CHIZZONI, Francesco
Nacque a San Martino dell'Argine (Mantova) il 10 ag. 1848 da Giuseppe e da Onorata Gandolfi. Conseguì il diploma di laurea in ingegneria industriale presso il polite(inico di Milano nel 1873; fu nominato ordinario della cattedra di geometria descrittiva all'università di Modena, città dove trascorse gran parte della sua vita; poi fu presidente della facoltà di scienze della stessa università; dal 1887 al 1891 ebbe la cattedra di geometria descrittiva a Catania. Il C. fu autore di vari lavori di geometria nell'indirizzo proiettivo.
Nel 1878 sugli Atti dell'Acc. dei Lincei, classe di sc. fis., mat. e nat., s. 3, III (1878-791, pp. 69-116, venne pubblicato un suo studio Sulla superficie e sulle linee che si ottengono come luogo o, come inviluppo delle rette congiungenti i punti corrispondenti di due curve omografiche piane. Nel giugno 1883 su Mem. Acc. Lincei, s. 3, XIX (1883-84), pp. 301-43, il C. pubblicò una nota Sulle involuzioni nel piano:trattò le involuzioni piane di grado N come una serie doppiamente infinita di gruppi di N punti situati in un piano e tali che ciascun gruppo risulti univocamente determinato da un suo punto qualunque. Il problema che egli affrontava in questo lavoro era la ricerca di tutti i modi possibili con i quali i punti di un piano possono venire raggruppati in involuzione.
Nel 1885 venne pubblicato sui Rend. dell'Acc. dei Lincei, s. 4, II (1885-86), pp. 470 ss., un suo studio Soprauna famiglia di superfici che si incontrano in una trasformazione involutoria di terzo grado nello spazzo, in cui l'autore si propose di trovare una famiglia di superfici aventi la proprietà di contenere infinite coppie di punti reciproci rispetto ad una quadrica data. Tali superfici sono anche corrispondenti o coniugate di se stesse in una trasformazione involutoria dello spazio che appartiene ad una serie di involuzioni.
Nel 1884 il C. scrisse un libro di appunti al corso 1884-85 di Applicazioni di geometria descrittiva per la scuola di ingegneria di Roma (Roma 1884). Nella prima parte trattava della teoria delle ombre, dei contorni d'ombra dei poliedri, di superfici cilindriche e coniche, della sfera, delle superfici di rotazione e delle superfici gobbe. Nella seconda parte trattava la prospettiva concorrente e la prospettiva parallela: prospettiva di rette piani, cilindri e coni e prospettiva degli oggetti determinati da superfici curve ed in particolaie da superfici di rotazione.
Il C. si interessò anche alla didattica e scrisse libri per l'insegnamento superiore con pregi di semplicità e chiarezza. Nel 1886, a Milano, uscì il Corso completo di prospettiva lineare per gli Istituti di belle arti:nella prefazione spiegava i motivi che l'avevano spinto a scriverlo: e I metodi fin qui usati nei trattati di prospettiva, o sono esclusivamente pratici e "quindi non possono prevedere e risolvere tutti i casi, o teorici e spesso trascendono le cognizioni dello studioso". Il C. cercava di fondere i due metodi e ai principi fondamentali man mano esposti e sviluppati in modo accessibile fece seguire le illustrazioni pratiche. Nella prima parte trattava la prospettiva sopra un piano verticale; nella seconda e terza parte la prospettiva dei corpi riflessi negli specchi piani; lo studio delle ombre; il problema inverso della prospettiva e la copia dal vero. L'idea del libro gli venne nel dare lezioni private di prospettiva: il C. si accorse che il testo adoperato era insufficiente, dovette ricorrere ad altri trattati, ordinò tutto il materiale raccolto, lo condensò e vi aggiunse il problema inverso della prospettiva e la copia dal vero.
Morì a Modena il 20 sett. 1904.
Bibl.: Necr., in Science, n. s., XX (1904), p. 774; Annuario della R. Università di Catania, ad annos, 1887 e ss.; G. Biagi, Chi è?, Roma 1908, p. 71; F. G. Tricomi, Matematici ital. del Primo secolo dello Stato unitario, in Atti d. Acc. d. sc. di Torino, classe di scienze mat., fis. e nat., s. 4, I (1962), p. 35.