BIFETTO (Biffetto), Francesco
Nato a Bergamo e attivo nella seconda metà del sec. XVI, fu sacerdote e compositore. Non si conoscono i suoi maestri di musica, ma si sa che fu stimato da P. Aaron, che nel suo Lucidario in musica... (Venezia, G. Scotto, 1545, c 31v) lo designò come uno dei più celebri "cantori a libro", e da Cipriano de Rore, che ne favorì l'assunzione a maestro di cappella della basilica di S. Maria Maggiore a Bergamo il 17 sett. 1551. Lasciato l'ufficio dopo un anno, il B. venne poi richiamato a S. Maria Maggiore nel 1554 per supplire G. De Albertis e mantenne il suo posto fino al 1561. Dopo questa data non si hanno più sue notizie.
Noto al presente soltanto per le sue giovanili raccolte di Madrigali a quatro voci... Libro primo e Secondo libro... (Venezia, A. Gardane, 1547 e 1548), entrambe dedicate al conte Ruggiero di Calepio - probabile suo mecenate -, il B. rappresenta per l'Einstein "un'altra specie di provincialismo", nel senso che le sue musiche sono lontane sia dallo stile madrigalesco fiorentino sia da quello veneziano, e non hanno grande rilievo. Solo nella scelta dei testi il B. mostra, secondo l'Einstein, originalità e varietà: egli attinge, infatti, alle stanze più famose dell'Orlando furioso e, meno frequentemente, all'"obbligatorio" Petrarca, mentre per la maggior parte delle sue composizioni si serve di componimenti occasionali per celebrare donne, sposalizi, includendo anche una fresca e genuina "caccia",Tra chiar'e lucide acque, di sacchettiana memoria. Nella raccolta del 1548, oltre al sonetto Poiche sicur'homai, celebrativo di tre patrizi veneziani governatori a Bergamo, cantato da ninfe e da pastori, alla notissima stanza dell'Orlando furioso (XLIV, 61),Ruggier,qual sempre fui, dedicatoria al suo protettore, e a un "motto" francese Drez & raison, figurano anche "mascherate" e "villanelle".
Ma nel Libro primo (1547) il sonetto Di parlarvi madonna hebbi gran voglia - che certamente non imita né s'ispira a Petrarca - è un esempio di "crudezza" poetica e musicale non riscontrabile in alcuna antologia lirica antica e moderna. "Tali composizioni - prosegue l'Einstein -, e queste forse più di altre, sono una parte essenziale del quadro generale del nuovo madrigale. Esse conservano, nella nuova forma e disposizione, qualcosa dello spirito della frottola, finché non sono spazzate via dalla più letteraria tendenza intorno al 1550". Un motivo caratteristico del Seicento appare già nel Secondo libro (1548), l'Aco gentil, l'ago, cioè, che ferisce la mano della persona amata.
Per quanto modesta e "provinciale", la musica del B. dovette godere, tuttavia, ai suoi tempi di una notorietà non indifferente, se in un inventario manoscritto del 1566 della ricca biblioteca di Raimund Fugger iunior troviamo, insieme con le opere dei più illustri compositori dell'epoca (A. Willaert, Ph. Verdelot, J. Fogliano, N. Gombert, Bernardino Lupacchino, Giovanni Domenico da Nola, V. Ruffo, D. Phinot, J. Archadelt, C. Festa), anche il Libro primo dei suoi madrigali.
Bibl.: G. Donati-Petteni,L'arte della musica in Bergamo, Bergamo 1930, pp. 15, 18; A. Einstein,The italian madrigal, I, Princeton 1949, pp. 293-296; R. Schaal,Die Musikbibliothek von Raimund Fugger d. J. Eine Beitrag zur Musiküberlieferung des 16. Jahrhunderts, in Acta musicologica, XXIX(1957), n. 4, p. 132; A. Geddo,Bergamo e la Musica, Bergamo 1958, pp. 43 s., 57; R. Eitner,Quellen-Lexikon der Musiker, II, pp. 39 s.; C. Schmidl,Diz. univ. dei musicisti, I, p. 83; Enc. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 261.