BEMBO, Francesco
Figlio di Giovanni, compare per la prima volta nel 1397, come comandante della flotta di sette galere e altri navigli minori inviata da Venezia contro Gian Galeazzo Visconti in difesa di Francesco Gonzaga signore di Mantova. Intervenne attivamente nelle operazioni militari, assalendo e distruggendo il ponte di Governolo; ferito ad un ginocchio, rimase da allora fisicamente menomato. In riconoscimento dei meriti acquistati in questa occasione, fu creato cavaliere, titolo con il quale viene comunemente ricordato nelle fonti.
Podestà di Padova nel 1400, fu eletto nel 1401 bailo di Negroponte. Qui dové affrontare la situazione determinatasì ad Atene, in seguito al colpo di mano di, Antonio Acciaiuoli, che aveva occupato la città contendendone il possesso a Venezia, e ché assediava nell'Acropoli il rettore, Nicolò Vitturi. Il 22 ag. 1402 il Senato ordinò al B. di passare in Attica per venire in aiuto del Vitturi. Egli, senza attendere i soccorsi da Venezia. raccolse tutte le forze disponibili a Negroponte ed iniziò la campagna, ma, caduto in una imboscata, fu sconfitto e fatto prigioniero.
Riacquistata la libertà, il B. tornò in patria e, durante le guerre scoppiate nel Veneto in conseguenza della morte di Gian Galeazzo Visconti, assunse il comando di una flotta che, risalendo l'Adige, doveva invadere il Piovado: respinto da Giacomo Papafava da Carrara, si ritirò nel Polesine. Nel 1405 partecipò, come provveditore in campo, all'assedio di Padova, tenuta da Francesco Novello da Carrara. Durante l'assalto della città ordinato dal capitano Galeazzo da Mantova, al comando di una squadra di 2000 cavalli attaccò dalla parte di porta Porcilia; respinto, corse in aiuto di Galeazzo che attaccava dalla parte dei muro di Ognissanti, ma, ferito, dové ritirarsi anche di là. La situazione di Padova si andò tuttavia aggravando sempre più, cosicché il 13 nov. 1405 Francesco Novello si rivolse al B. per iniziare trattative con la Repubblica; il Senato però respinse l'iniziativa del Carrarese.
Nel 1406 il B. fu nominato di nuovo bailo a Negroponte, questa volta in pace, per cui il governo veneziano gli ordinò di licenziare i mercenari che si trovavano nell'isola. Nel 1410 fece parte dell'ambasceria inviata a Bologna al pontefice Giovanni XXIII per congratularsi della sua elezione; l'anno seguente era capitano di Verona, carica da lui ricoperta anche nel 1413, quando intervenne in difesa di alcuni castelli veneziani minacciati dal duca Federico d'austria, le cui truppe furono sconfitte.
Impegnato essenzialmente in attività politico-militari, il B. svolse occasionalmente anche missioni diplomatiche: condusse a Peschiera trattative con Gian Francesco Gonzaga, che il 10 apr. 1417 portarono alla stipulazione di un trattato di amicizia. Nel 1418, dopo essere stato sopracorruto di una galera che accompagnò in Palestina l'arcivescovo di Winchester, fu consigliere dogale: in tale carica pose in Senato tutta una serie di "parti" (deliberazioni), relative alla successione del duca dell'Arcipelago, Giacomo Crispo. Nel 1419, in qualità di capitano del Golfo, assalì Traù e Spalato, che si erano date al re di Ungheria, e Scutari, riportando nei combattimenti una ferita.
Il suo peso politico era ormai tale da suggerire al doge Tommaso Mocenigo di designarlo, poco prima della sua morte avvenuta nel 1423, insieme con altri cinque come candidato alla successione, ma venne eletto Francesco Foscari. Il B. allora non era a Venezia, ma, nuovamente capitano del Golfo, operava nell'Adriatico meridionale, ove ottenne la sottomissione a Venezia del Pastrovici ed il riconoscimento, da parte di Stefano duca di Rascia, del dominio veneziano su Scutari, Dulcigno e Cattaro.
L'ultima impresa militare del B. è del 1426-27: capitano della flotta inviata ad agire sul Po contro Filippo Maria Visconti, duca di Milano, nel marzo 1426 assalì e distrusse il ponte di Cremona, e, aprendosi la strada verso l'intemo del territorio nemico, occupò due castelli sull'Adda ed assalì Pavia. Ammalatosi, il 4 ag. 1426 fu sostituito da Andrea Loredan, ma la sua esperienza si rese nuovamente necessaria nel 1427: nominato provveditore della flotta del Po, sconfisse il 20 maggio a Brescello le forze viscontee, liberando le truppe veneziane assediate in quella rocca e riconquistando Casalmaggiore. L'ultima notizia che abbiamo su di lui risale al 7 ag. 1427, quando riportò a Cremona una nuova vittoria su di una flotta viscontea. La data della sua morte non è nota.
Fonti e Bibl.: Galeazzo e Bartolorneo Gatari, Cronaca carrarese, in Rer. Ital. Script., 2 ediz., XVII, 1, vol. I, a cura di A. Medin e G. Tolomei, pp. 455, 458-464, 538, 567-569; M. Sanuto, Vitae ducum Venetorum, in Rer. Ital. Script., XXII, Mediolani 1733, Coll., 764, 817, 826, 848 s., 853, 856, 881, 920, 925-928, 931, 967, 972-974, 981, 984-987, 994-996; Andreae Naugerii Historia Veneta, ibid. XXIII, Mediolani 1733, coll. 1087, 1091; I Libri Commemoriali della Repubblica di Venezia. Regesti, a cura di R. Predelli, III, Venezia 1883, p. 382; IV, ibid. 1896, pp. 48-51, 90; F. Thiriet, Regestes des Déliberations dzí Sénat de Venise concernant la Romanie, II, Paris-La Haye 1959, pp. 56, 170 s.; S. Romanin, Storia docum. di Venezia, Venezia 1926, III, p. 329; IV, pp. 27-29, III, 114 s., 120 s.; C. Hopf, Gesch, Griechenlands vom Beginn des Mittelalters bis auf unsere Zeir, in J. S. Ersch-J. G. Gruber, Allgem. Encyklopädie der Wissenschaften und Künste, erste Section, LXXXVI, Leipzig 1868, p. 70; J. B. Bury, The Lombards and Venetians in Euboia, in The Journal of Hellenic Studies, VII (1886), p. 351; H. Kretschmayr, Gesch. von Venedig, II, Gotha 1920, pp. 331, 337, 347, 618, 632.