BEVILACQUA, Francesco
Nacque nel 1304 da una delle più ricche e nobili famiglie veronesi, legatissima agli Scaligeri. Suo padre Guglielmo, infatti, si era distinto al servizio prima di Cangrande, poi dei suoi nipoti Alberto e Mastino della Scala, che tra l'altro gli affidarono la carica di fattore generale (viene ricordato con questa qualifica in alcuni documenti del 1332: cfr. G. Verci, Storia della Marca trivigiana, X, Venezia 1788, pp. 154, 169). Dopo la morte del padre (1335) il B., che era fornito di una solida preparazione giuridica (il Seta e il Verci affermano che conseguì il dottorato, ma le fonti non confermano questa ipotesi), si acquistò ben presto il favore dei signori di Verona, che lo chiamarono nel loro Consiglio e si servirono di lui per numerose ambascerie.
Il 3 genn. 1343 fu incaricato di condurre trattative con Taddeo Pepoli signore di Bologna, con la compagnia redesca di Gualtieri di Urslingen e con gli Estensi, dirette ad appoggiare le nuire di questi ultimi su Parma. In quest'occasione infatti Obizzo d'Este conferì al B. e ai suoi discendenti la cittadinanza di Ferrara e gli donò alcune terre in Montagnana. Nel 1348 una ambasceria lo portò alla corte viscontea: il 28 febbraio di quest'anno Mastino della Scala lo nominò infatti suo procuratore per concludere con Luchino Visconti e Obizzo d'Este una lega contro i Gonzaga di Mantova, che fu stipulata il 14 marzo a Monza. L'antagonismo tra Scaligeri e Gonzaga fu oggetto di una nuova ambasceria alla corte ferrarese, intrapresa, insieme con Giberto da Fogliano, l'anno successivo. All'inizio del 1350 il B. si recò un'altra volta a Milano con il compito di stringere a nome degli Scaligeri una lega con i Visconti, i Carraresi, i Malatesta, gli Estensi, i Da Polenta e i Gonzaga, per ristabilire la pace nell'Italia settentrionale. Nello stesso anno 1350 sposò per procura di Cangrande II della Scala, figlio di Mastino, Margherita, figlia dei defunto imperatore Ludovico il Bavaro e sorella di Ludovico marchese del Brandeburgo e conte del Tirolo. Il 7 febbr. 1351, infine, gli furono dati i pieni poteri per concludere per conto dei signore di Verona un'alleanza con papa Clemente VI, con Obizzo d'Este e con i Comuni di Firenze e di Siena contro Giovanni Visconti, signore di Milano, che l'anno precedente aveva potuto acquistare Bologna, provocando le forti apprensioni degli Stati confinanti. L'ultima importante ambasceria fu affidata al B. nell'anno 1362: il 16 aprile di quell'anno firmò a Ferrara un trattato d'alleanza con il cardinal legato Albornoz, il marchese Niccolò II d'Este e il signore di Padova, Francesco da Carrara, contro Bernabò Visconti, signore di Milano.
Questo intenso lavoro diplomatico rese noto il B. ben oltre i confini della sua città natale. Nel 1339 Niccolò vescovo di Trento gli diede la cittadinanza di Trento e nel 1343 il doge Andrea Dandolo gli conferì quella di Venezia. Il suo nome non restò sconosciuto neanche all'imperatore Carlo IV, che nel 1352 gli indirizzò una lettera per raccomandargli il capitano di Feltre e Belluno Corrado Gobbini. Nel 1354 e ancora nel 1361 gli confermò il castello di Bevilacqua, la cui costruzione, iniziata dal padre Guglielmo, il B. aveva portato a termine. Il suo attaccamento agli Scaligeri (la fedeltà dimostrata durante la congiura di Frignano della Scala contro il fratello Cangrande gli valse il cavalierato) resero il B. uno dei maggiori possidenti del Veneto. Al possesso di Bevilacqua con le sue vaste pertinenze, confermatogli da Mastino e Alberto della Scala nel 1336 e da Cangrande nel 1354, si aggiunsero feudi e, in particolare, il vicariato di Minerbe con i centri di San Zenone, Santo Stefano e Gazolo, tolti alla giurisdizione di Verona.
Il B. morì a Verona nell'ottobre 1368.
Fonti e Bibl.: G. Verci, Storia della Marca trivigiana e veronese, Venezia 1789, XI, p. 79; XII, app., pp. 138, 143; XIII, app., p. 89; I Libri commem. della Repubbl. di Venezia, a cura di R. Predelli, II, Venezia 1878, p. 100 (n. 567), p. 135 (n. 105); La storia scaligera secondo i doc. degli Arch. di Modena e di Reggio Emilia, a cura di C. Cipolla, in Miscell. di storia veneta, s. 2, IX (1903), ad Indicem; Doc. per la storia delle relaz. diplom. fra Verona e Mantova nel sec. XIV, a cura di C. Cipolla, ibid. ,XII(1907), ad Indicem; V.Seta, Compendio histor. dell'origine… della famiglia Bevilacqua, Ferrara 1606, pp. 21-49; A. Frizzi, Mem. stor. della nobile famiglia Bevilacqua, Parma 1779, pp. 12-22; F. Cognasso, L'unific. della Lombardia sotto Milano, in Storia di Milano, V, Milano 1955, pp. 307, 316; P. Litta, Fam. celebri ital., CXXXIV, sub voce Bevilacqua, tav. I.