FORTI, Francesco Cipriano
Nacque il 20 marzo 1713 a Correggio (odierna provincia di Reggio nell'Emilia) da Giacomo e da Eugenia Ferrarini (Setti, sec. XIX; Gianotti Colleoni, sec. XIX). Suo parente fu forse l'incisore Carlo Antonio Forti di Parma, attivo allo scadere del XVII secolo negli Stati estensi (Campori, 1855, p. 211). Fin da fanciullo dimostrò attitudini verso la pittura e la poesia, ostacolate però dal padre.
L'aneddotica, riportata dai biografi locali (Bigi, 1872, p. 449), rammenta l'episodio della fuga da casa del F. rifugiatosi presso la canonica della parrocchiale di Budrio, nella campagna correggese. Qui fu assistito dall'arciprete che intercesse presso il padre affinché assecondasse gli interessi umanistici del figlio.
Vinta la resistenza paterna, il F. studiò presso il collegio di S. Giuseppe Calasanzio degli scolopi, unico istituto d'educazione superiore a quel tempo esistente in Correggio, frequentato dai rampolli delle famiglie dell'aristocrazia locale. Seguì con profitto i corsi di materie letterarie e scientifiche distinguendosi nello studio della musica - fu un virtuoso suonatore di mandolino - e della poesia, oltre che della pittura e dell'architettura. Di famiglia ricca, il F. non esercitò la professione e si dedicò allo studio delle arti in modo estemporaneo, rispondendo alle richieste della classe agiata correggese secondo il proprio personale interesse (Tiraboschi, 1786, pp. 424 s.). Il F. perfezionò l'esercizio della pittura e dell'architettura a Modena, capitale del Ducato estense, al seguito del conterraneo G. Magnanini, affermato decoratore, scenografo e ornatista. In questa città lavorò insieme con un altro correggese, Marco Bianchi, e con il modenese L. Bosellini, richiesti decoratori e scenografi.
Dalla metà del sec. XVIII Modena cominciò a mutare notevolmente su impulso delle scelte illuminate di Francesco III d'Este, tese a trasformare la città in una capitale dal volto moderno. In questo fermento di ristrutturazione edilizia furono rinnovati e abbelliti numerosi edifici pubblici e privati per opera di architetti quali P. Termanini, A. Tarabusi, A. Torreggiani, coadiuvati da una serie di decoratori e pittori tra i quali anche il Forti. A Modena questi lavorò nel palazzo vescovile, dove dipinse alcuni Paesaggi tuttora esistenti nel salone, e nella chiesa di S. Barnaba dei padri minimi di S. Francesco di Paola. In questo edificio eseguì, tra il 1744 e il 1749, con Bosellini e Bianchi, gli ornati delle cappelle laterali ora scomparsi per i rifacimenti della seconda metà dell'Ottocento (Pagani, 1770; Malmusi, 1883).
Insieme con il Magnanini e il Bosellini il F. lavorò per alcuni allestimenti nel teatro di corte e nella residenza estense di Bellaria di Mugnano; in quest'ultima (non più esistente) fu attivo tra il 1760 e il 1780 su commissione del principe ereditario Ercole d'Este (Curti, 1994, p. 77).
La restante attività del F. come pittore si svolse prevalentemente a Correggio. In particolare, sono a lui attribuibili alcuni fondali dipinti a finte architetture tutt'ora esistenti nel palazzo comunale e nel collegio delle Scuole pie (ora sede del liceo "Rinaldo Corso"). Nel palazzo del Comune eseguì la decorazione illusionistica a monocromo intorno a un orologio murale e nella sede del collegio un finto portico. Il riferimento alla scenografia bibiniesca è palese in entrambe le realizzazioni secondo la prassi decorativa emiliana del tardo XVIII secolo. Il F. lavorò inoltre in palazzo Contarelli e nella sede del Monte di pietà, dove dipinse una Fama. Di tali opere tuttavia si è persa traccia a causa delle trasformazioni subite dai due edifici. Prestò la propria opera anche in numerose case di amici quali, ad esempio, il palazzo di M. Antonioli (tele dipinte alle pareti con paesaggi, rovine, architetture e prospettive) e il casino di villeggiatura del generale A. Saccozzi. Anche in qualità d'architetto il F. svolse la propria attività prevalentemente a Correggio e dintorni. Tra le prime opere, la chiesa parrocchiale dell'Annunciazione di Mandriolo, realizzata tra il 1754 e il 1756.
L'edificio di elegante grazia settecentesca è caratterizzato in facciata da alte guglie a piramide tronca che completano i timpani e dall'interno a unica navata arricchito da briosi stucchi coevi, forse disegnati dal F., come è di sua invenzione il baldacchino o capocielo ligneo sospeso sopra l'altare maggiore (Setti, sec. XIX, p. 427).
Al 1762 risale il progetto del F. per il palazzo Contarelli a Correggio collocato sulla strada principale della città, l'odierno corso Mazzini.
Sulla facciata gli spigoli e gli aggetti sono completati da bugnato piatto, mentre incorniciature alle finestre recano timpani spezzati e mistilinei accompagnati ad altri di foggia triangolare. Si tratta di un fraseggio architettonico composto e meditato accostante soluzioni chiaroscurali a pausata monumentalità che coniuga la tradizione del barocchetto a più austeri canoni estetici manieristici, come era in uso nella Modena ducale, sugli esempi del Torreggiani, del Tarabusi, del Termanini. Più scenografici si mostrano gli interni, specialmente la soluzione adottata nello scalone il cui spazio si apre in balconate pensili, d'impianto decisamente teatrale.
Altre realizzazioni del F. a Correggio furono la porta di S. Giovanni, distrutta, e il complesso del convento di S. Francesco iniziato nel 1760 e rimasto incompiuto.
Caratteristiche sono le rudi muraglie esterne con l'immorsatura del portale monumentale non realizzato e il portico dal sobrio disegno classicheggiante che accompagna il percorso viario alla chiesa. Nell'interno, di recente recupero, è un soffitto ligneo a cassettoni decorato a monocromo con volute a finti stucchi e il sottostante fregio murale a riquadri. Tale decorazione stilisticamente risulta coeva al nuovo convento e quindi assegnabile al Forti.
Più tardo (1772) è l'intervento progettuale e di consulenza del F. per la ricostruzione della parrocchiale di Santa Croce di Carpi, di cui rimangono nell'archivio della chiesa due disegni e memorie coeve stilate dal rettore N. Marri (Guaitoli Panini, 1993).
I progetti contemplavano due versioni: un edificio a pianta centrale su croce greca con cupola e alta facciata, un altro a pianta longitudinale con cappelle laterali. L'attuazione dell'edificio, per l'intervento dell'architetto carpigiano G. Dosi e dello stesso parroco Marri, fu del tutto differente. La chiesa ha inoltre subito un ingrandimento nell'Ottocento.
Sempre a Santa Croce di Carpi è stato attribuito al F. (Setti, sec. XIX) anche un intervento nella villa Meloni che mantiene in parte nella facciata sul giardino un doppio loggiato con elementi architettonici settecenteschi. Molti disegni per questo edificio si conservano nel Museo civico di Carpi, ma non hanno un sicuro riferimento autografo al Forti.
Il F. morì a Correggio l'11 giugno 1779; fu sepolto nella cappella di famiglia nella collegiata di S. Quirino ricordato da un'epigrafe commemorativa marmorea dettata da G. Tiraboschi, tuttora esistente (ibid., p. 437).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Camera ducale, Fabbriche e villeggiature; Santa Croce di Carpi, Archivio parrocchiale, Mappe e disegni; Ibid., N. Marri, Storie critico morali della chiesa e villa di Santa Croce della diocesi nullius di Carpi ad uso del rettore pro tempore (ms., 1774), p. 62; Correggio, Biblioteca comunale, E. Setti, Biografie di illustri correggesi (ms., sec. XIX), III, pp. 421-437; Ibid., F. Gianotti Colleoni, Notizie storico statistiche della città di Correggio (ms., sec. XIX), II, p. 30; F. Pagani, Le pitture e sculture di Modena, indicate e descritte, Modena 1770, p. 77; G. Tiraboschi, Notizie de' pittori, scultori, incisori e architetti nati negli Stati del… duca di Modena…, in Biblioteca modenese, VI, Modena 1786, pp. 424 s.; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati estensi, Modena 1855, p. 211; Q. Bigi, Di F.C. F., in Notizie di A. Allegri, di A. Bortolotti suo maestro e di altri pittori correggiesi, in Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi e parmensi, VI (1872), pp. 449-452; C. Malmusi, La chiesa di S. Barnaba in Modena…, Modena 1883, p. 24; R. Finzi, Correggio. Guida storico artistica biografica, Reggio Emilia 1949, pp. 40 s., 56; Id., L'urbanistica della città di Correggio dalle origini ai nostri giorni, Correggio 1959, pp. 48 s.; Id., Correggio nella storia e nei suoi figli, Reggio Emilia 1968, pp. 38, 156, 182, 285; L. Amorth - G. Boccolari - C. Roli Guidetti, Residenze estensi, Modena 1973, p. 141; G. Nasi, Mandriolo… almeno mille anni, Correggio 1981, p. 23; G. Soli, La chiesa di S.Barnaba e il monastero di S. Francesco di Paola, in Chiese di Modena, a cura di G. Bertuzzi, I, Modena 1974, p. 101; A. Ghidini - V. Pratissoli, Correggio. I luoghi e le immagini, Bologna [1992], pp. 17, 30, 35, 75 s., 101, 105; E. Guaitoli Panini, Attività a Carpi dell'architetto G. Dosi, in Atti e mem. della Deput. di storia patria per le antiche prov. modenesi e parmensi, s. 11, XV (1993), p. 199; P. Curti, Inventario… di Mugnano, in Materiali per la storia di Modena…, XII (1994), pp. XXI, 69, 77; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 227.