CIECO, Francesco
Di questo poeta della seconda metà del sec. XV si hanno scarse e incerte notizie. Non prima del 1597, si cominciò a chiamarlo, non si sa come né perché, Francesco Bello. Nel suo poema egli ci fa sapere soltanto ch'era cieco, e che viveva in una corte dei Gonzaga. Si congettutò che fosse di Ferrara, ma recentemente il Bertoni lo ha identificato con Francesco Orbo da Fiorenza, autore del Persiano (1ª ed., Firenze 1493), della Laude di Venezia e del Torneamento di Giovanni Bentivoglio. Questo Francesco Orbo fu prima a servizio dei Bentivoglio a Cento; poi fu a Ferrara tra il 1471 e il 1479; da ultimo a servizio dei Gonzaga; nel 1506 era morto. Il C. compose, tra il 1490 e il 1496, un poema romanzesco di 95 canti in ottava rima, Il Mambriano, che fu stampato ben, undici volte sino al 1554 (1ª ed., Ferrara 1509). Come il Boiardo, anche il C. attinge ai due cicli, carolingio e bretone, e all'antichità classica: ma non sa fondere i vari elementi in un tutto armonioso; si sbizzarrisce in una gran quantità di episodî, e in sette novelle, la più nota delle quali è quella stampata da sola fin dal '500 col titolo Istoria perché si dice è fatto il becco all'oca:
Bibl.: C. Cimegotto, Studii e ricerche sul Mambriano, Torino 1888; P. Rajna, Le fonti dell'"Orlando Furioso", Firenze 1900; G. Rua, Novelle del "Mambriano", Torino 1888, e Introduzione al Libro d'arme e d'amore nomato "Mambriano" di F.C. da Ferrara, Torino 1926; G. Bertoni, Il C. di Ferrara ecc., in Giorn. stor. d. letter. italiana, XCIV (1929), p. 271 segg.