CAETANI, Francesco
Pronipote di Bonifacio VIII, fu uno dei quattro figli di Pietro (II) e di Giovanna da Ceccano. Nato probabilmente intorno al 1280, sembra che venisse educato da Guido Farnese, futuro vescovo di Orvieto. Durante il pontificato del prozio cominciò ad accumulare numerosi benefici: il 25 ag. 1301, già titolare di un canonicato e di una tesoreria a Tours, riceveva il permesso pontificio di riscuotere le rendite dei suoi benefici "in absentia", a condizione, però, di risiedere o presso uno Studiumgenerale (evidentemente in questo periodo era ancora studente) o in una delle località ove si trovava un suo beneficio. Nel dicembre del 1301 era anche titolare di un canonicato a York, ma aveva difficoltà a far riconoscere i suoi diritti da quel capitolo. Il 12 maggio 1303 aveva canonicati e prebende a S. Pietro in Roma, a Tours, York, Parigi, Salisbury, Anagni e benefici nelle diocesi di Anagni e Terracina; in quella data il pontefice gli concedeva la tesoreria di York (il C. conservava peraltro quella di Tours) al fine di fargli cedere gli altri benefici di cui era titolare a York. In seguito, però, avrà continue difficoltà - nonostante gli interventi pontifici in suo favore (nel 1306, 1397, 1310 e 1317) - a esercitare i suoi diritti sulla tesoreria e sul canonicato di York, entrambi contesigli da pretendenti inglesi. Nel marzo del 1314, oltre ai canonicati prima elencati, godeva di altri a Lione. Padova e Lincoln, aggiungeva un'altra chiesa rurale ai suoi benefici e riceveva da Clemente V un canonicato, una prebenda e una prepositura a Cividale. Giovanni XXII (nel 1316 e 1317) vi aggiunse un canonicato a Verona ed altri benefici nelle diocesi di Capua, Salemo, Napoli e Ferentino. Inoltre nel febbraio 1321 era diventato cappellano pontificio.
è probabile che egli fosse protetto in questo periodo dallo zio, e omonimo, cardinale Francesco Caetani, dal quale dovette essere indotto a prendere parte alla difesa postuma di Bonifacio VIII durante il giudizio tenutosi ad Avignone nel 1310; il C. - sembra - fu uno dei più importanti testimoni della difesa. Nello stesso tempo si impegnava in Campagna per la causa della famiglia. Insieme con il fratello Benedetto entrò in possesso delle proprietà paterne in Campagna e Marittima (Ninfa, Sermoneta, Bassiano, Montelongo, Norma, San Felice, San Donato, Collemezzo, Sgurgola), a Roma (la torre delle Milizie), nel Lazio (Viterbo) e in Umbria (Giove). Nel 1323 si accordò con il nipote conte Bonifacio per un'ulteriore divisione di proprietà. Ormai era più un magnate feudale che non un chierico: lo dimostra, tra l'altro, la concessione di San Felice e altre terre da lui fatta a un consigliere di Roberto d'Angiò l'11 ott. 1324 a Sermoneta "in curia dicti domini, in camera maiori picta, in capite sale magne". Nel 1326 lo troviamo a Napoli, convocato da Roberto d'Angiò, come suo alleato, per combattere in Toscana agli ordini del duca d'Atene contro Ludovico il Bavaro. Nello stesso anno fece testamento (24 giugno): dichiarava di sentirsi in colpa per essersi appropriato forse illegalmente di alcune rendite ecclesiastiche; per rimediare al possibile torto da lui compiuto disponeva che, ove quelle rendite non fossero state restituite entro un anno dalla sua morte ai loro legittimi titolari, le sue entrate di Sermoneta e di Bassiano passassero alla Chiesa per venti anni. Nello stesso periodo divenne familiare di Roberto d'Angiò e aderì sempre più strettamente all'alleanza guelfa. Nel 1327 fu chiamato dal re napoletano a combattere nella cavalleria raccolta per cacciare gli invasori delle terre pontificie e fu tra i Caetani cui si rivolse Roberto d'Angiò nel suo tentativo di stabilire un accordo tra quella famiglia e i Colonna. Nell'aprile del 1328 il re gli chiese di proclamare ad Anagni la crociata contro Ludovico il Bavaro: perciò, quando Roma si dette all'imperatore, il C. fu tra i guelfi condannati dai Romani; ma la sentenza venne cassata nel settembre del 1328.
Due mesi dopo (21 novembre) il C. cominciò a cedere i suoi numerosi benefici. Come ulteriore passo verso il passaggio allo stato laico, si impegnò a sposare la figlia di Tommaso di Ceccano, Francesca. Una parte della dote di 3.000 fiorini gli fu versata prima del 24 dic. 1329 e il matrimonio ebbe luogo prima del 25 febbr. 1330, data in cui fece un nuovo testamento alla rocca maggiore di Sermoneta. Questo testamento modificava le disposizioni del precedente in merito alle rendite di Sermoneta e Bassiano, e presentava alcune novità, come la destinazione di 1.000 fiorini alla cappella dei Caetani nella cattedrale di Anagni perché vi si celebrassero messe e un legato di 300 fiorini a vantaggio del suo padre spirituale Giovanni da Sezze O. P., che li doveva usare per costruire a Sermoneta un convento domenicano. Dal testamento, inoltre, apprendiamo che il C. si era da poco riconciliato con il fratello Roffredo e con il nipote conte Bonifacio. Il C. morì tra questa data e l'11 sett. 1332.
Non ebbe figli dal matrimonio e alla sua morte sorsero violente dispute sulla successione delle sue terre e in particolare sulle disposizioni circa le rendite di Sermoneta e Bassiano. Nel gennaio 1333 venne raggiunto un accordo sulla divisione delle sue proprietà ad Anagni e nelle altre località, ma la disputa si trascinò fino, al 1338, quando gli eredi del C. riuscirono a far prevalere le loro ragioni su quelle della Chiesa.
Fonti e Bibl.: Regestum Clementis papae V, Roma 1884-1892, nn. 173, 1901 s., 5837, 7505, 10550; Les registres de Boniface VIII, a cura di A. Thornas-M. Faucon-G. Digard-R. Fawtier, Paris 1884-1935, nn. 4266-4268, 5347, 5360 s.; Jean XXII, Lettres communes, a cura di G. Mollat e G. de Lesquen, Paris 1904-1947, nn. 375, 692, 3995, 4763, 8621, 13011, 26476, 43350, 46509, 46518 s., 46847, 46853, 46856, 46858; Regesta chartarum, a cura di G. Caetani, II, San Casciano Val di Pesa 1927, pp. 16 s., 36, 40, 47, 52 s., 60 s., 66 s., 69 s., 77 s., 81-87, 101 s., 106-109, 114-116; P. Dupuy, Histoire du différend d'entre le pape Boniface VIII et Philippe le Bel…, Paris 1655, pp. 466 s., 502, 504, 506, 508 s., 511; G. Caetani, Caietanorum genealogia, Perugia 1920, p. 51, tav. A-XXXVII; Id., Domus Caietana, I, 1, San Casciano Val di Pesa 1927, pp. 221-225; H. Finke, Aus den Tagen Bonifaz VIII…, Münster 1902, pp. xxxix, 248, R. Caggese, Roberto d'Angiò, II, Firenze 1930, p. 85 n.