GALLI, Francesco Antonio
Nacque a Laterza (Taranto), in diocesi di Acerenza da Giovanni Domenico e da Violante de Cositore. Fu battezzato il 21 apr. 1611. Addottorato in utroque iure, venne ordinato sacerdote in data imprecisata. La sua carriera cominciò come scrittore della Penitenzieria. Prestò poi la sua opera come uditore al servizio del cardinale G. Verospi. Con uguali mansioni passò più tardi alle dipendenze di Carlo Carafa, vescovo di Aversa, che lo condusse con sé a Lucerna nel 1653, quando fu inviato nunzio presso la Confederazione Elvetica.
Il 23 nov. 1654 il Carafa, trasferito alla nunziatura di Venezia, affidò al G. la gestione degli affari correnti della nunziatura. Egli avrebbe dovuto attendere il nuovo nunzio per consegnargli l'archivio e una serie di informazioni da parte del Carafa, raggiungendo poi questo a Venezia.
Il G. pertanto mantenne con Roma la consueta corrispondenza settimanale a partire dal 26 nov. 1654: i dispacci contengono per lo più notizie spicciole, "avvisi" e richieste di dispense da impedimenti matrimoniali. Ai primi di febbraio il nuovo nunzio, Federico Borromeo, era giunto a Bellinzona e il G. partì alla volta di Venezia.
I documenti non consentono di seguire l'attività del G. nella nuova sede, che il Carafa occupò fino al 1658. Lo si ritrova invece più tardi a Vienna, ancora uditore al servizio del Carafa, nunzio presso l'imperatore dal 1658 al 1664. Terminato il suo incarico, il Carafa, creato nel frattempo cardinale, partì da Vienna l'8 dic. 1664, diretto a Roma, lasciando ancora al G. la gestione degli affari correnti.
Il G. avrebbe dovuto affidare a qualcuno "l'incumbenza di ricapitare le lettere, accennare qua le cose correnti, e rappresentare, qualche negotio, che si offerisse alla giornata, senza però, ch'ella gl'assuma uerun titolo, ò carattere, e senza fare figura, ò apparenza di ministro della Santa Sede Apostolica" (Arch. segr. Vaticano, Segreteria di Stato, Nunziature diverse, 26, c. 298v). Per le comunicazioni riservate con Roma gli venne lasciata anche la cifra segreta. Più tardi la segreteria di Stato gli attribuì le stesse facoltà del nunzio per la concessione delle dispense matrimoniali.
Di questo nuovo periodo di internunziatura si è conservata la consueta corrispondenza a cadenza settimanale, che abbraccia il periodo dal 13 dic. 1664 al 15 ag. 1665. I dispacci si occupano più sovente di due questioni. In primo luogo il G. informa sull'evoluzione dei rapporti tra l'Impero e i Turchi dopo la pace provvisoria di Vasvar del 1664, sulle relative proteste degli Ungheresi, sulle minacce turche contro Venezia e sulla conseguente richiesta della Repubblica di operare una leva negli Stati ereditari asburgici. Il secondo problema riguarda i contrasti tra cattolici e protestanti, in corso alla Dieta di Ratisbona, dove i protestanti chiedevano di abolire il diritto di appello al nunzio presso l'imperatore.
Il 19 ag. 1665 giunse a Vienna Giulio Spinola, nuovo titolare della nunziatura. Il G. rimase con lui fino ai primi di settembre e lo introdusse alla corte e negli affari correnti. In una lettera del 9 settembre alla segreteria di Stato lo Spinola ebbe per lui parole di grande elogio, affermando che si era sobbarcato gravi spese per mantenere alto il prestigio della nunziatura, aumentando così il proprio credito presso l'imperatore e i suoi ministri, tanto da essere nominato barone dell'Impero.
Il 10 sett. 1665 il G. partì da Vienna, diretto in Italia, dove riprese il suo posto di uditore alle dipendenze del cardinal Carafa, allora legato di Bologna. Il 3 ott. 1672 il G. venne nominato vescovo di Bitonto, succedendo al domenicano Tommaso Acquaviva. Al momento della nomina era protonotario apostolico ed esercitava l'ufficio di procuratore della Penitenzieria. Fu consacrato a Roma il 9 ott. 1672. Pochissime sono le notizie relative al suo governo. Nel 1680 fece restaurare la sacrestia della cattedrale e nel 1682 celebrò un sinodo diocesano. Nel suo testamento lasciò erede il capitolo canonicale, con l'obbligo di celebrare per lui una messa di anniversario.
Morì in diocesi nell'agosto o settembre del 1685.
Fonti e Bibl.: Arch. segr. Vaticano, Segreteria di Stato, Svizzera, 47, cc. 468r-515r; 48, cc. 8r-27r; Germania, 114, c. 147r; 177, cc. 423r-426r, 446r-449r, 462r-466r; 178, cc. 1r-375v; 179; Ibid., Nunziature diverse, 26, cc. 302r-303v, 349rv; Ibid., Processus consistoriales, 71, cc. 159r-163v; Processus Datariae, 50, pp. 237-243; A. Levinson, Nuntiaturberichte vom Kaiserhofe Leopold I (1657, Februar bis 1669, Dezember), in Archiv für österreichische Geschischte CIII (1913), pp. 103, 551 s., 780-783; Schweizerische Kardinäle. Das apostolische Gesandtschaftswesen in der Schweiz. Erzbistümer und Bistümer, I, a cura di A. Bruckner, Bern 1972, p. 47; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XXI, Venezia 1870, p. 34; G. Valente, La cattedrale di Bitonto, Bitonto 1901, pp. 17 s., 93 s., 132; Repertorium der diplomatischen Vertreteraller Länder, I, pp. 381, 386; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica…, V, Patavii 1952, p. 121.