CASELLA, Francesco Antonio
Nacque a Palermo il 19 maggio 1819 da Francesco Angelo, già ufficiale dell'esercito murattiano, che comandava un reggimento di fanteria di stanza nel capoluogo siciliano e che nell'esercito borbonico arriverà al grado di generale, e da Antonietta Foresta dei marchesi della Scaletta. A Napoli compì gli studi di giurisprudenza sotto la guida di P. Liberatore e di G. Gigli, e si esercitò nell'avvocatura presso lo studio di G. Marini Serra. Fu in rapporti di amicizia e di stima con i migliori intellettuali napoletani del tempo, come N. Nicolini, L. Settembrini, R. Bonghi, B. Spaventa e C. Troya; con quest'ultimo collaborò nel 1844 nel tentativo di fondare a Napoli una Società di storia patria. Nel foro napoletano acquistò una certa notorietà per le difese davanti alla Corte suprema di giustizia, e nel 1842 era già giudice civile. Nel 1848 fu promosso giudice della Gran corte criminale di Santa Maria Capua Vetere, e nel 1852 sostituto procuratore generale in Salerno, donde fu trasferito a Napoli nel 1854.
Con decreto del 3 giugno 1859, Francesco II lo chiamò a reggere il ministero di Polizia genérale, incarico che gli procurò antipatie e rancori da tutte la parti. Il 16 del mese stesso usciva, controfirmato dal C., il decreto che aboliva le liste degli "attendibili", cioè dei sorvegliati politici. Il decreto, non appena emanato, suscitò tali paure e preoccupazioni nel re e nell'ambiente di corte che il 22 seguente veniva diramata agli intendenti delle province una circolare segreta, firmata dallo stesso C., con la quale in pratica si revocava quanto già concesso. Rafforzatasi la corrente più assolutista della corte, il C. veniva sostituito con L. Aiossa il 28 sett. 1859 per la debolezza e quasi presunta connivenza verso i liberali. Tornò allora nella magistratura come consigliere di Corte suprema, da cui venne destituito in seguito all'impresa di Garibaldi, essendo a Napoli prodittatore il gen. G. Sirtori, perché firmatario della circolare segreta del 1859 e perché il padre aveva seguito Francesco II a Gaeta come ministro della Guerra. Ripresa l'attività di avvocato, distinguendosi in cause politiche e di brigantaggio, benché fin, dal 1866 fosse sollecitato a rientrare in magistratura, solo nel 1879 si decise ad accettare il posto di consigliere di Cassazione; nel 1891, per limiti d'età, era collocato a riposo col grado di primo presidente di Corte d'appello.
Dal 1876 era socio dell'Accademia pontaniana, nella quale egli ricoprì negli anni dal 1889 al 1891 la carica di vicepresidente.
Morì a Napoli il 1° apr. 1894.
Curatore della stampa postuma del secondo volume dell'opera di A. Granito principe di Belmonte, Storia della congiura del principe di Macchia (Napoli 1862; con un'avvertenza), il C. aveva ritrovato nella corrispondenza di illustri uomini italiani e stranieri con Celestino Galiani, di proprietà del giureconsulto N. Nicolini, un opuscolo di G. B. Vico di cui si era smarrita ogni traccia e notizia, Sinopsi del diritto universale, pubblicato poi nel primo volume delle Opere del Vico (Napoli 1858, in App., pp. I-XII).
Il C., che il Settembrini definì "uno dei più dotti e intelligenti bibliofili d'Italia", aveva inoltre riunito nella sua biblioteca una preziosissima raccolta di operette di vario argomento di autori italiani antichi e moderni, pubblicate nel sec. XIX per nozze o altre occasioni, secondo una consuetudine assai diffusa in Italia.
La collezione, "fatta per mera curiosità bibliografica e riuscita un monumento importante alla storia della nostra lingua" (Settembrini), accresciuta notevolmente con l'acquisto della collezione dello storico letterario F. Zambrini, fu venduta nel 1926alla Preussische Staatsbibliothek, ora Deutsche Staatsbibliothek di Berlino (cfr. F. Schillmann). Si tratta, in massima parte, di edizioni in limitato numero d'esemplari (solitamente da tre a cento esemplari) e perciò divenute assai rare. Il C. stesso ne curò un elenco ragionato, dal titolo Catalogo di operette italiane stampate nel corso del sec. XIX per cura di vari editori e per la maggior parte in piccolo numero d'esemplari (Napoli 1875), che nelle sue intenzioni doveva servire a identificare i falsi e a "facilitare le ricerche del moltissimo che manca"; conta 1092 titoli, non calcolando i numerosi esemplari stampati in diverse vesti tipografiche.
Il suo progetto di pubblicare un'approfondita bibliografia delle operette possedute venne realizzato soltanto in parte, dopo la sua morte, da parte dell'editore R. Marghieri di Napoli, sotto il titolo F. A. Casella, Bibliografia di operette italiane pubblicate nel sec. XIX per la maggior parte in occasione di nozze ed in piccolo numero d'esemplari (Napoli 1897-1900). Doveva comprendere 13 fascicoli di 48 pp. ciascuno, ma ne furono pubblicati soltanto cinque, il primo a cura di E. Percopo e gli altri a cura di Tammaro De Marinis; i titoli delle operette sono elencati alfabeticamente per autore e vanno dalla lettera A a Fioravanti, e si arrestano al 1894. È un'opera assai utile per conoscere scrittori minori di cui si forniscono cenni biografici, rapidi ragguagli delle loro operette, giudizi e aneddoti, ma che "non è certo da citare come modello di lavoro bibliografico" (Croce).
In occasione della morte di un nipote, riprendendo la tradizione di cui era stato custode, il C. pubblicò un opuscolo commemorativo, preceduto da alcune, pagine piene di commozione e pietà: XXXI maggio MDCCCXCII - Commemorazione di Enrico Luzenberger rapito sì presto all'amore vivissimo de' suoi - Una lettera consolatoria di anonimo cinquecentista a Lorenzo Vitturi (Napoli 1892; ediz. di 50esemplari).
Bibl.: L. Settembrini, Lezioni di letter. italiana, Napoli 1872, III, pp. 290 s.; N. Nisco, Francesco II re, Napoli 1887, p. 18; B. Croce, F.A.C., in Atti dell'Accad. Pontaniana, XXIX (1899), pp. 1-15 (ristampato in Pagine sparse, III, Napoli 1920, pp. 86-103); A. Vitelli, F.A.C., Napoli 1899; L. A. Villari, Un magistrato umanista, Napoli 1916; F. Schillmann, Die Nozzeschriften der Sammlung Casella in der preussischen Staatsbibliothek, in Zentralblatt für Bibliothekswesen XLV (1928), 1-2, pp. 11-19; C. Frati, Dizionario bio-bibliogr. dei bibliotecari e bibliofili italiani…, Firenze 1934, pp. 148 s.