BAROZZI, Francesco
Gentiluomo veneziano del sec. XVI (morto dopo il 1587), lasciò varie traduzioni e opere originali d'argomento matematico. Sotto l'accusa di stregoneria venne processato in Venezia dal quant'Ufficio (1587) e condannato al carcere, a multe e obbligato a compiere opere pie. L'interessante incartamento del processo si trova alla biblioteca Ambrosiana (Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, II, parte 1ª, Brescia 1758, p. 411).
Tra i suoi lavori matematici ricordiamo Quel mirabile problema geometrico risolto in tredici modi, che insegna a iracciare in uno stesso piano 2 linee, che mai s'incontrino tra loro, anche quando vengano protratte all'infinito, e che quanto più si prolunghino tanto più riescano vicine tra loro (Venezia 1586). Vi si esamina l'opera d'autori classici e d'altri poco noti, vi si descrive un istrumento per disegnare le sezioni coniche, e vi si costruiscono in svariati modi gli asintoti dell'iperbole, una coppia d'iperboli aventi gli stessi asintoti, e anche curve asintotiche d'ordine superiore al secondo. Ricordiamo ancora una Cosmografia tolemaica (Venezia 1585) e un commentario sul numero geometrico di Platone (Bologna 1565); e, tra le sue traduzioni latine. quelle del Commento all'Euclide di Proclo (Padova 1560) e dei Libri meccanici e geodetici di Erone (Venezia 1572).
Bibl.: P. Riccardi, Biblioteca matematica italiana, Modena 1870.