Scrittore e avventuriero (Venezia 1755 - ivi 1816); insofferente del lavoro d'ufficio nella cancelleria veneziana, viaggiò per l'Europa (1775-79; 1789-90 a Vienna); poi, privo di mezzi, si adattò a fare il confidente degl'inquisitori di stato ma, resosi sospetto di giacobinismo, fu relegato a Corfù (1794-97). Nominato console della Cisalpina ad Ancona, non poté raggiungere la sua sede; arrestato nel 1800 dagli Austriaci (della prigione a Sebenico e a Petrovaradino narra in Lettere sirmiensi, 1801), fu poi rappresentante della Repubblica di S. Marino a Parigi (1802) e quindi "ispettore alla stampa e libreria" di Padova (1812-14). Tornato a Venezia divenne, pare, confidente della polizia austriaca. Oltre alle Lettere sirmiensi cui è soprattutto legata la fama letteraria del A., si ricordano la Rappresentazione del secolo XVIII (3 voll., 1801-1802), e alcune farse che hanno qua e là tratti di piacevole spontaneità.