CHIAROMONTE, Francesco
Nacque a Castrogiovanni (l'odierna Enna) il 26 luglio 1809. Ricevette un'ottima educazione letteraria, laureandosi in legge all'età di 17 anni. Abbandonò ben presto la camera forense per potersi dedicare completamente allo studio della musica; fu allievo di certo maestro Ragusa nella sua città natale, quindi, essendo dotato di una gradevole voce di tenore, entro in qualità di cantore nella cappella reale di Palermo. A Palermo egli studiò composizione con il celebre P. Raimondi; il re Ferdinando II, avendo avuto occasione di ascoltarlo durante un suo viaggio, lo invitò a Napoli, dove il C. conobbe Donizetti, al quale sottopose alcune delle sue prime composizioni: una messa, canoni e fughe. Incoraggiato, poté studiare con lui per quattordici mesi, e avrebbe continuato se il famoso compositore non avesse dovuto trasferirsi a Parigi per il suo Poliuto. Non tralasciando la composizione, il C. intraprese per breve tempo la carriera teatrale come tenore (1840). Esordì in qualità di compositore melodrammatico nel carnevale del 1844, facendo rappresentare al teatro del Fondo di Napoli Fenicia, dramma lirico in quattro atti su libretto di G. E. Bidera; l'accoglienza fu ottima, tanto da renderne possibile una ripresa, qualche tempo dopo, al S. Carlo, dove il C. era divenuto direttore d'orchestra.
Colpito dalla dura repressione che fece seguito ai moti politici del 1848, per le sue tendenze liberali, fu imprigionato per quasi due anni. Rimesso in libertà, aveva ormai perduto tutti i suoi incarichi di direttore d'orchestra al S. Carlo, tenore alla cappella reale e professore di canto al conservatorio; la sua voce inoltre era rimasta irrimediabilmente compromessa. Grazie all'aiuto di un amico poté comporre e far rappresentare il 21 luglio 1850, sempre al teatro del Fondo, l'opera Caterina di Clèves, su libretto di F. Romani. Anche quest'opera ebbe grande successo, ma dopo la quarta replica ne fu sospesa la rappresentazione; il C. venne arrestato durante la notte ed esiliato da Napoli.
Recatosi presso un amico a Genova, poté far eseguire il 20 febbr. 1851 al teatro Carlo Felice la sua terza opera, Armando il gondoliero, su libretto di G. Micci; il successo fu grande e l'opera fu rappresentata nella primavera del 1852 al teatro Nazionale di Torino con il titolo Il gondoliero, poi l'8 ottobre dello stesso anno al teatro Grande di Trieste. Il 12 febbraio dell'anno seguente, nello stesso teatro, per la sua opera Giovanna di Castiglia, sempre su testo del Micci, non si ripeté la precedente accoglienza. Un Manfredo, secondo il Pougin, sarebbe stato rappresentato con cattivo esito nel 1853 a Trieste; la notizia è smentita dallo Schmidl, e del resto non si fa di quest'opera in nessun catalogo. Seguirono Le nozze di Messina, su libretto di G. E. Bidera, al teatro La Fenice di Venezia il 12 marzo 1853.
Durante il carnevale del 1855, il 14 febbraio, fu rappresentata alla Scala Ines de Mendoza, su libretto di G. Torre; il Florimo ricorda quest'opera fra quelle composte per il rinomato cantante Raffaele Mirati; ne era protagonista A. Albertini, soprano dalla voce calda e appassionata, che si presentava per la prima volta alla Scala in quella stagione; l'opera fu accolta molto male e non ebbe alcuna replica (La Gazzetta musicale di Milano parla di "ininterrotta monotonia, non tanto di forme, quanto di coloriti, così ritmici, che strumentali... e ciò per colpa del libretto che è lungi dal presentare quelle forme di dialogo che l'indole dell'arte musicale richiede"). Nella primavera del 1855 ancora a Genova, al teatro Paganini, furono eseguite Una burla per correzione, su testo di F. Guidi e Fingal (da Ossian).
Nel 1858 il C. si recò a Parigi dove gli fu commissionata, un'operetta francese in un atto Tempète (Clara Tempète per il Regli), data al Théâtre-Lyrique nell'inverno del 1859. Gli fu altresì affidata la direzione del coro al Théâtre-Italien; con lo stesso incarico si trasferì poco più tardi all'Italian Opera di Londra. Abbandonato il teatro, si stabilì definitivamente a Bruxelles nel 1862 come maestro di canto. La sua scuola fu molto apprezzata e diede buoni frutti; nel 1871 il C. divenne professore al conservatorio di quella città, incarico che abbandonò solo poco prima della morte. Durante questo periodo si ricordano di lui una messa, rappresentata nella chiesa di S. Gudula, che ottenne molto successo di critica, e un oratorio Hiob (Bruxelles, conservatorio 1884; Théâtre de la Monnaie, 4 maggio 1884 secondo il Manferrari).
Il C. morì a Bruxelles il 15 ott. 1886.
Lasciò varia musica vocale, tra cui: Foglie d'autunno. Album per canto (Bruxelles s.d.); L'art de phraser et de cadencer. Leçons de chant pour développer le médium de la voix (Paris 1864) e un Méthode de chant in tre parti, molto apprezzato (Bruxelles s.d.).
Di un'opera Ruy Blas fanno menzione il Dassori e il Clément-Larousse: fu rappresentata al teatro dell'Opera di Bilbao sotto il titolo di Maria di Nerburgo nel febbraio 1862.
Fonti e Bibl.: Gazz. musicale di Milano, 18 febbr. 1855, p. 58; F. Regli, Diz. biogr. dei più celebri poeti e artisti... che fiorirono in Italia dal 1800 al 1860, Torino 1860, p. 128; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conserv., III, Napoli 1882, p. 497; C. Dassori, Opera e operisti, Genova 1903, pp. 110, 836; A. Wotquenne, Catal. de la Bibl. du Conservatoire royal de musique de Bruxelles, I, Bruxelles 1898, p. 71; III, ibid. 1908, p. 120; F. Clément-P. Larousse, Dict. des opéras, a cura di A. Pougin, Paris 1905, pp. 74, 442, 513, 578, 990; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 234; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte(1778-1963), Milano 1964, I, p. 129; II, p. 49; A. Caselli, Catal. delle opere liriche,pubbl. in Italia, Firenze 1969, p. 104; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, Suppl., a cura di A. Pougin, I, p. 178; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 335; O. Thompson, The Internat. Encyclopedia of music and musicians, p. 720; H. Riemanns, Musik Lexikon, I, p. 308; Diz. del Risorgimento naz., II, s. v. Chiaramonte Francesco; Enc. d. Spett., III, col. 642; Encicl. d. Musica Ricordi, I, p. 468.