani... Ci sembra però che alcune forme, ma alcune soltanto, non siano del siciliano di una volta e dubitiamo di altre che risentono di un certo stento. Ma il lavoro del Corazzini deve lasciar contenti". Così, dopo l'uscita del suo Ilnuovo Carena, riceverà una lettera di G. Ascoli in cui si legge: "Mi pare un libro utilissimo. Ho principalmente badato alla parte dialettale che mi pare una bella e anche molto ardua novità".
Per un certo periodo risulta che il C. fu comandato straordinariamente presso la Biblioteca nazionale di Firenze, mentre come insegnante, agli inizi degli anni '80; lavorò anche alla Scuola navale di Livorno. A quest'ultimo incarico è da collegarsi il suo interesse per la storia della marina italiana, sulla quale compì una serie di accurati studi ancora oggi fondamentali e a cui principalmente deve la sua fama: oltre a vari articoli, compresi quelli di curiosità come La marina nella Divina Commedia e La marina nell'Orlando Furioso, citiamo una essenziale Storia della marina militare italiana antica e un Atlante della marina militare italiana, in due parti, l'antica e quella dal VI al XIX secolo, più un Vocabolario nautico, con le voci corrispondenti in francese., spagnolo, portoghese, latino, greco, inglese e tedesco, compilato su commissione del ministero della Regia Marina, in sette volumi. A l'epoca in cui fa parte della Commissione ministeriale per i testi di lingua in uso nelle scuole. Socio di svariate accademie, dai Sepolti di Volterra all'Istituto archeologico dell'Impero germanico, i dialetti, le lingue, la storia del folclore e quella della marina, sono i campi in cui spazia la sua attività pubblicistica. Stando ai brani di lettere, che egli stesso riporta, era in corrispondenza con molti personaggi. Così il suo "affezionatissimo Carducci" gli scrive, a proposito di un saggio su Il generale Pallavicini, o la guerra contro i briganti, con la pittura degli usi e costumi della Italia meridionale: "... delleprovincie meridionali vi imparai cose che non sapevo... Il modo dell'osservare è largo e razionale, e parecchie considerazioni sono veramente profonde... Qualcuna, come quella su le origini di quei popoli è forse esposta un po' avventatamente... Tu mi dicesti che e stato composto a dettatura. Bisogna a parer mio, ripigliare in mano quella dettatura, e d'arenaria che è ridurla a cemento".
Da questo giudizio appaiono i tratti di una intelligenza pronta, quanto dilettantesco fu sempre il metodo di lavoro del Corazzini. Non restano da citare che alcuni suoi versi giovanili, editi nel 1867 col titolo di Affetti e pensieri, spesso ingenui e poco risolti e che, non a caso, non ebbero seguito, nonostante E. Panzacchi, forse su invito del maestro Carducci, li recensisse benevolmente ma senza reticenze: "Nuoce qua e là in questi versi una certa durezza, e pare che non sempre la forma docile si accordi all'intenzion dell'arte; nuoce un certo ondeggiamento tra il vecchio e il nuovo stile: ma senza chiamar questi difetti... dico che si debba andar lieti di questi primi saggi del Corazzini".
Fino all'ultimo attivo, il C. visse a lungo e sembra sia morto ottuagenario negli anni precedenti il primo conflitto mondiale.
Opere: Miscell. di cose inedite o rare, Firenze 1853; Di Egidio Romano, di Bonifacio VIII, di Dante Alighieri e di san Tommasod'Aquino: cenni storico-critici, Pieve di Santo Stefano 1958; Della società fra scienziati, letterati ed artisti istituita in Napoli: lettera, San Sepolcro 1861; Discorso letto per l'apertura dell'anno scolastico nel Regio Liceo di Benevento, Benevento 1862; Affetti e pensieri: versi, Pistoia 1867; Difesa del carattere di V. Monti, Ferrara 1867; L'uomo e la Chiesa: pensieri, Verona 1872; I tempi preistorici, o le antichissime tradizioni confrontate coi risultati della scienza moderna, ibid. 1874; Appunti storici e filologici sulla valle Tiberina superiore toscana, Sansepolcro 1874; Annali del Museo di antichità e della Biblioteca Beneventana con le iscrizioni latine ivi raccolte, Benevento 1876; Componimenti minori della letteratura (popolare) nei principali dialetti, ibid. 1877; Documenti sulla battaglia di Lepanto e la resa di Candia, Firenze 1877; Lettere edite e inedite di Messer G. Boccaccio tradotte e commentate con nuovi documenti, ibid. 1877; Poesie popolari calabresi, Livorno1881; Storia della Marina militare italiana antica, ibid. 1882; I porti militari degli antichi, studio, ibid. 1883; Il nuovo Carena: la citta e lo Stato, la casa e la famiglia. Dizionario metodico con indice generale alfabetico, compilato anche su fonti sin qui ittesplorate, Torino-Firenze-Roma 1885; Dopo quaranta anni di lavoro (1849-1889) [cenni bio-bibliografici], Livorno 1889; Esame della "Storia navale universale" di C. Randaccio, Catania 1891; Inquisizione sul "Vocabolario marino e militare" del p. maestro A. Guglielmotti, ibid. 1892; Cenni sull'Africa Italiana, Firenze 1895; L'Unità nazionale o L'Italia e casa Savoia, discorso popolare, Livorno 1885; Storia della Marina militare commerciale del popolo italiano, I-VII, Firenze-Catania-Torino 1896-1909; Repubblica o socialismo?: il governo del popolo, Torino 1900; Vocabolario nautico italiano (con le voci corrispondenti in sette lingue), I-VII, Torino-Firenze 1900-1907; Atlante della Marina militare italiana, parte 1a, Marina antica, Torino-Roma-Livorno 1885; parte 2a, La marina dal sec. VI al sec. XIX, Firenze 1903; Visione di Tugdalo, volgarizzata nel sec. XIV..., Bologna 1968 (facsimile dell'edizione bolognese del 1872).
Fonti e Bibl.: E. Panzacchi, rec. a Affetti e pensieri, in Riv. bolognese, gennaio1868, p. 94; G. Pitré, Nuove Effemeridi siciliane (1872), p. 148; A. De Gubernatis, Diz. biografico degliscrittori ital., Firenze 1879, p. 314; Id., Dict. intern. des écrivains du monde latin, Rome-Florence 1905, pp. 378 s.; G. Sticca, Gli scrittori militari italiani, Torino 1912, p. 352; Diz. encicl. della lett. ital., Bari 1966, p. 123; G. Mazzoni, L'Ottocento, II, Milano 1973, p. 260; le lettere citate di G. Carducci e G. Ascoli, come molti altri riferimenti, sono contenute in F. Corazzini, Dopo quarant'anni di lavoro, Livorno 1889.