MARCUCCI, Francesco Antonio.
– Nacque il 27 nov. 1717 a Force (presso Ascoli Piceno), figlio unico di Leopoldo e di Giovanna Battista Gigli, sposatisi segretamente a causa degli umili natali di Giovanna. Il M. fu battezzato lo stesso giorno della nascita nella chiesa priorale di S. Paolo, non presenti i genitori, che si rivelarono il successivo 7 dicembre. Il 26 apr. 1731 morì la madre e da allora come guida femminile il M. ebbe la contessa Francesca Gastaldi, moglie dello zio paterno Domenico. Compì la fase iniziale degli studi nelle scuole religiose di Ascoli Piceno. Nel 1735 si rafforzò nella fede grazie alla guida di padre Lorenzo Ganganelli – futuro papa Clemente XIV – e divenne profondo devoto del culto dell’Immacolata Concezione. Manifestò in famiglia il desiderio di prendere i voti, ma incontrò l’avversione del padre e dello zio che, tuttavia, fu presto mitigata grazie alla mediazione della zia Francesca. Si distinse subito per l’abilità di predicatore, e la sua prima missione al popolo si svolse dal 25 gennaio al 2 febbr. 1739, nella chiesa di S. Giovanni Battista ad Appignano (presso Ascoli Piceno); a fortificarlo nell’impegno missionario intervenne l’incontro ad Ascoli il 5 apr. 1739 con padre Leonardo da Porto Maurizio. Il 25 febbr. 1741 fu ordinato sacerdote.
L’8 dic. 1744 il M. fondò ad Ascoli la Congregazione delle suore pie operaie dell’Immacolata Concezione dedita, oltre che alla preghiera, all’educazione delle giovani per cui, il 6 marzo 1745, aprì una scuola pia nei locali della congregazione sovvenzionandola con fondi dal suo patrimonio familiare.
Il 30 maggio 1755 conseguì il titolo di dottore in utroque iure presso l’Università di Fermo.
Nel 1769 morì il padre e, rimasto unico erede di una larga fortuna, la devolse completamente in favore della congregazione. Il 6 ag. 1770 Clemente XIV lo nominò vescovo di Montalto delle Marche. Recatosi a Roma per la consacrazione, vi conobbe Paolo della Croce, col quale iniziò un rapporto di devota amicizia. Il 19 genn. 1774, pur rimanendo vescovo di Montalto, fu nominato vicegerente del cardinale vicario, per cui dovette trasferirsi a Roma, da dove continuò a seguire la sua diocesi, che visitò per alcuni mesi quasi ogni anno. Nel 1774 fu insignito di altre cariche: prelato domestico partecipante, vescovo assistente al Soglio. Fu indicato come cardinale in pectore, ma la morte di Clemente XIV, avvenuta il 22 sett. 1774, impedì la sua effettiva creazione cardinalizia.
Alla morte di Paolo della Croce, il 18 ott. 1775, il M. ne tenne l’elogio funebre e nel dicembre successivo papa Pio VI oltre a confermargli tutte le precedenti cariche, lo nominò consultore del S. Uffizio. Con la bolla papale Ex quo divina, il 6 dic. 1777 ottenne l’approvazione perpetua della congregazione da lui fondata. Il 10 dic. 1781 ebbe la nomina a patriarca di Costantinopoli in partibus infidelium, sciolto dalla cura pastorale della diocesi di Montalto di cui mantenne però l’amministrazione.
Prescelto come consigliere e confessore, dal 27 febbraio al 13 giugno 1782 accompagnò Pio VI a Vienna nell’infruttuoso viaggio diplomatico intrapreso per indurre l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo Lorena a una più mite politica di riforme religiose. Poco dopo il ritorno a Roma, il M. cominciò a denunciare problemi di salute; il 12 apr. 1786 rinunciò alla carica di vicegerente ed ebbe il permesso di ritirarsi a Montalto, dove, nel 1789, fu colpito da un primo attacco di paralisi. Ripresosi abbastanza bene, ottenne licenza papale per trasferirsi ad Ascoli Piceno, dove gli sarebbe stato possibile ricevere al meglio l’assistenza di cui abbisognava; non soggiornando più nella propria diocesi, manifestò l’intenzione di rinunciare alla carica di vescovo, ma il papa insistette affinché la mantenesse, col solo obbligo di visitare Montalto in occasione delle funzioni religiose più solenni. Continuò quindi l’attività pastorale in forma più ridotta e, successivamente, dal giugno 1792 al maggio 1795, espletò anche le funzioni episcopali per la diocesi di Ascoli rimasta vacante.
Il 7 maggio 1798 ebbe un nuovo attacco di paralisi; peggiorò il 21 giugno e morì il 12 luglio 1798 ad Ascoli Piceno. Venne sepolto in una piccola cappella a sinistra dell’altare maggiore della chiesa dell’Immacolata Concezione.
Dal 1962 è in corso la causa per la sua beatificazione. Il 24 giugno 1993, ad Ascoli Piceno, nei locali della casa madre delle suore pie operaie, è stato aperto il museo intitolato al Marcucci. Il 23 maggio 2005, presso il tribunale ecclesiastico del Vicariato di Roma si è conclusa l’inchiesta diocesana su di una guarigione prodigiosa a lui attribuita.
Opere. Il M. scrisse manuali di predicazione e opere di devozione, molti dei quali, inediti, sono conservati ad Ascoli Piceno nell’Archivio dell’Istituto delle suore pie operaie dell’Immacolata Concezione. Tra essi: Direttorio delle s. missioni; Riflessioni istoriche sopra la dottrina di s. Francesco di Sales; Sermoni, prediche e omelie; Corsi di esercizi spirituali; Avvertimenti retorici per la predicazione. Memorie della Congregazione, 2 voll.; Il libro delle defunte. Per la vita e l’attività della Congregazione, riveste particolare interesse l’epistolario, con lettere dirette soprattutto alle suore pie operaie. Le opere del M. sono pubblicate in 3 volumi nella collana «Marcucciana. Opera omnia», Ascoli Piceno 2002-04. Si considerino inoltre: Saggio delle cose ascolane e de’ vescovi di Ascoli nel Piceno dalla fondazione della città sino al corrente secolo decimottavo, Teramo 1776 (rist anast., Bologna 1984); Una sorgente di ieri per santificarti oggi: lettere di direzione spirituale, Roma 1983; Orazione per l’Immacolata Concezione di Maria sempre Vergine, a cura di A. Anselmi - S. De Fiores, Roma 1998.
Fonti e Bibl.: Diario ordinario (Cracas), 5 febbr. 1774, p. 5, 26 febbr. 1774, p. 5; M.B. Capozi, Succinto ragguaglio, della vita, virtù e morte preziosa di mons. F.A. M. detto dell’Immacolata Concezione di Ascoli, Ascoli Piceno 1798 (rist. in Luci di Maria, n. unico, 1994); F. Pistolesi, Notizie biografiche dei vescovi di Montalto, Montalto delle Marche 1912, ad ind.; A. Rossi-Brunori, La vita e la istituzione di mons. F.A. M., dell’Immacolata Concezione, Ascoli Piceno 1917; G. Soranzo, Peregrinus apostolicus: lo spirito pubblico e il viaggio di Pio VI a Vienna, Milano 1937, pp. 12-17, 210 e n. 2, 537-610; M.C. Egidi, Il servo di Dio F.A. M. vescovo di Montalto Marche, Roma 1963; N. Del Re, Il vicegerente del vicariato di Roma, Roma 1976, pp. 67 s.; L. Feriozzi, Le pie operaie dell’Immacolata Concezione nel bicentenario dell’approvazione della Congregazione (1777-1977) fondata da mons. vescovo F. M. in Ascoli Piceno nel 1744, Ascoli Piceno 1977; M.C. Egidi, Profili esemplari: le prime pie operaie dell’Immacolata Concezione, Roma 1989; F. Gioia, Protese verso Dio. L’itinerario spirituale di F.A. M. nel suo epistolario, Roma 1991; tra il 1992 e il 1996 è stata pubblicata dall’Istituto delle suore pie operaie dell’Immacolata Concezione di Roma una serie di sei volumi sulla figura e l’opera del M., tra cui Donna, educazione, società: esperienza e proposte del vescovo F.A. M. (1717-1798). Atti del Convegno, Roma-Ascoli Piceno… 1993-94, Torino 1995; M. Caffiero, La politica della santità. Nascita di un culto nell’età dei Lumi, Roma-Bari 1996, pp. 194-198; V. Catani, I santi della Chiesa truentina. Storia della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, Grottammare 1999, pp. 141-180; G.P. Brizzi - M.L. Accorsi, L’antica università di Fermo, Fermo 2001, p. 199; Guida al Museo Biblioteca F.A. M. al convento e alla chiesa dell’Immacolata, a cura di M.P. Giobbi - F. Laganà, Ascoli Piceno 2006; G. Fazzini, F.A. M. Il fondatore delle pie operaie dell’Immacolata Concezione, in Lazio ieri e oggi, XLII (2006), 1, pp. 22 s.; Id., Papa Braschi «Peregrinus Apostolicus» alla corte di Giuseppe II d’Austria, ibid., 7, pp. 214 s.; Hierarchia catholica, VI, pp. 180, 294; Bibliotheca sanctorum, Prima appendice, coll. 831 s.