BENAGLIO, Francesco
Pittore. Nacque in Verona verso il 1432 dal bergamasco Pietro Dalla Biada. Gli archivî veronesi ci danno notizie di lui sino al 1492 e se non dicono per quali ragioni assumesse il cognome della nobile famiglia Benaglio, bergamasca anch'essa ma residente a Verona, ricordano che ebbe un fratello Donato pittore e morendo lasciò il figlio Girolamo poco più che ventenne a continuare la tradizione artistica; più distesamente narrano che nel 1475, per istigazione di alcuni nobili, nottetempo dipinse l'intera facciata di casa Sagramoso con figure oscene e cornute, e si guadagnò quattro mesi di carcere. Come artista rappresenta in Verona la generazione succeduta al Pisanello e a Stefano, che non seppe intimamente capire quel Rinascimento che, dai Toscani portato nella Venezia con pitture e sculture, diede in Padova al genio del Mantegna il modo di conquistare definitivamente all'arte veneta la forma e la prospettiva.
Una sola sua opera certa resta ancora in Verona: il trittico di San Bernardino, del 1462; ma se ne ricordano altre due: un affresco del 1476 in Santa Maria della Scala, oggi nascosto, e un quadretto della galleria Vallardi finito non si sa dove. Nel trittico di S. Bernardino, ispirato a quello dipinto dal Mantegna a San Zeno tre anni prima, l'architettura toglie l'aria, le figure si allineano piatte e ingoffite nei panneggi scannellati; ma le grandi masse di colore, anche se stridule, sono la prima e piena affermazione di quei valori cromatici poi ricercati dalla generazione successiva dei pittori di Verona. Anche la dura volgarità dei tipi benaglieschi rimase per lungo tempo tradizionale, nella pittura veronese su cui la riforma mantegnesca e l'influsso belliniano operarono assai esteriormente. Al museo d'arte di Castel Vecchio la Madonna del ventaglio gli è giustamente attribuita. Infine nella Vergine in trono fra Angeli e Santi dell'Accademia di Venezia, la composizione si allarga a un respiro maggiore. A Girolamo B., figlio di Francesco, il tempo ha conteso l'unico quadro firmato, mentre gli viene attribuito tutto quel gruppo di opere mediocrissime che oggi passano sotto il nome del pittore "dal cespo di garofano".
Bibl.: D. Zannandreis, Le Vite dei pittori... veronesi, Verona 1891; L. Simeoni, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, III, Lipsia 1909 (con la bibliografia precedente); G. Gerola, I Baili e i pittori dal Cespo di garofano, in Madonna Verona, V, 1911, pp. 193-96; P. M. Tua, Per un elenco delle opere pittoriche delle scuole veronesi prima di Paolo, ibid., VI (1912), pp. 34-35.