CIGALINI, Francesco
Nacque a Como da Paolo, medico, nel 1489, Seguì la professione patema, ma si interessò, oltre che di medicina, anche di storia patria, lingue antiche e astrologia. Fu valente conoscitore del latino e dell'ebraico e specialmente del greco, tanto da non aver bisogno "di un interprete per intendere Ippocrate e Galeno nella loro lingua" (B. Giovio, p. 234).
Il C. fu senza dubbio una delle persone più stimate della sua città. Sorprende pertanto che il suo nome non compaia mai, dopo il 1540, tra i presenti alle sedute dei decurioni di Como, pur essendo egli di famiglia decurionale, e anche tenendo conto del fatto che, dopo la sua morte, il figlio Marco è spesso ricordato, a partire dal 1551, tra i membri di questo consiglio (Arch. di Stato di Como, Fondo Comune, Ordinationes de 1550 ad 1560, XIII, ff. 46r, 58v). Ma è probabile che le sue occupazioni professionali ed erudite e le instancabili ricerche astrologiche e antiquarie lo distogliessero dall'attività politica.
Morì a Como il 5 luglio 1551.
Il C. scrisse molte opere di contenuto prevalentemente astrologico e antiquario, la maggior parte perdute. Il pronipote Marco fece stampare, nel 1699 a Como, il Coelum sydereum seu de praesensione mathematica (in 7 libri) preceduto dalla Apologia in Basilium Sabatium, e il Dialogus contra astrologos (Como 1655). Nella prima si discute ampiamente dell'influsso e della efficacia delle costellazioni (l'Apologia riguarda i movimenti degli astri), nella seconda il C. polemizza con gli astrologi che fomentavano vane paure presagendo rovine per il 1524.
Il De nobilitate patriae, in tre volumi, dedicato ai decurioni di Como, fu forse l'ultima fatica del C. prima della morte. Terminato entro il 1550, fu pubblicato dapprima, a cura di S. Monti, sul Periodico della Società storica comense (XVI [1904], pp. 74-100, 169-180, 233-267); e di nuovo, in edizione più corretta. da D. Visconti, nell'antologia Larius (I, Milano 1959, pp. 165-184) con una traduzione italiana e uno stemma codicum.
L'opera è una silloge di quanto gli scrittori classici e molti autori successivi avevano detto dì Como, e fornisce informazioni e documenti sulla storia della città, specialmente della Como preistorica e romana. Il C. stesso spiega nella prefazione il motivo della sua suddivisione in tre libri: "antiquitas originis; res rarae atque mirabiles...; homines bonis moribus, pietate ac sanctitate insignes". Il libro primo è volto a dimostrare, sulla scorta dei falsi pubblicati poco prima da Annio di Viterbo, l'origine di Como risalente a quei popoli che, sotto la guida di Noè, vennero a ripopolare l'Italia dopo il diluvio; il secondo è una descrizione di tutto quanto sia degno di nota nel Comasco; il terzo è dedicato al ricordo e alla celebrazione dei Comaschi che acquistarono fama, sia nelle lettere che nelle armi. Specialmente in questo terzo libro il C. inserisce numerose iscrizioni (ventuno in tutta l'opera) riportate con assoluta fedeltà, per lo più ricordanti i grandi comaschi di epoca romana.
Il C. ebbe tre figli, Paolo (1528-1598), Marco e Zanino, dei quali il primo proseguì nella professione paterna e fu primario medico a Pavia. Una sua raccolta di iscrizioni fu pubblicata col titolo De vera patria C. Plimi Secundi (Como 1605) dal nipote Paolo Francesco. Marco fu giureconsulto di valore. Zanino, "artium et medicinae doctor", pubblicò nel 1554 a Milano un Vaticinium di argomento astrologico dedicato al cancelliere imperiale, Francesco Taverna. Un pronipote del C., Maico, oltre alle opere del C. pubblicò le lezioni del prozio Paolo InAphorismata Hippocratis (Como 1653).
Fonti e Bibl.: Como, Bibl. comunale, cod. G. B. C., f. 1r (una annotazione di G. B. Giovio con la data di morte del C.); O. Schrader, Monumentoru Italiae... libri IV, Helmstaedt 1592, p. 370; Th. Mommsen, Corpus inscriptionum Latinarum, V, pp. 564 s., 568 s., 571 s., 580 ss., 584 s. (utilizza le epigrafi raccolte. dal C., a p. 564 da una data erronea di redazione del De Nobilitate);T. Porcacchi, Della nobiltà della città di Como, Venezia 1568, pp. 71 ss.; B. Jovius, Hist. Patriae..., Venetiis 1579, p. 234; Id., Opere scelte, Como 1887, pp. 259 ss.; H. E. Farnesius, Panogyrici libri III, De simulacro rei publicae, III, Pavia 1597, cc. 35v, 37r; G. Ghilini, Teatro d'huomini letterati, II, Venetia 1647, pp. 88 s.; F. Ciceri, Epistol. libri XII, I, Milano 1782, pp. 5 s.; G. B. Giovio, Gli uomini della comasca diocesi (diz. ragionato), Modena 1784, pp. 60 ss., 351 s.; C. Cantù, Storia della città e della diocesi di Como, II, Como 1831, p. 142; M. Monti, Storia antica di Como, Milano 1860, pp. 153, 156 s.; R. Ordoño de Rosales Cigalini, Le famiglie Ordoño de Rosales, Cigalini e Della Torre di Rezzonico, Milano 1928, p. 283; M. Jaeggli, Naturalisti ticinesi, in Scrittori della Svizzera ital., II, Bellinzona 1936, p. 993 (cita dal De nobilitate la lode del monte Generoso); A. Calderini, Di un nuovo ms. del De nobilitate di F. C. identificato nel Comasco, in Riv. archeol. dell'antica prov. e diocesi di Como, CXXVIII-CXXIX (1947-48), pp. 39-46; P. O. Kristeller, Iter Italicum, I, pp: 46, 48; II, p. 184.