CARATTI (Carata, Carate), Francesco
Di famiglia originaria di Bissone (Ticino), appartiene a quella schiera di artisti che introdussero nei palazzi e castelli della Boemia il pesante e monumentale stile architettonico che si sviluppò nel sec. XVII specialmente in Lombardia.
Dall'elenco (circa della metà del Seicento) degli abitanti di Bissone che lavoravano all'estero risulta che "Francesco Caratte Architetto et Ingegnere dimora la più parte in Vienna al servizio di S. M. Caesarea" (Gilardoni); è probabile quindi che a Vienna si sia svolta la sua formazione, ma allo stato attuale degli studi non risulta che sia stato attivo in quella città, mentre numerose sono le sue opere in Boemia. Sappiamo soltanto che nell'anno 1645 egli lavorava per il principe di Liechtenstein a Feldsberg (l'odierna Valtice, in Moravia) con lo scalpellino Pietro Materna a due fontane. A Praga gli viene attribuito, a quanto pare erroneamente, il progetto del palazzo del conte Michna (dopo il 1640), oltre che la costruzione della cupola (1648-49) e del portico (1653-59) della chiesa dei gesuiti, S. Salvatore, nello Staré Mĕsto. Dal 15 giugno 1652 al 16 marzo 1656 fu sicuramente impiegato dai Lobkovic a Roudnice sull'Elba (Boemia nord-occidentale) alla ricostruzione su vasta scala del castello. Fra il 1656 e il 1678 fu edificata su suo progetto, e in parte sotto la sua direzione, la chiesa di S. Maria Maddalena nella Malá Strana di Praga; il progetto del palazzo dei Nostic nel medesimo quartiere (1660-65) gli viene attribuito. La fontana di pietra vicino alla statua di S. Giorgio nel castello di Praga fu dal C. disegnata nel 1662 e nel gennaio del 1668 egli consegnò i primi disegni per il nuovo palazzo del conte Černín a Praga. Il 13 maggio dell'anno seguente diventò architetto dei Černín, incarico che mantenne sino alla morte.
Durante questi anni, infatti, non solo dirigeva la costruzione del loro palazzo di Praga ma costruiva, restaurava e ricostruiva anche sui loro latifondi; alla fine del 1669 disegnò la chiesa, nel 1673 il campanile di Kosmonosy (e forse anche il granaio e l'osteria). A Nejdek e a Kysibl (oggi Stružná) sorvegliò i lavori di costruzione del castello (1669). Nel 1671 progettò i restauri della fortezza di Andĕlská Hora, e negli anni 1670-72 venne costruita su suo disegno la casa del parroco a Jesenice. Nel 1672 disegnò un casino di caccia vicino a Dolní Bousov. Partecipò (1672) alla decorazione della cappella Černín nella chiesa degli Irlandesi a Praga. Negli anni 1669, 1671 e 1673 il C. lavorò per il conte Slavata; gli viene per questo attribuita (ma non convincentemente) la ricostruzione del palazzo Slavata a Praga oltre al disegno per la chiesa della SS. Trinità a Klášter in Boemia meridionale (1667-76). Nel 1670 il C. fu al servizio del conte Michal Oswald Thun e nel 1671 fu richiesto dal conte Morzin: non si sa se per costruzioni ex novo o solo per pareri. Nel marzo-aprile 1673 il Clavorava per incarico del conte Černín al progetto (non realizzato) della casa dei professi a Praga (Malá Strana).
Morì a Praga nel gennaio 1677; tutori delle sue tre figlie furono l'architetto G. D. Orsi e G. Tencalla.
L'opera del C. ha un posto di notevole rilievo nel quadro dell'architettura contemporanea in Boemia.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Jindřichův Hradec, Fondo Černin, Kysibl VI Bb 2 a; Vinoř VI Bb; Neidek VI Bb; Kost VI Bb 2a; Kosmonosy VI Bb, 3 Ka; Petrohrad 3 Ka; VIII Fa, Pražské domy (case di Praga); Arch. di Stato di Žitenice, Fondo Lobkovic, N 16/1, N 16/4; G. J. Dlabacž, Allgemeines historisches Künstler-Lexikon für Böhmen und zum Teil auch für Mähren und Schlesien, I, Prag 1515, p. 265; A. Podlaha, Materiálie ke slovníku umĕlců a umĕleckých řemeslniků v Čechách (Materiali per un diz. degli artisti ed artefici in Boemia), in Památky archeologické, XXX (1918), p. 139; V. Richter, Stavební vývoj kostela sv. Salvatora v Klementinu (Lo sviluppo architettonico di S. Salvatore nel Klementinum), ibid., XXXIV (1925), pp. 345, 346; A. Duras, Die Architektenfamilie Lurago, Prag s.d., pp. 14, 15, 19; A. Piffl, Společnost okolo Antonia Porty v Roudnici (La società intorno ad Antonio Porta a Roudnice), in Časopis společnosti přátel starožitnosti, XLVIII (1940), p. 115; J. J. Morper, Das Czerninpalais in Prag, Prag 1940, passim; K. Tříska, Černínský palác v Praze (Il palazzo dei Černín a Praga), Praha 1940, passim; P. Janák, Černínský palác v Praze a jeho předkové (Il palazzo dei Černín a Praga e i suoi antecedenti), in Umĕni, XV (1943-44), pp. 53-62 passim; A.-Kubiček, Pražské Paláce (I palazzi di Praga), Praha 1947, pp. 50, 54, 58, 60-64, 80, 130, 168; A. Bimbaumová, Tyršův dům v Praze (La casa Tyrš a Praga), Praha 1948, pp. n. n.; B. Lifka, Josef Dobrovský a Nostická knihovna Uosef Dobrovský e la bibl. dei Nostic), Praha 1953, pp. n. n.; V. Gilardoni, Manno. Doc. sull'arch. A. Porta (1632-1702), in Riv. tecnica d. Svizzera ital., 1958, 2, p. 52 (36); M. Schusterová, G. D. Orsi, tesi di laurea, univ. di Praga, 1958; Id., Pavlánský kostel NejsvĕtĕjšeTrojice v Klášteře (La chiesa della SS. Trinità dei minimi a Klašter), in Umĕni, IX (1961), pp. 31-45 passim; H. G. Franz, Bauten und Baumeister der Barockzeit in Böhmen, Leipzig 1962, nn. 51, 93, pp. 16-23, 39, 48; L. Lanzinger-M. Pavlík, Kostel sv. Maři Magdalèny na MaléStranĕ v Praze a F. C. (La chiesa di S. Maria Maddalena a Malá Strana e F. C.), in Umĕni, XIV (1966), pp. 109-121; V. Kotrba, Sousošísv. Jiři na pražském hradĕ (Statue di S. Giorgio nel castello di Praga), in Dĕjiny a současnost, 1968, 8, p. 24; P. Vlček, F. C., tesi di laurea, univ. di Praga, 1974; U. Thieme-F. Becker, Künsterlexikon, V, p. 568 (con bibl.); P. Toman, Nový slovnik československých výtvarných umĕlců (Nuovo dizionario degli artisti cecoslovacchi), I, Praha 1947, p. 124.