BUONACCORSI, Francesco
Prete tipografo, fu attivo a Firenze nella seconda metà del sec. XV. Non è possibile stabilire a quale delle varie famiglie fiorentine dei Buonaccorsi, tutte popolane, egli appartenesse. Le uniche notizie su di lui sono quelle relative al periodo della sua operosità (1485-1496), che è documentato dalle sottoscrizioni alle opere impresse, da solo o in collaborazione.
Va osservato che l'inizio dell'attività del B., fissato generalmente dagli studiosi di incunabulistica al 1486 (sue prime opere vennero considerate la stampa del commento di Poggio Sopra il trionfo della fama di messer Francesco Petrarca e le Laudi di diversi autori, datate rispettivamente 24 gennaio e 1º marzo 1485 secondo lo stile fiorentino, corrispondente al 1486 nello stile comune), è stato riportato al 1485 dalla scoperta di un opuscolo impresso in quell'anno fatta dal Ridolfi, che lo ha descritto nel 1958: la Oratione di messer Christoforo Landino quando fu dato el bastone della fiorentina militia allo illustrissimo conte Nicola Orsino;poiché l'avvenimento ricordato dai cronisti contemporanei ebbe luogo il 17luglio 1485, è indubbio che l'opuscolo fu stampato per l'occasione. E che questo fosse uno dei primi se non addirittura il primo libro uscito dai torchi del B. lo fa supporre anche la freschezza dell'impressione.
Negli anni 1488-89 il B. lavorò in collaborazione con Antonio di Francesco, tipografo di origine veneta ma largamente operante in Firenze. Nel 1490 riprese da solo il suo lavoro fino al 1496, producendo il maggior numero delle sue edizioni, l'elenco più completo delle quali è dato dal Burger.
Poiché il B. ha in comune con il tipografo Antonio Miscomini, che stampava in Firenze all'incirca negli stessi anni, il carattere 112 R, si suppose da parte dello Scholderer che i due fossero associati, e anzi che il Miscomini fosse alle dipendenze del B., il quale per questa ragione avrebbe sottoscritto egli solo la produzione. Contro tale tesi furono opposte dal Ridolfi (p. 90) alcune convincenti argomentazioni, non ultima l'importanza del Miscomini che suole definirsi "maestro" e che difficilmente quindi avrebbe accettato una situazione che non fosse almeno di parità con un collaboratore. Il Ridolfi propende a spiegare l'identità del carattere 112 R usato dai due tipografi con l'ipotesi di un suo passaggio al B. quando il Miscomini andò a Modena, dove lavorò associato col Rococciola.
Il B. stampò nel 1490 la prima edizione del Convivio di Dante (Hain, n. 5954). Ad opera sua uscirono anche diversi scritti del Savonarola. Talvolta egli lavorò anche su commissione altrui, fra l'altro per l'editore P. Pacini da Pescia. L'ultima sua edizione datata, registrata dal Burger, è il Martyrologium di Usuardo (Hain, n. 15.110) del 6 nov. 1496.
Alcuni accenni al B. abbiamo in una lettera (edita da G. Pozzi, Da Padova a Firenze nel 1493, in Italia medioevale e umanistica, IX [1966], pp. 199-200, 213) che Girolamo Amaseo scriveva nel 1493 per narrare le sue esperienze fiorentine al fratello Gregorio: l'Amaseo aveva soggiornato brevemente nella casa del B. posta oltr'Arno, e si proponeva di affidargli la stampa di alcune Satyrae.
Non conosciamo l'anno della morte del Buonaccorsi.
Bibl.: L'indice più completo delle edizioni del B. è dato da K. Burger, in W. A. Copinger, Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum, II, 2, pp. 36 s. v. inoltre: G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Florence 1905, p. 139; V. Scholderer, Catal. of books printed in the XV century now in the British Museum of London, VI, London 1930, pp. XVI-XVII, 669-676; R. Ridolfi, La stampa a Firenze nel secolo XV, Firenze 1958, pp. 90 ss.; M. E. Cosenza, Biographical and Bibliographical Dictionary of the Italian Printers..., Boston 1968, p. 113.