BALDISSEROTTO, Francesco
Di nobile famiglia vicentina, nacque a Venezia il 10 luglio 1815 da lacopo Antonio, farmacista, e da Teresa Angela Depieri. Mentre il fratello maggiore Bernardo continuò la professione del padre, il B. compì gli studi nel collegio di marina. Divenuto ufficiale, partecipò valorosamente alla campagna di Siria del 1840, distinguendosi nella presa di S. Giovanni d'Acri. Coetaneo e compagno dei fratelli Bandiera, ne condivise gli ideali e si affiliò alla setta "Esperia" da essi fondata. Nel 1848 fu tra i primi aderenti a Venezia al moto rivoluzionario.
Quando l'arsenale venne occupato dai rivoltosi, il B., che vi aveva un comando, alla testa dei suoi marinai si oppose valorosamente a che fosse rioccupato da un reggimento di fanteria marina, guidato dall'ungherese Boday, costringendolo a deporre le armi. Con A. Bucchia e col fiumano G. Lettis si offerse invano di recare a Pola l'ordine che richiamava a Venezia la flotta ivi ancorata, composta in gran parte da Italiani: mancato richiamo che doveva poi sinistramente pesare sulle sorti della resistenza. Partecipò attivamente alla difesa della città assediata e si distinse nella sortita di Mestre, scendendo per primo arditamente a Fusina (27 ottobre). Nel maggio successivo, comandando il presidio di Treporti, effettuò una felice sortita, cacciando il nemico da Piave Vecchia e riportando in città un prezioso vettovagliamento. Nel gennaio 1849 era stato eletto, col fratello, all'Assemblea permanente, alle cui sedute prese parte soprattutto nel maggio, quando vi fu oggetto di animate discussioni l'inerzia della marina, che il B., insieme con altri giovani ufficiali, aveva sempre deplorata, attribuendone la responsabilità al triunviro L. Graziani. Allora, con il gen. Gerolamo Ulloa e con il col. Giuseppe Sirtori, fu designato a membro della commissione, eletta "con pieni poteri a tutto che appartenesse alle cose militari" (16 giugno 1849). Ma, pur riconoscendo e condannando errori e mancanze passate, egli non si nascondeva che ben poco era da attendersi dalla marina, quando "non si trattava ormai che di tempo" e già si stavano svolgendo i primi approcci per la resa. Da tale convincimento derivò il consiglio che pare egli desse al Bucchia, comandante delle navi, quando fu decisa un'azione della flotta, di non discostarsi molto dal porto, per non esporre l'equipaggio ad un inutile sacrificio, e forse anche pel timore che la popolazione interpretasse quell'allontanamento come una defezione. Di fatto la flotta prese il mare l'8 agosto rientrando due giorni dopo senza nulla aver tentato.
Decisa la resa, il B. fu incaricato dal Manin di allestire, d'accordo col console francese, gli otto bastimenti destinati al trasporto dei proscritti e degli esuli. Riparato a Corfù, e di là in Piemonte, per l'applicazione dell'amnistia poté più tardi ritornare a Venezia; ma allo scoppio della guerra del 1859, nel tentativo veneziano di sommossa fu, insieme con il fratello, arrestato per misura precauzionale e deportato a josephstadt. Liberato dopo la conclusione della pace, ritornò clandestinamente in Piemonte. Nel 1860 da Genova passò in Sicilia con la spedizione Medici ed entrò nella marina siciliana insieme con altri ufficiali veneti reduci delle vicende del 1848-49. Nominato da Garibaldi capitano di fregata (16 sett. 1860), ebbe l'incarico di direttore dei R. Legni della marina siciliana e il comando della piro-corvetta mista "Vittoria"; il suo rapporto all'ammiraglio Persano da Napoli (23 ott. 1860) è la più precisa descrizione della flottiglia siciliana. Passò quindi nella marina italiana, dapprima col grado di tenente di vascello e poi (settembre 1861) di capitano di fregata. Collocato, a riposo nel 1869 come capitano di vascello, si stabilì a Vicenza, ove morì il 6 dic. 1881.
Bibl.: Il B. è ricordato ampiamente da quanti hanno scritto sulla rivoluzione veneziana. In particolare si vedano: C. A. Redaelli, Storia dell'assedio di Venezia negli anni 1848-49, Venezia 1874, passim;V.Marchesi, Storia, documentata della rivoluzione e della difesa di Venezia negli anni 1848-1849…, Venezia 1913, vedi Indice;N. Tommaseo, Venezia negli anni 1848 e 1849, I, a cura di P. Prunas, Firenze 1931; II, a cura di G. Gambarin, ibid. 1952, vedi Indice;E. Simion-M. Nani Mocenigo, La campagna navale di Siria del 1840, Roma 1933, pp. 46 nota 3, 72, 84; P. Rigobon, Gli eletti alle Assemblee veneziane del 1848-49, Venezia 1950, p. 27; R. Sonzogno, Iprigionieri di Josephstadt...,Milano 1960, pp. 173, 216; M. Gabriele, Da Marsala allo Stretto. Aspetti navali della campagna di Sicilia,Milano 1961, pp. 85 n. 20, 87 n. 26, 118 n. 112, 268, 276 s.; Diz. del Risorgimento naz., II, pp. 156 s.