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BOSA, Francesco

di Gino Damerini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)
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BOSA, Francesco

Gino Damerini

Figlio di Antonio e fratello di Eugenio, nacque a Venezia il 25 sett. 1803. Nella letteratura artistica è ricordato praticamente soltanto per aver collaborato con il fratello Eugenio alle statue (disperse) per il parco della villa Sabbatini, presso Udine, e per un Ganimede nel museo Correr di Venezia.

Il De Alisi afferma che sua maggiore attività fu la scultura di monumenti funebri per il cimitero di Trieste e che tanta fu la produzione da far supporre che il B. avesse un laboratorio per diversi anni attivo a Trieste e che tenesse monumenti "sempre pronti, eseguiti con grande abilità ma anche con troppa meticolosità. Di solito si trattava di altorilievi in marmo da applicare a monumenti in pietra semplice, e i soggetti erano quelle quattro o cinque concezioni allegoriche che ripetevano persino i barbieri di allora in quelle opere semi artistiche fatte di capelli tagliuzzati, che con tanto buon gusto, coperte da una campana di vetro, ornavano le case dei nostri nonni".

Di questi monumenti il De Alisi ricorda quelli di Rusconi (1828), Antonio Voit (1829) e Griselda Voit Tommasi (1837); Hoch-Kopfler (1830); Brocchi (1837), Garzarolli de Thurnlack (1838), famiglia Visin (1854), famiglia Dubbane (1855), Oltre ad altri per il cimitero greco-ortodosso.

Altre opere del B. a Trieste, dove espose nel 1841 e nel 1843 alla Società triestina di Belle Arti, sono due Angeli per l'altare e le statue sull'attico della facciata della chiesa di S. Antonio Taumaturgo eretta nel 1840 da P. Nobile.

Morì a Venezia il 10 marzo 1870.

Nel 1833 veniva pubblicata a Venezia una Anatomia per usodei pittori e scultori di G. del Medico... nuovamente incisa dallo scultore F.B. ... (cfr. recens. in Il Tiberino, apr. 1834, p. 51).

Bibl.: Roma, Ist. della Encicl. Ital.: A. De Alisi, Le arti figurative nella Venezia Giulia, ms. (sec. XX), ad vocem;G. Lecomte, Venezia, Venezia 1844, p. 671; S. Benco, L'architettura neoclassica a Trieste, in Dedalo, VI (1925-26), p. 806; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 384.

Vedi anche
Ganimede (gr. Γανυμήδης) mitologia Mitico giovinetto, figlio del dardanide Tros, o di Laomedonte o di Ilo, e di Calliroe; fu rapito in cielo, per la sua bellezza, dall’aquila di Zeus o da Zeus stesso in forma di aquila, per fungervi poi da coppiere della mensa degli dei. Il mito, ricordato di frequente dagli ... facciata Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di facciata la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della facciata principale, su cui ... altare Superficie piana, talvolta a livello del suolo, più spesso elevata, su cui si compiono sacrifici (semplici offerte o immolazioni di vittime) alla divinità. È compreso nel numero delle installazioni rituali della maggior parte delle religioni conosciute.  antichità I primi esempi di altare, risalenti ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ...
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bòṡa
bosa bòṡa s. f. [dallo spagn. boza; cfr. bozza2]. – Nella marina velica, ognuna delle tre maniglie di cavetto, ricavate in ciascuno dei due orli laterali delle vele quadre, per applicarvi i tre spezzoni di cavo della branca di bolina....
francésco
francesco francésco agg. e s. m. [dal lat. tardo Franciscus, der. di Francus «franco1»] (pl. m. -chi), ant. – Francese: La terra che fé già la lunga prova E di Franceschi sanguinoso mucchio (Dante); i modi e le cadenze della prosa f. (D’Annunzio)....
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