BARZAGHI, Francesco
Nacque a Milano il 10 febbr, 1839 da Carlo e da Giuseppina Gioli; fece le sue prime esperienze negli studi di A. Puttinati e di A. Tantardini. Nella modellazione della statua (Fama o Italia) che il Tantardini aggiunse al monumento di Cavour, in Milano, già si ritiene di riconoscere l'intervento del giovane artista.
Alla scuola di scultura di Brera studiò con G. Strazza e B. Cacciatori, subendo anche l'influenza di V. Vela. Ebbe un primo successo col gruppo di Ercole ed Anteo (1856) e conseguì il premio governativo per la scultura nel concorso indetto dall'Accademia di Brera nel 1859 con Ecce homo e una seconda volta nel 1864 con Giuditta (gessi alla Galleria d'arte moderna di Milano). Ebbe autorevoli riconoscimenti quando eseguì (1863, '65, '67) per la Fabbrica del duomo le statue di S. Ilario, S. Venceslao e S. Adelaide. Esposte in un gruppo di ventitré statue affidate agli artisti giudicati i migliori del tempo (fra essi il vecchio Sangiorgio), ebbero gli elogi del severo Mongeri, che per altro giudicava quelle sculture "poco appropriate" al gotico del duomo.
Maggiori consensi ebbe a Parigi, dove espose nel 1867 Frine e Amore acceca. Trattò con pari fortuna la scultura di genere, che alternò con opere monumentali, quali il Giuseppe Verdi (1881) nell'atrio della Scala; il Manzoni (1883) nella piazza S. Fedele a Milano (statua colpita dagli attacchi aerei nel 1943, ma felicemente riassestata); la statua di F. Hayez (1890) nella piazzetta affiancata al palazzo di Brera; quella di L. Manara ai giardini pubblici sempre a Milano (1894); il monumento a Nicolò Tommaseo a Venezia (1882); i monumenti a Vittorio Emanuele II a Genova e a Bergamo (in collaborazioné con L. Pagani); la statua di Garibaldi a Crema; quella di Re Vittorio a Lodi (1883).
Sua opera maggiore fu il monumento a Napoleone III nel parco di Milano (1881-1884); la statua, per opposizioni di carattere politico, fu confinata, quasi dimenticata, nel primo cortile del palazzo del Senato, e soltanto nel 1927, in considerazione del suo riconosciuto valore, ebbe l'attuale collocazione.
Va ricordata, del B., anche la sua opera di insegnante (dal 1880 alla morte), dalla cattedra di scultura di Brera.
Morì a Precotto (Milano) il 31 ag. 1892.
Modellatore spigliato e spesso elegante, nei modi del pittoricismo lombardo, trattò il marmo e il bronzo con uguale virtuosità. La sua arte si svolse senza pentimenti, senza deviazioni, nello stile di tenue verismo già definito nelle sue prime opere, senza concessioni a quelle nuove tendenze che si andavano affermando nello scorcio del secolo scorso.
Il figlio Prassitele nacque a Milano l'8 luglio 1880. Mancatogli il padre quando era appena dodicenne, crebbe alla scuola di Enrico Butti, ottenendo (1908) nel saggio finale la pensione Oggioni. Vinse il premio Tantardini con la statua Sola nel mondo. Dieci anni dopo, con la statua Elegia, ottenne una medaglia d'oro del ministero della Pubblica Istruzione.
Sulle orme del Butti, di cui fu aiuto per un triennio e in conformità delle tendenze lombarde del tempo, inclinava a un'arte di soggetto umanitario, corretta però da un alito di poesia e da una composta grazia che risente dei modi del Bistolfi.
È autore di ritratti, di piccole sculture, di medaglioni, di numerosi monumenti funebri al Monumentale di Milano, fra cui è da nicordare il bel marmo di Fanciulla pregante sulla tomba della famiglia Gussoni.
Affetto da acuta nevrastenia, pose fine ai suoi giorni il 26 apr. 1921.
Nella Galleria d'arte moderna di Milano è ben rappresentato dalla sua opera La Madre, figura di giovane donna incinta in atto di abbandono, lavoro acquistato dal Comune nel 1911 alla Esposizione della Società per le belle arti.
Bibl.: C. Boito, Rassegna artistica, in Nuova antologia, ottobre 1871, pp. 406 s.; Id., F. B., in L'illustraz. ital., 28 nov. 1880, p. 335; Annali della fabbrica del duomo, VI, Milano 1885, pp. 391, 392, 396; Appendice II, ibid. 1885, p. 224; L. Chirtani, L'autore del monumento a Vittorio Emanuele II in Genova, in L'illustrazione italiana, 18 luglio 1886, pp. 41 s., 44 s.; Lo scultore F. B. (necrologio), ibid., 28 ag. 1892, p. 135; G. Carotti, [commemorazione di F. B.], in Atti d. R. Accad. di Belle Arti in Milano 1892-94, Milano 1896, pp. 56-58; Il monumento di gratitudine a Napoleone III… Rapporto della Commiss. Municipale di Milano, Milano 1898; U. Nebbia, La scultura nel Duomo di Milano, Milano 1910, p. 234; V. Colombo, Le più belle opere d'arte esposte nelle mostre di Brera, Milano 1911; G. Nicodemi-M. Bezzola, La Galleria d'arte moderna di Milano. Le sculture, Milano 1938, pp. 20-23; S. Vegezzi, La scultura italiana dell'Ottocento, Milano 1938, tav. 73; P. Mezzanotte e G. Bascapè, Milano nell'arte e nella storia, Milano 1948, pp. 205, 387, 399, 413, 759, 821, 911, 967, 984; G. Marchiori, Scultura italiana dell'Ottocento, s.l. 1960, pp. 107, 108 s.; E. Lavagnino, L'arte moderna, Torino 1961, pp. 738 s., 741 s.; E. Piceni-M. Cinotti, La scultura a Milano dal 1815 al 1915, in Storia di Milano, XV, Milano 1962, pp. 598 s. e passim; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 589; Enciclopedia ital., VI, p. 261.
Le maggiori enciclopedie ignorano Prassitele B.; brevi riferimenti all'arte sua in: La Famiglia artistica nel quarantennio della sua fondazione, Milano 1913, tav. XLVI; L'illustrazione ital., 8 ott. 1916, p. 299; G. Nicodemi-M. Bezzola, La Galleria d'Arte Moderna in Milano. Le sculture, Milano 1938, p. 24; necrologi in L'illustrazi. one ital., 1ºmaggio 1921, p. 525; Corriere della sera, 28 apr. 1921; Domenica del corriere, 8-15 maggio 1921.