BENTIVEGNA, Francesco
Patriota nato a Corleone il 4 marzo 1820, morto a Mezzoiuso il 20 dicembre 1856. Nella rivoluzione palermitana del gennaio 1848 capitanò una squadra di Corleonesi. Eletto deputato della città natale in quell'anno alla camera siciliana dei comuni, partecipò alla seduta del 13 aprile, in cui fu proclamata la decadenza dei Borboni, e concorse l'11 luglio successivo all'elezione di Ferdinando di Savoia. Nel maggio '49 resistette alle truppe del Filangieri, e, avvenuta la restaurazione, si ritirò a cospirare. Partecipò al tentativo del 27 gennaio 1850, e nel febbraio 1853, alla notizia dei fatti di Milano, predispose un colpo di mano in Palermo, ma, essendo stato denunziato, venne arrestato il 25 di quel mese. Dopo circa tre anni e mezzo di prigionia, fu assolto dall'imputazione, liberato dal carcere e sottoposto a vigilanza della polizia nella natia Corleone (2 agosto 1856). In quei mesi si parlava del prossimo intervento inglese in Sicilia e gli esuli confidavano molto nell'aiuto dell'Inghilterra, la quale aveva rotto, al pari della Francia, le relazioni diplomatiche col Borbone (21 ottobre). Ma nulla era pronto per la rivolta e il soccorso inglese rappresentava soltanto una speranza, che alla prova dei fatti risultò vana. Il B., troncato ogni indugio e raccolti i suoi uomini nel bosco della Lacca, entrò in Mezzoiuso (22 novembre). Uno dopo l'altro i comuni di Villafrati, Ventimiglia e Ciminna aderirono alla rivolta, ma, mentre il B. si disponeva a fare insorgere altri paesi, gli giunse la notizia che le truppe stavano marciando in direzione di Mezzoiuso (24 novembre). Allora, vedendosi perduto, sciolse il drappello degl'insorti e si diresse verso Corleone. Inseguito dalla forza pubblica e denunziato da un contadino, il B. fu catturato il 3 dicembre e inviato innanzi al consiglio di guerra di Palermo, il quale il 19 successivo lo condannò a morte con l'ordine che la sentenza si eseguisse a Mezzoiuso. E così avvenne infatti il giorno dopo. I difensori avevano cercato di sottrarre il B. al giudizio del consiglio di guerra, ma la corte criminale, si dichiarò incompetente, e il tribunale militare sentenziò sul caso senza attendere la decisione del ricorso presentato alla corte suprema contro la deliberazione dell'altro corpo giudicante. La salma del B., deposta in una chiesa di Mezzoiuso, fu trasportata a Corleone, dove ebbe solenne sepoltura il 27 maggio 1861 nella chiesa maggiore della città.
Bibl.: A. Sansone, Cospirazioni e rivolte di F. B. e compagni, Palermo 1891; U. De Maria, L'opera degli emigrati politici siciliani nel 1856, Modena 1914.