BARBACOVI, Francesco (Pier Antonio)
Nacque verso il 1640 a Taio, in Val di Non; la sua vita è estremamente oscura. Si formò a Salisburgo. Taio possiede alcune sue opere: troviamo, per esempio, colà due medaglioni con i busti della Vergine e di S. Giovanni Nepomuceno nella casa già Depero-Maurizi; un altro medaglione con la Madonna e il Bambino si può vedere sulla facciata d'una casa nella piazza del paese, davanti alla chiesa della Beata Vergine; ed esisteva anni addietro a Taio una acquasantiera sorretta da due angeli posseduta da una famiglia Barbacovi, forse discendente dall'artista o da un ramo collaterale della famiglia. Possediamo ancora del B., nel castello di Bragher, non molto lontano da Taio, un bassorilievo rappresentante una Madonna con il Bambino.Siconoscono, inoltre, quali opere del maestro, una piccola placchetta con S.Sebastiano,un busto della Vergine e alcuni bassorilievi nel Museo civico di Trento, nonché due rilievi nel Ferdinandeum di Innsbruck: Lot con le figlie e un episodio di Rinaldo e Armida derivato dalla Gerusalemme liberata. Capolavoro dell'artista è il gruppo di Adamo ed Eva sopra l'altare della cappella del Crocifisso nel duomo di Trento.
Il B. morì a Trento agli inizi del secolo XVIII.
Una tradizione, non molto antica, attribuiva al B. anche il bel portale di palazzo Sardagna a Trento, ma senza fondamento. Infatti il cronista Francesco Bartoli, che visse a Trento in anni molto vicini al tempo in cui fu costruito il palazzo, assegna con maggior ragione il portale Sardagna a Cristoforo Benedetti (v. ms. 1207 nella Biblioteca civica di Trento), con la cui opera concorda lo stile di quell'emi.lente complesso architettonico-scultorio.
Lo stile dei B., secondo la stessa origine deP l'artista, presenta caratteri che ricordano insieme l'arte italiana e l'arte tedesca della regione trentina, e del resto questo scultore operò in un tempo propizio a tale mescolanza. Infatti la diffusione dei barocco italiano in Austria, che sarà più tardi promossa da Andrea Pozzo, coetaneo del B. e nato a Trento, trovò un precedente nei rapporti stretti tra l'arte veneta e l'arte austriaca già nella seconda metà del '600, quando il B. era nel suo periodo più fecondo e migliore. Il B. non era un grande artista; ma il suo gruppo di Adamo ed Eva a Trento resta sempre una scultura degna, testimone di un'ispirata fantasia. Egli era incline a quel pittoricismo che già dalla maturità dei Bernini era penetrato nella scultura italiana ed europea. E che a una scultura pittorica il B. fosse particolarmente portato lo dimostra il fatto che buona parte della sua produzione è costituita da medaglioni, da placchette e da bassorilievi. Tra i migliori dei quali noi collochiamo le due opere di Innsbruck: di queste, il Rinaldo e Armida,che denuncia la diffusione, nell'età barocca, delle fantasie tassesche nelle terre tedesche testimonia anche la tendenza del B. ad ispirarsi al patetismo arcadico, che sarà poi una delle grandi fonti dell'arte del sec. XVIII.
Bibl.: F. Ambrosini, Scrittori ed artisti trentini, Rovereto 1893, p. 66; N. Toneatti, Saggio d'illustrazione del duomo di Trento, Trento 1872, p. 76; D. Reich, F. B. di Taio e l'indoratore Bezzi di Cusiano, in Tridentum, XIII (1911), pp. 132-34; Tiroler Künstlerlexikon, p. 20.