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CUNIBERTI, Francesco Antonio

di Adriana Boide Sassone - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 31 (1985)
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CUNIBERTI, Francesco Antonio

Adriana Boide Sassone

Figlio di Tommaso e di una Maria Maddalena, nacque a Racconigi (Cuneo) il 16 genn. 1716 (Racconigi, Parrocchia di S. Giovanni Battista, Libro dei battesimi, ad annum).

Pittore, secondo quanto risulta dalle notizie storiche lavorò nel suo paese d'origine, a Savigliano e ad Alba. Il Lanzi (1809) lo definisce "frescante di qualche nome in dipinger cupole e volte"; la sua attività infatti si inserisce nella cultura di una équipe di quadraturisti minori attivi nel Cuneese nella prima metà dei Settecento, attenti alle soluzioni del rocaille francese ed austriaco. Purtroppo molte delle sue opere sono andate distrutte e di quelle rimaste alcune sono di controversa attribuzione.

A Savigliano affrescò nella ex chiesa di S. Francesco (ora sede della Gipsoteca Calandra) la cupola, ove tra quadrature architettoniche sono raffigurati S. Francesco accolto da Cristo e s. Michele che scaccia Satana (Schede Vesme), e sopra il presbiterio, in un riquadro a cornici sagomate, l'Assunta che ascende in cielo tra gli angeli. Quadrature architettoniche ornano anche l'abside e gli sguanci delle finestre con decorazioni di conchiglie, mascheroni, vasi fioriti. Anche le ventiquattro lunette a fresco, liberate di recente dall'intonaco. nell'ex chiostro a quadriportico della chiesa di S. Francesco, con le Storie del santo e dei martiri francescani, sono attribuite al C. (Olmo, 1978, p. 237).

Sono andati distrutti, a Savigliano, i monocromi a fresco dell'altare di destra della ex chiesa del convento di S. Chiara (trasforftiata in palestra; Turletti, 1883, p. 857), gli affreschi nella sacrestia della chiesa abbaziale di S. Pietro e gli affreschi a decorazione prospettica nella chiesa del santuario dell'Apparizione (o della Sanità). Queste ultime opere, non documentate, sono citate dal Turletti (1883) come eseguite nel 1737.

Ad Alba. nel duomo di S. Lorenzo, affrescò la cappella del SS. Sacramento (o della Concezione), sempre nello schema dei quadraturisti del Settecento (Bartoli., 1776). Nella volta della cappella è il medaglione con il Profeta Elia rapito su un carro di fuoco, mentre lascia cadere il suo mantello al profeta Eliseo. Il Vesme cita il C. come autore delle tre tele ad olio nella stessa cappella: la prima raffigurante La Vergine del Carmelo ed il profeta Elia e le altre due con episodi biblici relativi alla vita di questo profeta (cfir. Boella, 1933).

Morì a Racconigi il 28 sett. 1753 (Racconigi, Parrocchia di S. Maria Maggiore, Libro terzo dei morti, ad annum, f. 230), cadendo da una impalcatura della chiesa di S. Giovanni dove stava lavorando.

Per quanto riguarda gli affreschi nelle chiese di Racconigi attribuiti dal Vesme al C., permangono molte perplessità. Gli sono attribuite dal Turletti (1883) le decorazioni a scenografia quadraturista, con finte balconate e nicchie a prospettive illusionistiche, nella chiesa della SS. Annunziata e di S. Vincenzo Ferreri dei domenicani (comunemente conosciuta come chiesa di S. Domenico) e le opere a fresco nella parrocchiale di S. Giovanni Battista, rimaste interrotte appunto a causa della morte dell'artista; sulla volta e sulle pareti di questa chiesa si riscontrano delle date comprese tra il 1759 ed il 1774 (nella cappella di S. Giuseppe si legge: "P. A. Pozzo fecit - Anno 1759") che fanno propendere per un'attribuzione della decorazione della cupola, del catino absidale e del presbiterio a Pietro Antonio Pozzo iunior e a Bernardino Barelli. Vengono attribuiti al C., nella chiesa di S. Teresa a Cavallermaggiore, gli affreschi per l'alzata dell'altar maggiore costruito su disegno di Benedetto Alfieri (Prato, 1904; Bonino, 1926; Galletto, 1967; Carità, 1980).

Fonti e Bibl.: F. Bartoli, Notizie delle pitture, sculture e architetture... d'Italia, I, Venezia 1776, p. 119; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia [1809], a cura di M. Capucci, III, Firenze 1974 p. 256; G. Casalis, Diz. geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, I, Torino 1833, p. 122 (s. v. Alba); C. Turietti, Storia di Savigliano, II, Savigliano 1883, pp. 574, 857; P. Prato, Alcune notizie stor. su Cavallermaggiore, Pianezza 1904, p. 78; A. Bonino, Storia della città di Cavallermaggiore: l'arte, Torino 1926, p. 66; F. Boella, La cattedrale di Alba, Alba 1933, pp. 38 s.; G. Pozzetti, La cattedrale di S. Lorenzo in Alba, Alba 1955, pp. 14 s.; L. Mallé, Le arti figurative in Piemonte, Torino 1962, p. 383; Schede Vesme, I, Torino 1963, p. 387; S. Galletto. Cavallermaggiore: storia, vita, arte, Cavallermaggiore 1967, p. 204; A. Griseri, Itinerario di una provincia, Borgo San Dalmazzo 1974, p. 141; A. Olmo, Arte in Savigliano, Savigliano 1978, pp. 232, 234, 236 s.; G. Carità, Per i quattrocento anni della "Misericordia" 1579-1979, Indagini e documenti sulla storia di Cavallermaggiore, Cavallermaggiore 1980, pp. 77, 85, 96; A. Mainardi, Le chiese di Racconigi, Racconigi 1980, p. 64; A. Boidi Sassone, Il palazzo della Cassa di Risparmio di Fossano, con prefazione di A. Griseri, Fossano 1983, pp. 110-131; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 198; Diz. encicl. Bolaffi, IV, Torino 1973, p. 92.

Vedi anche
affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). abside architettura   ● Struttura architettonica a pianta semicircolare, sulla quale si imposta una volta a calotta semisferica (catino), utilizzata come motivo di articolazione spaziale interna ed esterna di un ambiente (talora con funzione di contrafforte); può presentarsi anche con andamento poligonale, ... altare Superficie piana, talvolta a livello del suolo, più spesso elevata, su cui si compiono sacrifici (semplici offerte o immolazioni di vittime) alla divinità. È compreso nel numero delle installazioni rituali della maggior parte delle religioni conosciute.  antichità I primi esempi di altare, risalenti ... cappella architettura Edificio di culto di piccole dimensioni, isolato in modo da costituire un corpo autonomo; o ambiente, più o meno importante per forme e dimensioni, compreso, con la stessa destinazione di culto, nell’ambito di un maggiore e più complesso organismo architettonico, come la cappella di un palazzo ...
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