BABA, Francesco
Attivo in Venezia durante il sec. XVII, il suo nome si trova menzionato per la prima volta in un documento ufficiale del 1621, come firmatario - assieme a molti altri editori e librai - di una petizione diretta al Senato veneto, nella quale si denunciava la "desolazione" della categoria.
Infatti, dopo il 1595, quando fu promulgato il nuovo vastissimo Indice dei libri proibiti, esteso ed imposto anche a Venezia, "fu così grande questa percossa sopra i materiali che qui si stampano, che in pochi mesi, non sapendo più che dare per alimento alle stamperie i torcoli ch'erano 125 si ridussero a 40...". E tra gli inattivi dovettero contarsi anche quelli del B., giacché non risulta che abbia richiesto privilegi negli anni successivi.
Nel 1627 compare quale libraio, ma nulla si dice della sua attività di tipografo, quasi certamente sospesa. Nel 1642, insieme con Marco Ginami, Bernardo Giunti e Paolo Baglioni, è incaricato dalla corporazione dei "Librari, Stampadori et Ligadori" di cercare un locale "commodo et sufficiente per in quello riddursi a far Capitoli Banca e Zonta". E il luogo fu trovato in un "Magazzino di Muro a Pepian posto e situato nel primo claustro del Monisterio, sotto al Noviziato" dei padri dei SS. Giovanni e Paolo: lì si trasferì la "Schola", la quale - sino dal 1548, anno della sua fondazione - si era radunata nel "Luogo dei Lombardi".
Nel 1644, quando l'antica e gloriosa azienda giuntina, con la morte del secondo Tommaso (1618) e del fratello suo Giovan Maria, era tutta pervenuta in eredità alle figlie del detto Tommaso - spose dal 1625 a due Foscarin -, tornato a Firenze Bernardo di Filippo Giunti dopo aver per anni diretto e amministrato l'azienda a favore delle due eredi, il B. fu chiamato ad associarsi agli "Eredi Giunti". La società durò cinque anni (1644-1649) e produsse in questo periodo non meno di quarantadue opere; per altre chiese privilegi, ma non se ne avvalse. Talune di queste edizioni sono dignitose e non prive di eleganza, specie quelle di classici: Tacito, Curzio Rufo, Giustino, Floro, Sallustio, Orazio. Con la data del 1650 si conoscono quattro edizioni con le note tipografiche "Presso Giunti e Baba", ma deve trattarsi di opere imprese a stampare nel 1649, terminate sul finire di quell'anno, e datate dal successivo, come spesso si usava, giacché la società non fu rinnovata. Nel 1650 il B. chiese privilegi a suo nome, per riprendere il lavoro - non molto attivamente, a quanto sembra - sino al 1656, anno della sua morte.
Dal 1656 gli successero gli "Eredi di Francesco Baba", - ma la loro attività fu breve né si segnalò per qualità di produzioni. Cessarono nel 1673.
Fonti e Bibl.: Venezia, Museo Correr, Ms. Cicogna 3044, passim; Ibid., Libro di Mariegola (agli anni 1627-72); Arch. di Stato di Venezia, Atti,166, Librai..., Privilegi, 1632-1709, passim; H. Brown, The Venetian Press, London 1891, passim.