BECCUTI, Francesco (il Coppetta)
Poeta, nato a Perugia nel 1509, morto nel 1553. Tenne importanti cariche pubbliche: fu governatore di alcune città e ambasciatore a Urbino; ebbe dimora in Roma e ne conobbe, con poco profitto, la corte, come risulta dal suo arguto capitolo sul Noncovelle ("niente affatto"). Fu traduttore di poeti classici (Virgilio, Orazio, Ovidio, Apuleio) e incominciò un bel poemetto mitologico, la Favola di Psiche. Dettò rime di vario argomento: amorose, bernesche (fra queste sono celebri il capitolo su citato e la canzone in morte della sua gatta), politiche e patriottiche (fra esse la più nota è la canzone O dell'arbor di Giove, in cui esorta i principi italiani alla difesa della patria), e negli ultimi anni della vita si diede alla poesia religiosa. Ma fu specialmente e meritamente lodato come poeta d'amore. Non già che anch'egli non abbia subito il fascino del Petrarca, "ma è un petrarchista solo nella forma; quanto al contenuto egli volle esprimere le voci vere del suo cuore e volle ritrarre un amore, anzi più amori suoi proprî".
Bibl.: G. Guidiccioni, F. Coppetta Beccuti, Rime, a cura di E. Chiorboli, Bari 1912; cfr. A. Salza, in Giorn. stor. d. lett. it., LXIII (1914), p. 420 segg.; A. Salza, Fr. Coppetta de' Beccuti, in Giornale stor. d. lett. it., suppl. n. 3 (1900); id., Spigolature coppettiane, in Giorn. stor. d. lett. it., XLVI (1905), p. 467 segg.