CASALI, Francesco
Figlio di Michele e della romana Antonia Caffarelli, nacque, probabilmente a Bologna, nel 1502. La famiglia si trasferì a Roma e il C., rimasto orfano del padre quando era ancora fanciullo, entrò a far parte della famiglia del cardinale Raffaele Riario e venne da Leone X ascritto, a soli diciassette anni, all'ordine equestre. Morto l'illustre protettore (1521), il C. entrò al servizio del re d'Inghilterra alle cui dipendenze già si trovavano i suoi fratelli maggiori Gregorio e Giambattista. Nel 1524 venne posto al comando di un contingente di cavalleggeri e di fanti che, stipendiati da Enrico VIII, parteciparono all'offensiva degli Imperiali nella Provenza e all'assedio di Marsiglia. Durante la ritirata degli Imperiali dalla Provenza, il marchese di Pescara, dovendo affrontare il passaggio dell'Appennino, ed essendo impacciato dalle pesanti artiglierie, affidò al C. il compito di trattenere i Francesi che lo inseguivano.
Il C. si attestò nei pressi di Ventimiglia ed impegnò il nemico, consentendo al Pescara di smontare le artiglierie, di caricarle sui muli e di raggiungere Pavia attraverso Albenga e la valle del Tanaro. Anche se l'azione non impedì l'occupazione francese della Lombardia e lo sfaldamento dell'esercito imperiale, al C. venne riconosciuto il merito di aver salvato l'esercito del Pescara da un sicuro annientamento.
Nel giugno del 1526 il C. entrò al servizio di Venezia che, dopo la stipulazione della lega di Cognac, stava organizzando le proprie forze; egli fu assegnato al comando di un contingente di cavalleggeri e inviato nella zona di Parma e Piacenza che abbandonò nel dicembre quando quella venne invasa dall'esercito di Georg von Frundsberg. Portatosi a Lodi, il C. fu posto al seguito del provveditore generale Domenico Contarini e nel corso del 1527 operò nella zona: nel febbraio partecipò all'impresa di Monza, quindi, con un altro capitano veneziano, Aventino Fracastoro, sbaragliò presso Lissone una compagnia di Imperiali comandata da un capitano napoletano. Nel maggio partecipò all'espugnazione di Borghetto Lodigiano e nel luglio a numerose azioni nella zona di Abbiategrasso e Pavia, conquistando alcune roccaforti spagnole. All'inizio del 1528, il C. fu aggregato all'armata veneziana che, al seguito dell'esercito francese guidato dal Lautrec, fu inviata nel Regno di Napoli ove la Serenissima contava di recuperare i porti pugliesi acquistati nel 1496 e successivamente perduti. Sul finire del febbraio il C. fu inviato dal provveditore Pietro Pesaro a contrastare il trasferimento di 2.500 lanzichenecchi che da Sulmona muovevano verso Napoli e ad occupare la stessa Sulmona. Partecipò poi all'occupazione di Trani e Monopoli e nel 1529 si trovò a dover contrastare l'iniziativa di don Ferrante Gonzaga cui era stato affidato il compito di liberare Barletta e Trani. Caduto prigioniero in una imboscata, fu imprigionato nel castello di Bitonto, di dove fu liberato nell'agosto per intervento del marchese di Pescara, Alfonso d'Avalos.
Ritornato a Trani, verso la fine del 1529 il C. smobilitò insieme con l'esercito veneziano e nel marzo dell'anno successivo venne congedato dall'esercito della Serenissima. In quello stesso anno entrò al servizio del duca di Milano Francesco II Sforza, mentre il fratello Gregorio operava, sebbene inutilmente, per farlo entrare al servizio di Francesco I. Nel settembre del 1533 venne nominato internunzio del voivoda della Transilvania e contendente per la corona d'Ungheria, Giovanni Szapolyai, presso la corte pontificia, carica che egli ricoprì fino alla morte del sovrano ungherese (1540), e, pur svolgendo un ruolo di secondo piano nelle difficili trattative diplomatiche, si garantì la stima e la fiducia del pontefice Paolo III e dei suoi famigliari.
Il C., che si era sposato con Vittoria de' Borgognoni, morì nel 1555 dopo una lunga malattia.
Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. univ., ms. 4207: L. Montefani-Caprara, Famiglie bolognesi, XXIV, c. 106r; Letters and papers, foreign and domestic of the reign of Henry VIII, a cura di J. S. Brewer, IV-VII, IX-XIV, XVII, London 1872-1900, adIndices; Nuntiaturberichte aus Deutschland 1533-1559, a cura di W. Friedensburg, IV, Gotha 1893, p. 341; M. Sanuto, Diarii, XLII-XLVI, LI-LIV, LVIII, Venezia 1896-1903, ad Indices;G. Capasso, Don Ferrante Gonzaga all'impresa di Puglia del 1529, in Riv. stor. ital., XII (1895), pp. 437-440; L. von Pastor, Storia dei papi, V, Roma 1959, pp. 233, 648; G. Sitoni, Clarissimae Casaliorum familiae... chronogenealogica monumenta, s. l. 1731, pp. 22 s.; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s. v. Casali di Cortona, tav. III; C. Argegni, Condottieri, capitani e tribuni, Busto Arsizio 1936, p. 152.