CAPPONI, Francesco
Nacque a Firenze l'11 giugno del 1452 da Niccolò di Giovanni di Mico e da Selvaggia, figlia di Bernardo di Lorenzo Ridolfi. Suo padre era un banchiere molto ricco: il Litta mette in dubbio la liceità dei mezzi da lui usati per arricchirsi, e porta a conferma della sua ipotesi il fatto che Niccolò abbia fatto costruire nel 1472 una cappellina nella chiesa di S. Spirito, per acquietare la coscienza, secondo l'usanza del tempo.
Il C., mercante e uomo politico, esercitò le sue attività in due momenti nettamente separati. Trascorse infatti la prima parte della vita in Francia, a Lione, e tornò a Firenze in età assai avanzata. Sulla sua attività economica abbiamo notizie molto frammentarie, ma sufficienti ad illuminarne gli aspetti più significativi. Nell'anno 1466 si era associato insieme con Francesco Nasi e Guglielmo de' Pazzi ed aveva fondato una banca a Lione, che fu la più importante della piazza: il C. aveva alle sue dipendenze ben sei fattori, secondo quanto afferma B. Dei (De Roover). Fino al 1478 la sua ditta rappresentò la concorrenza più qualificata nei confronti dei Medici. In seguito alla congiura dei Pazzi il C. abbandonò probabilmente ogni forma di società con questa famiglia, a causa della sua fedeltà ai Medici. In questo periodo in cui i Fiorentini avevano a Lione l'appalto di diverse imposte, al C. spettò nel 1478 l'appalto della gabella del sale, confermatogli con certezza anche nel 1489. Probabilmente egli era impegnato anche in attività riguardanti prestiti al re di Francia, con il quale era in contatto, come ci testimoniano alcune lettere e ricordi di lettere. Non si limitò a trattare affari finanziari, ma si dedicò anche ad affari commerciali, ad operazioni di compravendita di valori mobiliari.
Non sappiamo molto delle vicende del C. nell'ultimo decennio del Quattrocento e nei primi anni del Cinquecento. Da una lettera di Filippo Casavecchia a Niccolò Machiavelli da Barga, datata il 2 luglio 1509, sappiamo che il C. si trovava in questo periodo ormai in patria, dove sarebbe rimasto definitivamente per dedicarsi all'attività politica, sempre della parte medicea.
Nel 1512 il C. fu eletto priore e l'anno successivo fu chiamato a far parte della Balia incaricata di riformare lo Stato dopo la cacciata del Soderini. Essendo stata ripristinata la magistratura del Settanta, il C. fu eletto a risiedervi per S. Spirito, sotto il gonfalonierato di Pandolfo Corbinelli; nel 1515 partecipò alla magistratura degli Ottanta di guardia e balia; nel 1517, divenne console della Zecca e si ricorda che segnò i fiorini con un cappone con la lettera "F" sul capo. Tale carica era stata ricoperta nell'anno 1493 anche da altri membri della suafamiglia, i fratelli Mico (1445-1497) e Giovanni (1444-1523); entrambi segnarono personalmente le monete con il proprio sigillo.
Il C. fu insignito della massima carica di gonfaloniere di giustizia nell'anno 1518.
Sposato fin dal 1480 con Cammilla di Andrea di Francesco Quaratesi, il C. morì senza lasciare eredi nel 1520, presumibilmente a Firenze.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Fondo Capponi, f.54; Firenze, Bibl. naz., Fondo Passerini, 48, Collez. genealogica, pp. 47 s.; N. Machiavelli, Le lettere, a cura di F. Gaeta, Milano 1961, p. 198; F. de Nerli, Commen. dei fatti civili occorsi dentro la città di Firenze dall'anno 1215 al 1537, Augusta 1728, p. 127; S. Ammirato, Famiglie nobili fiorentine, Firenze 1615, 11, p. 335;F. T. Perrens, Histoire de Florence depuis la domination des Medicis jusqu'à la chute de la République(1434-1531), Paris 1889, pp. 257,258; H. de Charpin-Feugerolles, Les Florentins à Lyon, Lyon 1893, p. 44; E. Picot, Les Italiens en France, Bordeaux 1902, p. 106; M. Vigna, La banque à Lyon du XVe siècle au XVIIIe, Paris 1903, pp. 86-93, 190; M. Brésard, Les foires de Lyon du XVe siècle et XVIe, Paris 1914, p. 282; C. Belloni, Diz. storico dei banchieri ital., Firenze 1951, p. 58; M. Del Piazzo, I protocolli del carteggio di Lorenzo il Magnifico, Firenze 1956, pp. 52, 55, 71, 82, 91, 106, 342; R. De Roover, Il banco Medici dalle origini al declino (1379-1494), Firenze 1970, p. 448; G. Pagnini Del Ventura, Della decima e di varie altre gravezze imposte dal Comune di Firenze..., Bologna 1971, pp. 303 s., 306; P. Litta, Le fam. cel. ital., s. v. Capponi, tav. III.